venerdì 9 ottobre 2009

Abusi sessuali, i vescovi irlandesi incontrano le vittime. Illustrata la linea di «tolleranza zero» adottata da Benedetto XVI (Galli)


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Abusi, i vescovi irlandesi incontrano le vittime

Monsignor Martin e il primate della Chiesa locale hanno ricevuto i rappresentanti di tre associazioni che riuniscono le persone che hanno subito violenze in istituti religiosi

DI ANDREA GALLI

Sono ancora fresche le parole pronun­ciate il 30 settembre dall’osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, monsignor Silvano Tomasi.
Ri­spondendo al rappresentante dell’Unione Internazionale Etica e Umanista, che solle­citava la comunità internazionale a chiede­re conto al Vaticano degli abusi sessuali com­messi da esponenti del clero cattolico, il pre­sule ha illustrato la linea di «tolleranza zero» adottata da Benedetto XVI; ha invitato ad abbandonare gli stereotipi e a guardare i da­ti, da cui risulta per esempio che nell’«epi­centro » dello scandalo, gli Usa, le chiese pro­testanti sono state colpite da un numero maggiore di accuse e che il problema è lar­gamente diffuso anche nel mondo ebraico; ha ricordato come la probabilità di abusi sui minori sia enormemente più alta in conte­sti che vedono coinvolti babysitter, amici, parenti o vicini; infine ha aggiunto: «Come la Chiesa Cattolica si è data da fare per fare pulizia in casa, sarebbe buono che altre isti­tuzioni e autorità, dove la maggior parte de­gli abusi sono stati segnalati, potessero fare lo stesso, e ne informassero i media».
Un esempio di questa opera di pulizia e tra­sparenza che va avanti è sicuramente quan­to avvenuto mercoledì scorso a Maynooth, a una ventina di chilometri da Dublino.
Du­rante l’assemblea della Conferenza episco­pale irlandese, i vescovi hanno discusso il “Commission to inquire into child abuse re­port” firmato dal giudice Sean Ryan, ossia il rapporto della commissione di indagine i­stituita nel 1999 su input governativo per fa­re chiarezza sugli abusi nei riformatori e nel­le scuole di ordini religiosi. Un rapporto di 3.500 pagine in cinque volumi – reso noto lo scorso giugno – che ha documentato una si­tuazione, specialmente fra gli anni ’30 e ’60, dove gli abusi erano da considerarsi «ende­mici ». A margine dell’Assemblea, l’arcive- scovo di Dublino, monsignor Diarmuid Mar­tin, e il primate della chiesa irlandese, il car­dinale Sean Brady, hanno incontrato i rap­presentanti di tre tra le più importanti asso­ciazioni (Soca Ireland, Alliance Group e Ri­ght to Place) che riuniscono le vittime di a­busi sessuali avvenuti in istituzioni rette da religiosi. L’incontro – il primo di questo ge­nere a livello ufficiale – segue una lunga se­rie di rivelazioni, di scandali e di inchieste che hanno scosso il Paese e la Chiesa negli ultimi anni. Ultimo choc in ordine di tempo è stato, appunto, il cosiddetto Ryan Report.
«Siamo profondamente addolorati e pieni di vergogna per i bambini che hanno così sofferto in quegli istituti», aveva commentato a caldo il cardinale Brady lo scorso giugno, annunciando la volontà della Chiesa di sa­nare le ferite del passato.
Mercoledì è avve­nuto «il primo di una serie di passi che la Chiesa ha intenzione di compiere», ha det­to sempre Brady incontrando la stampa.
Un cammino ancora lungo e che richiede la buona fede di molti, anche fuori dalla Chie­sa evidentemente. Ha fatto rumore, per e­sempio, la pubblicazione a fine estate di Re­sponding to the Ryan report, un libro scritto da dal padre redentorista Tony Flannery, che denuncia il livore anticlericale e la parzialità con cui i più importanti media irlandesi han­no coperto lo scandalo degli abusi sessuali. E che chiede di portare il dibattito su un pia­no di maggiore obiettività, scongiurando «linciaggi» e pericolosi processi sommari.

© Copyright Avvenire, 9 ottobre 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

a me pare che la tolleranza zero non si sarebbe dovuto aspettare BXVI per adottarla; i vescovi avrebbero dovuto farlo da soli: sono o non sono i padri del loro gregge? E quando un figlio sbaglia, ma sbaglia grosso, un padre che fa finta di nulla?

Nella Chiesa è venuto a mancare il senso dell'autorità. Ecco il punto.