domenica 23 agosto 2009

Carlo Di Cicco: "La riforma della Chiesa che il Papa va proponendo e spiegando è radicata nella Parola di Dio..." (editoriale monumentale)


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Un libro per vivere

Questa pagina del nostro giornale vuole essere un sostegno a quel cambiamento di sensibilità che, nella Chiesa cattolica, accanto all'Eucaristia pone l'ascolto della Parola di Dio, considerandoli i due pilastri basilari per alimentare la fede cristiana nel nostro tempo.
Lo spunto ci viene dalla pubblicazione della prima ricerca sociologica internazionale sulla diffusione della Bibbia nel mondo presentata nelle linee essenziali all'ultimo Sinodo dei vescovi dedicato, appunto, alla Parola di Dio. L'inchiesta è stata promossa dalla Federazione biblica cattolica nel quarantesimo anno della sua fondazione e documenta il buon lavoro compiuto sinora per la conoscenza e la diffusione della Bibbia.
Voluta da Paolo VI, la Federazione esprime la volontà determinata dei Pontefici a mettere in pratica la costituzione Dei verbum. Questo testo del concilio Vaticano II ha rianimato e motivato la vita cristiana di milioni di fedeli, laici ed ecclesiastici, perché rende familiare Dio nella vita quotidiana e insegna a vedere e giudicare gli eventi piccoli e grandi con i suoi occhi e ad agire secondo il suo Spirito. Ed è attuale un'azione pastorale che vuole rendere la Bibbia, specialmente letta, ascoltata e pregata nella liturgia, fonte dell'azione cristiana.
Benedetto XVI lo richiama puntualmente nel suo magistero solenne e ordinario con il quale intende formare cristiani capaci di rendere ragione della propria speranza nel mondo moderno e alla Sacra Scrittura egli attinge ordinariamente per le sue catechesi e omelie.
La riforma della Chiesa che il Papa va proponendo e spiegando è radicata nella Parola di Dio. Come lo è la sua capacità di leggere i segni dei tempi e di porsi in dialogo con le culture moderne, comprese quelle attraversate dalla rivoluzione informatica. Lo stile di vita cristiana proposto da Benedetto XVI discende dall'ascolto della Parola di Dio.
Egli non offre una propria riflessione sulla quale apporre una episodica conferma della Sacra Scrittura, ma giustifica la sua attenzione ai diversi aspetti dell'esistenza umana a partire dalle sollecitazioni della Bibbia stessa.

Il Papa è convinto che la nuova evangelizzazione, strategia unificante di tutta la pastorale di oggi, debba partire da un ritorno alla Parola di Dio. Come del resto lo fu agli inizi della Chiesa.
"È urgente - scriveva nel 2006 nel suo primo messaggio per la Giornata mondiale della gioventù - che sorga una nuova generazione di apostoli radicati nella parola di Cristo, capaci di rispondere alle sfide del nostro tempo e pronti a diffondere dappertutto il Vangelo".
E aggiungeva: "Cari giovani, vi esorto ad acquistare dimestichezza con la Bibbia, a tenerla a portata di mano, perché sia per voi come una bussola che indica la strada da seguire. Leggendola, imparerete a conoscere Cristo".
La scelta di Joseph Ratzinger di scrivere un libro su Gesù di Nazaret, dove al Vangelo viene riconosciuta un'attualità storica e normativa pure nella nostra età dominata dalla scienza, non è il lusso di un teologo, ma un segnale chiaro in un tempo in cui Gesù Cristo viene proposto come uno dei tanti miti umanitari e la Chiesa avverte il bisogno di fondare solidamente le verità da credere, ripartendo da quel Gesù senza il quale non ha senso la fede cristiana.
Se c'è un libro che oggi richiede una scoperta personale, questo è senza dubbio la Bibbia. Masticarlo non è facile, ma non impossibile, specialmente per i tanti che, credenti e non, cercano un senso alla vita e alle piccole e grandi cose che la vita ci presenta ogni giorno in faccia, non di rado dolorosamente. La Bibbia, quando la si avvicina, non si rivela soltanto un libro, per quanto avvincente o suscitatore di travolgenti passioni. È infatti l'unico testo che, dietro la cortina di una conoscenza in chiaroscuro del mistero del bene e del male che ci inquieta sempre, lascia intravedere la presenza di qualcuno che forse cerchiamo senza sapere e che è lì, per camminare con noi, per liberarci dai pesi, quando ci pare che nulla, neppure l'amore, abbia più senso e nessuno riesce a raddrizzare le nostre spalle incurvate dalla fatica di vivere.

c. d. c.

