domenica 8 novembre 2009

Il Papa: La Chiesa sia segno luminoso di speranza per l'umanita' del Terzo millennio (Radio Vaticana)


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“La Chiesa sia segno luminoso di speranza per l'umanita' del Terzo millennio'': così Benedetto XVI, che a Brescia ricorda parole di Papa Montini sulla Chiesa “povera e libera” e il suo rapporto con il mondo

E’ festa nella diocesi di Brescia che oggi accoglie il Papa alla sua prima visita pastorale a trent’anni dalla morte di Paolo VI e in omaggio a san’Arcangelo Tadini. Dal mattino presto, sfidando la pioggia, migliaia di fedeli si sono disposti lungo il tragitto della papa-mobile che ha portato Benedetto XVI dallo scalo militare di Ghedi, dove è giunto alle 9.30 salutato dalle autorità, a Botticino sera.
”Vogliamo il papa” hanno scandito i bambini mentre il pontefice entrava nel santuario per una preghiera davanti alle spoglie di Tadini, una figura che, ha detto benedetto XVI alla comunità parlando a braccio “invita tutti ad amare Dio e a lavorare per un mondo fraterno nel quale ognuno vive non per sé ma per gli altri”.Poi la partenza per Brescia, dove durante la Messa il Papa ha ricordato Paolo VI e il suo amore per una Chiesa forte, radicata in Cristo e quindi vicina all’uomo, modello per il dialogo col mondo contemporaneo. Il servizio della nostra inviata Gabriella Ceraso.


La Chiesa sia segno luminoso di speranza per l’umanità” è la preghiera rivolta dal Papa a Maria nel ricordo di Paolo VI. Ad ascoltarlo 12mila fedeli, nella piazza intitolata al Papa bresciano. Molti di più quelli per le strade del centro della città e in piazza Loggia dove Benedetto XVI ha sostato in preghiera, come in passato Giovanni Paolo II, davanti la stele ricordo della strage del 1974. Quindi l’arrivo sul sagrato del Duomo tra tantissimi applausi, volti sorridenti e centinaia di bandierine bianche e gialle, sulle note del Tu es Petrus…

Sul palco bianco posto sul sagrato del Duomo, le parole del vescovo mons Luciano Monari: “Santità - ha detto - ci faccia sentire l’ardore con cui dobbiamo vivere l’esaltante vocazione cristiana". Poi il saluto del sindaco Adriano Pàroli che ha rinnovato la fedeltà alla tradizione bresciana fatta di fede e giustizia sociale. Prima della Messa nella cattedrale seicentesca altri incontri: il Papa sfila davanti al monumento di Paolo VI e si ferma con i malati, i seminaristi e le claustrali. Poi il solenne inizio del rito col clero bresciano.

“E’ una gioia spezzare il pane qui dove nacque e si formò il servo di Dio Giovan Battista Montini” dice con affetto il Papa alla folla, con cui medita sul mistero della Chiesa a partire dall’icona evangelica della vedova povera che getta nel tesoro del Tempio gli ultimi spiccioli che le rimangono. La Chiesa, spiega il Papa, è un’organismo spirituale concreto, che prolunga nel tempo e nello spazio l’oblazione del figlio di Dio, un sacrificio decisivo agli occhi del Padre, in cui è condensato tutto l’amore divino, come è concentrato nel gesto della vedova tutto il suo amore per Dio e per i fratell:

“La Chiesa, che incessantemente nasce dall’Eucaristia, è la continuazione di questo dono, di questa sovrabbondanza che si esprime nella povertà, del tutto che si offre nel frammento. È il Corpo di Cristo che si dona interamente, Corpo spezzato e condiviso, in costante adesione alla volontà del suo Capo. Sono lieto che stiate approfondendo la natura eucaristica della Chiesa, guidati dalla Lettera pastorale del vostro Vescovo”

Questa è la Chiesa che il Servo di Dio Paolo VI ha amato e cercato di far comprendere, di cui, con cuore palpitante scriveva di voler comprendere tutto, storia destino, sofferenze, sforzo di perenne fedeltà, di volerla abbracciare e amare in ogni sua componente. A lei guardava, prosegue, come la sposa di tutta la vita e a lei lasciava in punto di morte l’invito ad avere il senso dei bisogni veri e profondi dell’umanità e a “camminare povera cioè libera, forte e amorosa verso Cristo”.

