domenica 26 luglio 2009

La benedizione del Papa all’Angelus per tutti i nonni del mondo, nell’odierna festa di Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù (Radio Vaticana)


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La benedizione del Papa all’Angelus per tutti i nonni del mondo, nell’odierna festa di Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù

Oggi, nella Festa dei Santi Gioacchino ed Anna, genitori di Maria, il pensiero del Papa all’Angelus è corso a tutti i nonni del mondo, chiamati all’importante compito educativo dei nipoti. Benedetto XVI, che sta per lasciare la residenza estiva di Les Combes, ha condiviso con i fedeli una riflessione sul ruolo dei sacerdoti in ogni tempo, ringraziando infine tutti quanti lo hanno accolto con affetto e dedizione nel periodo feriale trascorso in Val d’Aosta. Il servizio di Roberta Gisotti.

Tanti i fedeli, circa 5 mila, giunti da diverse regioni italiane e da altri Paesi a salutare Benedetto XVI nella casa salesiana di Les Combes, prima della sua partenza prevista mercoledì prossimo, dopo due settimane di riposo, “tra le belle montagna della Valle d’Aosta”. “Giornate segnate da vera distensione, malgrado il piccolo infortunio”, ha sottolineato il Papa ringraziando con affetto coloro che sono stati accanto a lui “con discrezione e grande dedizione”: il l’arcivescovo di Torino, cardinale Poletto, il vescovo di Aosta mons. Anfossi, il parroco di Les Combes, le autorità civili e le forze dell’Ordine e quanti lo hanno seguito per radio e Tv.

Si è poi soffermato sulla pagina evangelica di Giovanni, laddove racconta di Gesù che diede da mangiare a migliaia di persone con solo cinque pani e cinque pesci, traendo spunto per una riflessione sulla missione sacerdotale:

“In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente? E leggendo di quell’anonimo ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos’è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione? E la risposta la dà il Signore: proprio mettendo nelle sue mani “sante e venerabili” il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!”
Il pensiero del Santo Padre è corso poi ai Santi Gioacchino ed Anna, “i genitori della Madonna – ha ricordato – e dunque i nonni di Gesù”. Da qui l’invito a pregare per tutti i nonni “che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita”.

“Il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un’adeguata presenza accanto ai figli, nell’età della crescita. Affido alla protezione di sant’Anna e san Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione”.

Non solo i nonni ma gli anziani tutti, nei saluti finali del Papa “specialmente quelli - ha voluto ricordare – che potrebbero trovarsi più soli e in difficoltà.” Poi una raccomandazione rivolto ai pellegrini nelle varie lingue, “a ritirarsi in silenzio per pregare” in questo periodo e “a non dimenticare Dio durante le vacanze”, perché siano “un periodo di grande gioia passato insieme alle famiglie e di profondo rinnovamento spirituale”, e “che in ogni famiglia regni lo spirito d’amore e di fedeltà”, che unì Gioacchino ed Anna. Commovente la presenza tra i fedeli di una ragazza di Torino in coma da 18 anni e di diversi bambini malati, che il Papa ha potuto benedire. Infine un indirizzo in dialetto valdostano.

“Cher Valdôtains, ze si fran content d’itre inquie avui vo. Preiode pe me e pe totta l’Eglieise. A cieutte ze suetto on bon izoten!” (Cari Valdostani, sono proprio contento di essere qui con voi. Pregate per me e per tutta la Chiesa. A tutti auguro una buona estate!)

Prima dell’Angelus con il Papa la comunità di Les Combes ha partecipato alla Messa presieduta dal vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, concelebrata dai vescovi di Ivrea, Asti, Mondovì e Ventimiglia-San Remo. In questa occasione, mons. Anfossi ha rimarcato come la sua diocesi abbia accolto per ben 13 volte un Papa, interrogandosi sul significato più profondo di questo privilegio, “un invito a non lasciar cadere le grazie particolari” che vengono dalla persona di Benedetto XVI e dai suoi insegnamenti, per “approfondire”, per “studiare più di quanto non facciamo di solito” – ha sottolineato il presule – e “meditare religiosamente” su ciò che dice e scrive il Papa.

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1 commento:

euge ha detto...

Questo saluto particolare ai nonni mi ha commosso. Anch'io ho avuto una nonna che ho perso due anni fa, che mi ha cresciuta si può dire in quanto i miei genitori lavoravano entrambi. Ho sofferto molto per la sua perdita anche se non sono più una bambina. Probabilmente tra nipoti e nonni si instaura un rapporto anche fatto di piccole complicità che non sempre, forse si riesce ad instaurare con i propri genitori. Delle parole che mi hanno fatto un immensa tenerezza.
Grazie Santità
- SEMPRE CON BENEDETTO XVI -