(©L'Osservatore Romano - 23 agosto 2009)

Bellissimo editoriale! Era da tempo che non si leggeva un contributo cosi' bello sull'Osservatore.
Grazie al vicedirettore Di Cicco per questo "volo" nel Magistero di Benedetto XVI
.
R.

9 commenti:

mariateresa ha detto...

buona domenica a tutti e in particolare a te Raffaella. E' bello tornare e leggere questo editoriale così ricco di spunti.
Voi non avete idea di come aspetto l'Angelus e che voglia ho di rivedere il nostro Benedetto.
Buona giornata di festa a tutti.

Raffaella ha detto...

Bentornata Mariateresa, ci sei mancata tantissimo :-))
Un abbraccio
R.

sonny ha detto...

Ciao a tutti e in particolare a Mariateresa. Bentornata!!!
Buona domenica a tutti gli amici del blog..in attesa del nostro Benedetto.

Anonimo ha detto...

peccato che il "cambiamento di sensibilità" del Papa riguardi specificamente la Liturgia e di questo si sta molto parlando in questi giorni.
Che bisogno c'era, se non si è dissonanti con lui, di mettere tanta enfasi sul "pilastro" della Parola?

SERAPHICUS ha detto...

Perché "bellissimo editoriale"?? Forse per gli standard dell'Osservatore lo è (almeno è leggibile). Ma leggendolo attentamente - si scopre soltanto, quanto poco l'operato del Papa sia compresa.

"Il Papa è convinto che la nuova evangelizzazione, strategia unificante di tutta la pastorale di oggi, debba partire da un ritorno alla Parola di Dio":
Ma che dice?? Il "ritorno" alla parola come "strategia pastorale"??? Un "ritorno" magari sotto la guida di sedicenti "catechisti"? Ecc. ecc. E poi: perché "ritorno"??? Cosa vuole questo autore?

Insomma: di nuovo c'è qualcuno che proprio non è in grado di camminare con il Papa. E purtroppo sono sempre gli stessi che vogliono distogliere lo sguardo dalla vera "riforma" necessaria.

Anonimo ha detto...

Ciò che Benedetto sta facendo rimarrà a lungo e datà frutti a lungo termine quando nè lui nè io ci saremo più. Ma se il lavoro del Papa resterà a lungo e datà molto frutto, quanto resterà il contro-lavoro di tanti Vescovi?

Quanta meschinità nella Chiesa: molti non riescono a vedere che le basi, granitiche, che il Papa pone per il suo progetto di riforma (basi fatte di lentezza, gradualità, esempio e nessuna imposizione) daranno solidità al suo lavoro; chi si oppone (penso a quei Vescovi, per esempio, che ostacolano il motu propio) al Papa ha come fondamenta del suo lavoro le sabbie mobili di una imposizione di vedute limitate fatta non solo contro le norme ma contro lo stenso buon senso.

Antonello

Anonimo ha detto...

Sarò malevolo, ma a me questo editoriale non sembra così bello: non per quel che dice sulla Parola, ma per quello che non dice sulla liturgia, visto che altri commentatori hanno capito benissimo quale vada colta come parte centrale della "riforma".
L'OR è un po' meno papale-papale e per quel giornale non è un complimento.

Raffaella ha detto...

Grazie a tutti per i commenti.
Ci (mi) aiutano a crescere ed a riflettere sulla forma ed il contenuto degli articoli.
R.

integralista ha detto...

Chi non ha capito nulla dell'importanza della liturgia e chi non frequenta la Chiesa DEVE STARE ZITOO!!!!!
Son intollerante e integralista nei confronti di chi oarla e dà fiato solo per criticare il Papa e fare il confronto con il Predecessore senza conoscere nulla né dell'Uno né dell'Altro. Hanno mai letto le encicliche di Giovanni Paolo II o dicevano solo che era simpatico perchè faceva battute? Devo smettere se no finisce che mi lascio andare troppo. Quante polemiche sciocche, inutili, intollerabili.
Basta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!