lunedì 22 giugno 2009

Se il quesito è “cos’è l’uomo”, il progresso scientifico va oltre la materia, dice don Verzé

Clicca qui per leggere l'articolo de "Il Domenicale" segnalatoci da P.M. (il testo si trova nella seconda metà della pagina)

2 commenti:

sam ha detto...

MAH... !!!

La cosa che davvero mi infastidisce è il veder usare citazioni estrapolate di Benedetto XVI per cercare di confermare, benedire e dare una patente di orotdossia a quelle di Verzè.
E' chiaro che argomentando di "fede e ragione" le assonanze possono trarre in inganno un lettore poco accorto, ma in realtà i fondamentali alla base della luminosa verità Ratzingheriana da un lato e degli oscuri labirinti milanesi dall'altro, sono opposti.

Se posso semplificare e riassumere in poche parole, direi che Verzè & Co. credono che la via per Dio sia l'uomo; Ratzinger e la sana dottrina della Santa Chiesa Cattolica professano che la via per l'uomo è Dio.

In altre parole, nella visione di Verzè, Martini e compagnia cantante, l'uomo è la via per arrivare a Dio.
Invece il Vangelo insegna che è Dio che si china sull'uomo che Lo teme (vale a dire che ne riconosce l'inarrivabile grandezza e al contempo l'autorità amorevole e paterna) e che proprio Dio, il Dio incarnato, è la via che consente all'uomo di ritrovare se stesso e la propria identità originaria, che era stata perduta con la caduta del peccato originale.

Papa Ratinger è davvero straordinario e fa miracoli.
Sta riuscendo nell'impresa di far coalizzare (e nel contempo di farli venire allo scoperto) i falsari di destra e di sinistra, di stampo conservatore o progressista, perchè l'impostura è trasversale e in fin dei conti ha un solo vero nemico comune - Cristo e la Sua Santa Chiesa - ed ora, con Sua Santità Benedetto XVI, inizia ad avere davvero paura.

sam ha detto...

Volevo anche precisare, per evitare equivoci, che penso che il Card.Martini e Don Verzè siano in buona fede e credo all'amore che dichiarano per Gesù Cristo e per la Chiesa, per lo meno come la intendono loro.
Credo tuttavia che una certa arroganza intellettuale accechi lo spirito ed esponga a divenire inconsapevolmente strumenti d'impostura nelle mani del grande falsario e delle sue diramazioni.
Quindi non ho alcun giudizio contro i due eminenti, benchè ne giudichi malamente le dottrine.
Comunque accetto eventuali critiche ed anzi mi accuso io stessa dei miei eccessi di indignazione e di zelo.
Che l'esempio di Benedetto XVI mi converta.