giovedì 4 giugno 2009

La Chiesa cattolica non intende più tollerare zone grigie nel sacerdozio


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La Chiesa cattolica non intende più tollerare zone grigie nel sacerdozio: preti che convivono, si sposano, hanno figli o lasciano per qualunque altro motivo il loro ministero senza chiedere la riduzione allo stato laicale.
Per questo Benedetto XVI ha approvato una modifica al diritto canonico che dà più potere ai vescovi, invitati a richiamare all'ordine, e se necessario ridurre unilateralmente allo stato laicale, chi non lo faccia di sua spontanea volontà.
La comunicazione ai vescovi è stata data dal prefetto della Congregazione per il clero, cardinale Claudio Hummes, con una lettera di cui oggi l'agenzia cattolica statunitense Cns ha rivelato il contenuto, una serie di norme approvate dal papa nel gennaio scorso, rese necessarie - ha spiegato Hummes alla Cns - da "molte nuove situazioni alle quali la legge canonica non era in grado di dare adeguate risposte".
Un tempo, i preti che decidevano di convivere o sposarsi civilmente informavano il loro vescovo e chiedevano una dispensa dall'obbligo del celibato.
Ora, molti sacerdoti dismettono invece la veste, si sposano civilmente, hanno dei figli ma non avvertono l'esigenza di chiedere la dispensa.
"Per il bene della Chiesa e del sacerdote che abbandona il suo ministero - sostiene Hummes - è bene invece che la dispensa possa comunque avvenire, per riportare la persona interessata in una situazione corretta, specialmente se ci sono dei figli".
Questo perché - aggiunge - i figli di un prete hanno diritto di avere un padre in una situazione corretta agli occhi di Dio e della propria coscienza".
I nuovi poteri dei vescovi, insomma, non devono essere intesi, secondo il prefetto del clero, come una punizione, ma come un "aiuto" a chiarire la propria posizione e quella dei propri congiunti.
Il cardinale ha detto di non disporre di precise statistiche sul numero di sacerdoti che lasciano il ministero senza chiedere la riduzione allo stato laicale, ma ha detto che "é un problema che i vescovi hanno posto all'attenzione della congregazione".
Ora, grazie alle nuove norme canoniche, gli stessi presuli potranno avviare il processo nei confronti di sacerdoti che abbiano lasciato la Chiesa da oltre cinque anni, o che si siano resi protagonisti di un comportamento "scandaloso".
Potranno essere avviate inchieste, comminate ammonizioni, e l'interessato potrà dire la sua. Non sarà più necessario avviare un processo giudiziario come avveniva prima, ma alla fine la scelta dovrà essere chiara.
Le nuove norme non saranno applicate ai casi di pedofilia o di abuso sessuale, che continueranno ad essere soggette a speciali procedure affidate alla Congregazione per la Dottrina della fede.

© Copyright ATS

Suppongo che le norme siano valide anche in Austria, quindi...
:-))

R.

5 commenti:

SERAPHICUS ha detto...

Bisogna vedere di che cosa si tratta. Leggendo l'articolo della cns (http://www.catholicnews.com/data/stories/cns/0902539.htm) rimane un po' di dubbio. Il dubbio che questo possa diventare un boomerang, e che si ritorni a situazioni come all'inizio degli anni settanta.

Mi permetto poi una domanda (che anche altri porranno): Se uno STATO DI FATTO di una persona (sacerdote) rende possibile "laicizzarlo", cioè affermare qualcosa sul sacramento dell'ordine ricevuto, come mai allora il STATO DI FATTO di persone divorziate non meritano una considerazione altrettanto "semplice", basati sui rispettivi STATI DI FATTO e non su considerazioni metafisiche?

Anonimo ha detto...

.... e per gli omosessuali, soprattutto quelli conclamati,nel senso che la loro condizione è conosciuta ai vertici, vescovi e preti che siano...?

gianniz ha detto...

Mi chiedo come sia stata possibile tanta ambigua tolleranza!
Anch'io conosco, e apprezzo, un sacerdote che ha tre figli (che stanno un po’ pagando il loro essere “figli di un prete”) e che è restato sacerdote fino ad ora. Ha sempre tutta la sua fede, dice, ma io mi sono sempre chiesto come questo fosse possibile! Pur essendo italiano, non vive in Italia.

I sacerdoti (nelle mille forzate fisionomie interpretative del ruolo: sacerdoti burocrati, sacerdoti impiegati a tempo determinato, sacerdoti miscredenti, sacerdoti arrivisti, sacerdoti banchieri, sacerdoti imprenditori, sacerdoti operai, sacerdoti padri di famiglia... e mi fermo qui …) sono veramente il punto debole della Chiesa!
E’ vero che, là dove ci sono “buoni e santi” sacerdoti, essi sono anche il punto forte della Chiesa (per fortuna non mancano), ma mi chiedo perché questi ultimi non si sono ribellati? e hanno tollerato l'intollerabile? In fondo il loro “lavoro” veniva continuamente imbrattato e infangato, anzi spesso svuotato, da quelli che si presentavano come un urlante contro-canto quotidiano?
Perché questi “buoni e santi” sacerdoti hanno accettato, senza nemmeno discutere, questo ruolo da “Penelopi” (non è proprio esatta la metafora perché i soggetti che costruiscono, nel nostro caso, non sono quelli che distruggono. però…)?
Tanti sbandamenti, tanti fuggi-fuggi (consapevoli o inconsapevoli), tanti “rompete-le-righe” dei fedeli sono derivati e derivano, sicuramente anche da questo "grande grigio", tollerato e taciuto.
Ben venga la chiarezza!
Spero però che si faccia pulizia offrendo una soluzione, ove possibile, o un lavoro a chi, eventualmente restituito allo stato laicale, ne resta senza. Perché non pensare, per chi ha famiglia e ha mantenuto la fede, ad introdurre un grado di sacerdozio uxorato, distinto dall’altro, come per gli ortodossi o ad ampliare gli spazi del diaconato?
Come suggerisce Seraphicus, anche nei confronti dei divorziati/risposati non si può proprio trovare una soluzione, ben valutata, che permetta alla Chiesa di restare ferma nell’affermazione del matrimonio come sacramento indissolubile, ma anche di essere accogliente con chi non ha la chiarezza o la forza di restare “fedele”?
La Chiesa faccia chiarezza e azzeri il più possibile le zone “grigie!! Ne va della sua credibilità, come chiesa!

mr. hyde ha detto...

eh, da quanto vanno avanti queste zone grigie? sembrerebbe parecchio, e con tutta la giusta e santa indignazione che possono provocare non pretendiamo però che in pochi mesi Papa Benedetto sistemi tutte le "pendenze" (sacerdoti padri e conviventi, divorziati risposati, omosessuali nel clero e fuori) che i suoi predecessori hanno lasciato ingrigire per decenni. Come chiedeva tempo fa qualcuno che per la verità non mi è molto simpatico, lasciamolo lavorare...

euge ha detto...

:Come chiedeva tempo fa qualcuno che per la verità non mi è molto simpatico, lasciamolo lavorare...
Per Mr hyde:

E' qui il problema lo lasceranno lavorare?????!!!!!!!! Lascieranno che il Pontefice azzeri il più possibile le tante zone grigie che i suoi predecessori ed anche i venerati fratelli nell'episcopato e nel sacerdozio hanno lasciato incancrenire per anni, anni ed anni?
Voi che dite?