domenica 25 ottobre 2009

Cattolici-Ortodossi: Il dialogo, una strada senza ritorno (Geninazzi)


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Il dialogo, una strada senza ritorno

I delegati concordi sulla necessità di proseguire il confronto sul ruolo del vescovo di Roma, al centro anche della prossima assise. Fallita la protesta di un gruppo tradizionalista ortodosso

Luigi Geninazzi

DAL NOSTRO INVIATO A PAFOS (C IPRO)

Cattolici e ortodossi si ritrovano in­sieme per discutere del primato del Papa, tema nevralgico sulla via della riunificazione. Ed infatti a qual­cuno saltano i nervi.
Non dentro la riu­nione ma fuori. L’undicesima Assem­blea plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa orto­dossa è stata disturbata dalle contesta­zioni di un gruppo tradi­zionalista. All’inizio dei lavori qualche decina di monaci e sacerdoti orto­dossi ha inscenato una plateale manifestazione per protestare contro quella che ritengono « u­na vergognosa sottomis­sione al Papato» .
Si sono schierati attorno alla pic­cola chiesa di San Gior­gio, nei pressi dell’omo­nimo hotel dove era in corso la riunione, decisi ad impedire la celebra­zione liturgica da parte dei delegati cat­tolici che, per non cadere nella provo­cazione, hanno detto Messa in un salo­ne dell’albergo.
«Hanno cercato d’inti­midire i rappresentanti ortodossi che hanno mostrato qualche imbarazzo. Ma poi si sono ripresi dall’inevitabile choc ed hanno riaffermato con forza la loro volontà di procedere nei lavori » , ci dice monsignor Eleuterio Fortino, co- segre­tario della Commissione mista e figura storica del dialogo ecumenico. Insom­ma, la protesta si è risolta in un boo­merang. L’arcivescovo di Cipro, Chry­sostomos II, si è arrabbiato tantissimo e ha annunciato che nei riguardi di que­sti « fanatici » verranno prese delle san­zioni. Sul caso ha preso posizione an­che l’assemblea dei delegati. « Conside­riamo unanimemente le reazioni nega­tive al dialogo da parte di alcuni circoli ortodossi come totalmente infondate, false ed ingannevoli – si può leggere nel comunicato finale –. Tutti i membri or­todossi della Commissione hanno riaf­fermato che il dialogo continua nella fe­deltà alla Verità ed alla Tradizione della Chiesa » .
Un dialogo fraterno e a­michevole nell’ambiente solare di uno splendido hotel affacciato sul mare da cui, dice la leggenda, nacque Venere.
Vescovi e metropoliti in mezzo a turisti in ma­glietta, non è spettacolo di tutti i giorni. Ma qui a Pafos c’è stato un dialogo serio, impegnativo e dif­ficile. Lo si può intuire già dal tema dell’incontro, « Il ruolo del vescovo di Ro­ma nella comunione della Chiesa nel primo millennio » .
Lo ammette chiaramente l’arcivescovo Hilarion che guida la delegazione rus­sa: « ci sono divergenze non solo fra cat­tolici e ortodossi ma anche al nostro in­terno » . Se a Ravenna nel 2007 si trovò l’accordo sul fatto che nella Chiesa an­tica il vescovo di Roma era il « protos » , il primo nell’ordine canonico, qui a a Pafos si è entrati nel vivo della questio­ne, esaminando i testi patristici ed i ca­noni apostolici. Appare evidente « l’in­flusso speciale » esercitato sulla Chiesa dal vescovo di Roma ma sono nate di­vergenze sull’interpretazione del suo ruolo. «Non ci può essere co­munione e sinodalità nella Chie­sa senza primato. E parliamo di un primato non semplicemente d’onore. Il primato implica una responsabilità, non è una sem­plice questione organizzativa ma riguarda l’essenza della Chiesa » . A dirlo non è un vescovo cattoli­co ma un metropolita ortodos­so, Ioannis di Pergamo, co- pre­sidente della Commissione mi­sta insieme con il cardinale Ka­sper ed uno dei più autorevoli teologi viventi.
Parlando con lui ci si accorge di come siano ormai alle spalle i tempi in cui il primato del Papa era considerato negli ambienti ortodossi come una be­stemmia o una forma d’imperialismo ecclesiastico.
Ma la strada del dialogo è ancora lunga. « E i nostri lavori procedono troppo len­tamente, bisogna cambiare andatura » si lamenta il metropolita Gennadios di Sassima, co- segretario di parte orto­dossa della Commissione.
Dopo una settimana di riunioni, ci di­ce, « abbiamo affrontato solo la metà del testo- base sottoposto alla discussione dell’assemblea» .
Si è quindi deciso di continuare i lavori a Vienna l’anno prossimo, a settembre. « Il dialogo è una strada senza ritorno » affermano tutti i delegati. E qui a Pafos, ospiti della Chiesa più antica dopo quel­la di Gerusalemme, l’ecumenismo è or­mai di casa.
L’isola di Cipro si prepara ad accogliere nel giugno del 2010 Bene­detto XVI. Una visita che rilancerà il dia­logo con l’intero mondo ortodosso.

© Copyright Avvenire, 24 ottobre 2009

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