Così deve essere la comunità ecclesiale per riuscire a parlare all’umanità contemporanea. L’incontro e il dialogo della Chiesa con l’umanità di questo nostro tempo stavano particolarmente a cuore a Giovanni Battista Montini in tutte le stagioni della sua vita, dai primi anni di sacerdozio fino al Pontificato. Egli ha dedicato tutte le sue energie al servizio di una Chiesa il più possibile conforme al suo Signore Gesù Cristo, così che, incontrando lei, l’uomo contemporaneo possa incontrare Lui, perché di Lui ha assoluto bisogno.

Questo, spiega il Papa, è l’anelito di fondo del Concilio Vaticano II e anche la riflessione di Paolo VI sulla Chiesa, come espressa nell’Enciclica Ecclesiam suam. Chiesa che voleva basata sulla coscienza di sé, bisognosa di rinnovamento sul modello di Cristo, e in relazione con il mondo esterno. Quindi l’appello al clero bresciano.

Come non vedere che la questione della Chiesa, della sua necessità nel disegno di salvezza e del suo rapporto con il mondo, rimane anche oggi assolutamente centrale? Che, anzi, gli sviluppi della secolarizzazione e della globalizzazione l’hanno resa ancora più radicale, nel confronto con l’oblio di Dio, da una parte, e con le religioni non cristiane, dall’altra? La riflessione di Papa Montini sulla Chiesa è più che mai attuale; e più ancora è prezioso l’esempio del suo amore per lei, inscindibile da quello per Cristo.

Il mistero della Chiesa, continua il Papa, citando l’Ecclesiam suam, deve essere un fatto vissuto, un’esperienza per l’anima e non un semplice oggetto di conoscenza teologica e ciò presuppone una robusta vita interiore. Ed è qui che l’omaggio a Paolo VI si fa esplicito:

Carissimi, che dono inestimabile per la Chiesa la lezione del Servo di Dio Paolo VI! E com’è entusiasmante ogni volta rimettersi alla sua scuola! È una lezione che riguarda tutti e impegna tutti, secondo i diversi doni e ministeri di cui è ricco il Popolo di Dio, per l’azione dello Spirito Santo.

In particolare, nell’anno sacerdotale, il Papa ricorda la lezione di Paolo VI ai seminaristi e ai sacerdoti presenti. Prima sul celibato: “verginità consacrata”, dice "come amore verginale di Cristo fu quello per la Chiesa”, poi incoraggiandoli a confidare, come faceva Paolo VI anche nei difficili Anni 60 solo in Gesù Cristo per il futuro della Chiesa, in un atteggiamento di attesa vigile nella preghiera unica condizione perché Dio operi in pienezza. Al termine dell’omelia poi il saluto ai Consacrati e ai fedeli laici bresciani vitali nella fede e nelle opere.

Negli Insegnamenti di Paolo VI, cari amici bresciani, voi potete trovare indicazioni sempre preziose per affrontare le sfide del presente, quali, soprattutto, la crisi economica, l’immigrazione, l’educazione dei giovani.

Il servo di Dio Giovan Battista Montini torna anche nelle parole del Papa all’Angelus per la profonda devozione che egli nutriva per la Vergine cui affidò il suo sacerdozio e su cui maturò nel tempo, dice il Papa, la visione di Madre della Chiesa. E proprio a lei che orienta le anime a Cristo il Pontefice affida il popolo lombardo prima di congedarsi con la solenne benedizione.

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1 commento:

massimo ha detto...

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=242
ti segnalo questo.
ero presente alla conferenza in questione,avendo parlato a braccio non ho disponibile il link del discorso.la relazione del cardinale che presentava il libro la sfida educativa è stata una grande relazione.
ciao raffa