lunedì 18 maggio 2009

Domenica prossima Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina voluta da Benedetto XVI: intervista con padre Politi (Radio Vaticana)


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Domenica prossima Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina voluta da Benedetto XVI: intervista con padre Politi

Si tiene domenica 24 maggio la seconda Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, proposta da Benedetto XVI nella sua Lettera ai cattolici cinesi del 2007. In Italia, l’evento avrà un rilievo particolare a Napoli dove il cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe celebrerà una Messa in Duomo alla presenza di centinaia di migranti cattolici cinesi.
Ieri, intanto, a Macerata si è ricordato il gesuita padre Matteo Ricci, grande evangelizzatore della Cina morto a Pechino nel 1610, che proprio nella città marchigiana è nato nel 1522. Sull’eredità di questo “intrepido e intelligente messaggero del Vangelo di Cristo”, come lo ha definito il Papa, Alessandro Gisotti ha intervistato il sinologo del Pime, padre Giancarlo Politi:


R. - Matteo Ricci ha percepito con chiarezza che bisogna parlare agli uomini in modo tale che possano capire quello che diciamo. Non è soltanto l’imparare un lingua ma diventare famigliari con un modo di pensare, di porsi, di vivere, che apre poi anche alla comunicazione e alla trasmissione del mistero. Credo che sia questa la cosa importante, al di là di tutte le iniziative particolari che lui ha saputo prendere in quel momento, ma che nella loro concretezza non possono più essere duplicate a distanza di tempo in una società molto diversa. L’intuizione, dunque, è stata quella di capire che bisogna raggiungere il cuore dell’uomo.

D. – Anche riprendendo questo insegnamento di Matteo Ricci, il Papa sottolinea che i cattolici non sono un corpo estraneo alla Cina...

R. – Assolutamente no! E lo è per il fatto stesso di essere cittadini a pieno titolo di una grande nazione quale è la Cina. C’è stato un momento nella storia della Cina nella quale è stato fatto il tentativo di rendere straniero l’uomo nato in quella stessa cultura. Forse anche - come ha detto un grande vescovo ancora vivente della Cina - l’aver sofferto insieme perché la nuova Cina nascesse ha reso ancora più vera l’appartenenza a questo popolo. Credo che il Papa abbia affermato con molta chiarezza tutto questo nella sua lettera del 2007.

D. - Uno dei frutti della Lettera del Papa è la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina che si celebrerà domenica 24 maggio per la seconda volta, in particolare a Napoli. Una sua opinione su questa iniziativa…

R. - Come tutte le iniziative occorrono tempi un po’ lunghi perché diventino parte di una tradizione. Con ogni probabilità lo scorso anno, al di fuori della Cina, non è stato percepito con molta chiarezza il significato di questa Giornata. Credo che invece questa sia una cosa molto importante: la Chiesa in Cina sta davvero vivendo un tempo di grande fertilità e fecondità ma è anche alle prese con sfide e di problemi e, quindi, diventa assai importante mostrare nel valore della preghiera la vicinanza di tutta la Chiesa universale con tutti i cattolici cinesi. Per quanto riguarda Napoli, questa ha avuto una tradizione lunga di interesse verso la Cina; uno dei primi collegi riservati agli studenti cinesi è stato creato nella città di Napoli e credo che ciò sia molto significativo proprio perché coinvolge, nella speranza almeno, una parte sempre maggiore di cattolici che sappiano pregare e farsi carico delle conoscenze e della partecipazione a questa esperienza molto bella che è quella della Chiesa cinese.

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