mercoledì 6 maggio 2009

All'udienza generale il messaggio del Papa a giordani, israeliani e palestinesi: impaziente di venire fra voi, prego per la pace in Terra Santa (R.V.)


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All'udienza generale il messaggio di Benedetto XVI a giordani, israeliani e palestinesi: impaziente di venire fra voi, prego per la pace in Terra Santa

Sono impaziente di essere tra di voi, possa la nostra preghiera e il nostro impegno portare pace alla Terra Santa.
Sono le parole del messaggio rivolto a giordani, israeliani e palestinesi con le quali Benedetto XVI ha voluto chiudere l’udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro, a due giorni dall’inizio del suo viaggio apostolico sui luoghi della fede cristiana.
In precedenza, alle circa 30 mila persone presenti all’udienza il Papa aveva presentato la figura di un grande teologo vissuto nell’ottavo secolo dopo Cristo, Giovanni Damasceno, al quale si devono alcune delle pagine fondamentali circa il culto delle immagini sacre. Il servizio di Alessandro De Carolis:


“Io verrò fra voi come pellegrino di pace”. Sono giorni che questa espressione fiorisce sulla labbra di Benedetto XVI, in tutti gli incontri che fin qui lo hanno portato a condividere i sentimenti con i quali sta preparandosi alla visita in Terra Santa. L’udienza generale non ha fatto eccezione.
“Vorrei cogliere l'occasione attraverso la radio e la diretta televisiva - ha detto nel suo messaggio conclusivo - per salutare tutti i popoli di quelle terre”:

“I am eagerly looking forward to being with you…

Attendo con impazienza di essere con voi e di condividere con voi le vostre aspirazioni e le speranze, ma anche il vostro dolore e le vostre lotte. Io verrò fra voi come pellegrino di pace. Il mio principale intento è quello di visitare i luoghi santificati dalla vita di Gesù e pregare per il dono della pace e dell’unità per le vostre famiglie e per tutti coloro per i quali la Terra Santa e il Medio Oriente rappresentano la casa”.

Il Papa ha sottolineato anche “i passi da gigante” compiuti “nel dialogo e nello scambio culturale” con ebrei e musulmani, con i quali Benedetto XVI si incontrerà durante il prossimo viaggio apostolico. Quindi, ha voluto terminare il messaggio con questo augurio, rivolto in particolare ai cattolici della regione:

“Ask you to join me in praying that the visit…

Vi chiedo di unirvi a me nella preghiera perché la visita porti molto frutto per la vita spirituale e civile di tutti coloro che vivono in Terra Santa. Possiamo tutti lodare Dio per la sua bontà. Possiamo tutti essere uomini della speranza. Possiamo tutti essere risoluti nel nostro desiderio e nei nostri sforzi per la pace”.

E dal Medio Oriente, precisamente da Damasco, arriva anche la figura di monaco e teologo dei primi secoli della Chiesa che Benedetto XVI ha presentato in questa occasione: Giovanni Damasceno. Anch’egli, come molti altri della sua epoca, sceglie il monastero alla vita di corte. E anch’egli, come molti membri della gerarchia, lotta - siamo a metà del Settecento dopo Cristo - contro il divieto di sapore veterotestamentario di rendere culto alle immagini sacre:

“Giovanni Damasceno fu inoltre tra i primi a distinguere, nel culto pubblico e privato dei cristiani, fra adorazione e venerazione: la prima si può rivolgere soltanto a Dio, sommamente spirituale, la seconda invece può utilizzare un’immagine per rivolgersi a colui che viene rappresentato nell’immagine stessa".

Nelle sue omelie dedicate alla questione, Giovanni Damasceno usa argomentazioni - ha riconosciuto il Papa - “ricche di immagini tanto affascinanti”. “Io non venero la materia - afferma fra l’altro l’antico teologo - ma il creatore della materia":

“Non è forse materia il legno della croce tre volte beata?... E l’inchiostro e il libro santissimo dei Vangeli non sono materia? L’altare salvifico che ci dispensa il pane di vita non è materia?... E, prima di ogni altra cosa, non sono materia la carne e il sangue del mio Signore? O devi sopprimere il carattere sacro di tutto questo, o devi concedere alla tradizione della Chiesa la venerazione delle immagini di Dio e quella degli amici di Dio”.

“In collegamento con queste idee di fondo - ha proseguito Benedetto XVI - Giovanni Damasceno “pone anche la venerazione dei santi, sulla base della convinzione che i santi cristiani, essendo stati resi partecipi della risurrezione di Cristo, non possono essere considerati semplicemente ‘morti’”. Del resto, ha osservato il Pontefice, lo stesso mistero dell’Incarnazione è l’esempio più alto di materia che diventa “abitazione di Dio”. Un concetto che il Papa ha lasciato esprimere ancora alle ispirate parole di Giovanni Damasceno:

“E così il Figlio di Dio, pur sussistendo nella forma di Dio, abbassò i cieli e discese… presso i suoi servi… compiendo la cosa più nuova di tutte, l’unica cosa davvero nuova sotto il sole, attraverso cui si manifestò di fatto l’infinita potenza di Dio”.

Il benvenuto di Benedetto XVI ai gruppi stipati solo il sole primaverile in Piazza San Pietro è stato pronunciato in otto lingue. In particolare, il Papa ha salutato le numerose religiose di varie Congregazioni, tra le quali quelle che partecipano a Roma all’incontro formativo promosso dall’USMI. Un augurio a “seguire gli eroici esempi di vita cristiana dei fedeli discepoli di Cristo” - far i quali don Gnocchi e Teresio Olivelli - è andato al Corpo degli Alpini, mentre con i medici cattolici, Benedetto XVI ha voluto ribadire i principi che reggono la visione cristiana di una professione che, ha detto, “si pone al servizio dell’essere umano dal suo concepimento fino al suo termine naturale”:

“Sia sempre eloquente testimonianza di solidarietà umana e cristiana. Proseguite pertanto con generosità nel vostro prezioso servizio alla vita, valore fondamentale nel quale si rispecchiano la sapienza e l’amore di Dio. Il vostro lavoro sia arricchito ogni giorno di profondo spirito di fede e animato da fedeltà e coerenza con i principi che debbono ispirare l’attività di ogni medico”.

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1 commento:

euge ha detto...

Mi auguro con tutto il cuore che questo messaggio sia recepito da tutti senza distinsione con lo stesso calore ed affetto con cui il Santo Padre lo ha inviato in occasione del suo imminente viaggio di P A C E ! in Terra Santa