domenica 16 agosto 2009

Il card. Tettamanzi sulla RU486: il dovere della Chiesa è proclamare il valore della vita (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo questi due commenti di Salvatore Izzo:

RU486: CARD. TETTAMANZI, DOVERE CHIESA E' PROCLAMARE VALORE VITA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ago.

Davanti a decisioni come quella che autorizza l'uso della pillola bortiva RU486, la Chiesa sente ''forte il bisogno e grave il dovere pastorale, nel contesto che stiamo vivendo di dire una chiara e precisa parola sull'inviolabilita' della vita di ogni essere umano: una parola offerta al credente e insieme ad ogni persona di buona volonta'''. Lo ha detto l'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi nell'omelia pronunciata in Duomo per la festa dell'Assunta, della quale il quotidiano della Cei Avvenire pubblica ampi stralci. ''E' doveroso - spiega il cardinale - discutere di una pratica abortiva che comporta pericoli e rischi riguardanti, tra l'altro, la salute della donna, la non conformita' con una legge dello Stato, la non considerazione di tutti i titolari dei diritti in gioco, la privatizzazione estrema e la banalizzazione di un gesto umano che esige grande responsabilita''', ha spiegato Tettamanzi, avvertendo pero' che ''questi e altri pericoli non possono sostituire o mettere tra parentesi la questione centrale e decisiva, quella che tocca la sostanza delle cose: e questa e' l`eliminazione di un essere umano, sia pure nei suoi primi stadi di sviluppo, essere umano che viene derubato del diritto fontale alla vita''.
Per Tettamanzi, infine, ''in questa discussione non puo' affatto mancare un'attenzione altrettanto decisiva per il giusto sviluppo della societa' e della sua civilta': quella dell'opera educativa formativa, che per la Chiesa Maestra e Madre - annunciatrice e testimone del Vangelo e della dignita' di ogni uomo - e' primaria e assolutamente irrinunciabile: un'opera educativa sempre aperta, lunga, difficile, faticosa, a confronto continuo con ideologie e posizioni di rifiuto, ma vincente perche' e' l'unica che dice amore vero per ogni uomo e che sa sprigionare autentico senso della vita, della sua dignita' e inviolabilita': a beneficio di tutti, e in ogni campo della convivenza sociale''.

© Copyright (AGI)

CEI: CROCIATA, POLITICA ALZI TIRO, URGONO SOLUZIONI CONDIVISE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ago.

La politica ha il dovere di proporre all'Italia ''una riflessione alta, una visione d'insieme responsabile e di lungo periodo, se non si vuole privare il Paese di soluzioni ponderate e condivise''. E' questo il forte appello rivolto a maggioranza e opposizione dal segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, in un editoriale scritto per il quotidiano cattolico Avvenire. ''Quanti portano la responsabilita' della cosa pubblica sono chiamati - ricorda il vescovo - a ritrovare la capacite' di progettare, di prendersi a cuore il futuro dell'intera collettivita' e di ricercare il bene di tutti e di ciascuno, nell'impegno per la costruzione di una buona societa' e di un vero sviluppo umano e integrale'', secondo la linea indicata dal Papa nella ''Caritas in veritate''.
''Troppo spesso - lamenta il presule - il dibattito sociale e politico si consuma invece in una quotidianita' irretita dalle sirene del consenso facile e immediato e, talvolta, da tendenze meno nobili che sempre riafforano nel corpo sociale, dando spettacolo di poverta' di idee e irresolutezza''. E' urgente, invece, tornare a ''nutrire visioni grandi, vero bisogno degli umani'', come suggerisce la festa dell'Assunta che ricordandoci la partecipazione di Maria alla gloria del Figlio Risorto, ''ci trasmette l'appello a integrare nella nostra esistenza di credenti l'orizzonte ultimo che la rende autentica''.
In un'intervista alla Radio Vaticana, l'arcivescovo di Loreto, mons. Giovanni Tonucci fa eco alle parole del segretario della Cei, indicando un aspetto concreto che deve essere risanato nella societa' di oggi.
''A me - confida - piace pensare l'Assunzione come una festa dell'umanita' e una festa del corpo umano; e' la glorificazione del corpo, quindi io lo vedo come un messaggio, allo stesso tempo di gloria ma anche di purezza. Nella mercificazione del corpo, in tutti gli aspetti che ci sono, la umiliazione del corpo umano, ritorna una proposta di essenzialita' e allo stesso tempo di pulizia. Maria come donna ideale che viene chiamata al Cielo nella totalita' della sua umanita'. Credo - conclude mons. Tonucci - che sia un messaggio per ciascuno di noi per dire: il mio corpo, il nostro corpo ha una sua dignita' da rispettare perche' sia veramente degno di essere chiamato alla presenza di Dio''.

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1 commento:

laura ha detto...

Molto difficile proporre un discorso del genere in una società in cui la trrasgressione è diventata regola e la morale è vista come un orpella da cui òiberarsi. La pillola RU 486 è solo un altro mezzo per banalizzare la vita e addormentare la coscienza , come se, cambiando il sistema, la gravità diminuise. Il problema è a monte. Anche la semplice contraccezione agisce impedendo l'annidamento di un ovulo eventualmente fecondatoe e l'unico modo per rispettare la vita e il proprio corpo è l'astinenza periodica richiesta da imetodi naturali, che son sicuri, innocui e praticabili anche da persone con scarssissima cultura. Occorre solo la continenza e il rispetto di sé e dell'altro, ma, simili propsote non posson neppure essere fatte. Nei paesi in via di sviluppo vengono accettate e funzionano, da noi, si decide di far nascere e d ifar morire e niente ha più valore. Tutte le dipendenze e gli abusi disotanza che aumentano in Italia hanno alla basa l'assoluta mancanza del senso del limite, in nome di nua libertà senza regole che porta alla peggiore cschiavitù possibile e, talvolta, addirittura alla morte, ma sembra che non interessi a nessunolaur