giovedì 5 novembre 2009

Presentato il programma dell'incontro di Benedetto XVI del prossimo 21 novembre (Osservatore Romano)


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Presentato il programma dell'incontro di Benedetto XVI del prossimo 21 novembre

La proposta di dialogo della Chiesa al popolo dell'arte

Nel decennale della Lettera di Giovanni Paolo II agli artisti e nel 45° anniversario dell'incontro con Paolo VI, il prossimo 21 novembre Benedetto XVI rinnoverà la proposta di dialogo della Chiesa al popolo dell'arte. Le motivazioni e i contenuti dell'iniziativa, che avrà luogo nella cappella Sistina, sono stati presentati nella mattina di giovedì 5, nella Sala Stampa della Santa Sede, dall'arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, dal professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, e da monsignor Pasquale Iacobone, incaricato del dipartimento arte e fede del dicastero della Cultura.
Nel corso di questa seconda conferenza - la prima si era tenuta il 10 settembre scorso - sono stati resi noti l'elenco degli oltre 250 artisti che hanno risposto positivamente all'invito, e il programma di massima dell'avvenimento. Cinque le categorie presenti - pittura e scultura; architettura; letteratura e poesia; musica e canto; cinema, teatro, danza e fotografia - con invitati che arriveranno dai contesti geografici, culturali e religiosi più disparati. "Appartengono a tutte le arti - ha puntualizzato monsignor Ravasi - e non saranno solo cattolici, anche se questi ultimi saranno rappresentati in maniera sostanziale. Vengono senza ricevere sussidi né committenze - ha aggiunto - e qualcuno ha anche rinunciato a precedenti impegni pur di esserci".
L'incontro intende rinnovare l'amicizia e il dialogo tra la Chiesa e gli artisti e suscitare nuove occasioni di collaborazione. Non un punto d'arrivo, dunque, ma un inizio, "un seme, un germoglio, un momento - ha spiegato il presidente del Pontificio Consiglio - rappresentativo della volontà di dialogo tra la Chiesa e il mondo delle arti, che dovrà necessariamente svilupparsi in diverse tappe e con diverse modalità, valorizzando di volta in volta le molteplici componenti come anche le istituzioni nazionali o territoriali". Del resto per l'arcivescovo appare evidente il "divorzio" consumatosi nel tempo tra la Chiesa - che dopo aver promosso grandi rivoluzioni in campo artistico "sembra aver finito con l'accontentarsi di luoghi comuni o del pur nobile artigianato" - e gli artisti stessi, sempre più "tentati da sperimentazioni autoreferenziali e provocazioni". Ecco allora la necessità di "ritrovare un punto d'incontro", per "un dialogo comune".
Monsignor Iacobone, da parte sua, si è soffermato sugli aspetti organizzativi. "Prima dell'estate sono stati spediti cinquecento inviti - ha spiegato - ad artisti dei cinque continenti, selezionati da un'apposita commissione in base al prestigio di cui godono, all'alta qualità professionale e al loro impegno. Dopo l'estate sono cominciate ad arrivare le risposte, che hanno permesso di stilare l'elenco attuale.
Nonostante i tempi ristretti - ha proseguito - le adesioni sono state al di sopra di ogni previsione", per quello che sarà un vero e proprio incontro e non una semplice udienza. Lo testimonia il programma che si apre nel pomeriggio di venerdì 20, con l'accoglienza dei partecipanti, i quali potranno visitare la Collezione di arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani, realizzata per volere di Paolo VI. In proposito il professor Paolucci ha fatto riferimento al ruolo di Papa Montini. "La questione che Benedetto XVI affronta - ha ricordato - viene da lontano, dal cuore del Novecento, da quel grande intellettuale che fu Giovanni Battista Montini". Un Pontefice - ha aggiunto - che non esitò a esporsi in prima persona intraprendendo con coraggio e lungimiranza un cammino di riavvicinamento. Un Pontefice che il 7 maggio 1964 ricevette proprio nella Sistina gli artisti del tempo, come farà sabato mattina, 21 novembre, Benedetto XVI. Il direttore dei Musei Vaticani ha anche sottolineato la necessità di distinguere tra arte liturgica e arte religiosa, perché è soprattutto quest'ultima che deve cercare contiguità, assonanza con il mondo.
L'incontro degli artisti con Joseph Ratzinger, in quel luogo altamente simbolico ed evocativo in cui egli è stato eletto Papa, sarà scandito da momenti animati dalla cappella musicale pontificia Sistina, che eseguirà due mottetti di Pier Luigi da Palestrina.
Al saluto iniziale rivolto al Pontefice da monsignor Ravasi a nome dei presenti, seguiranno la lettura di brani tratti dalla Lettera agli artisti di Papa Wojtyla (4 aprile 1999) e il discorso di Benedetto XVI.
Alla fine gli artisti si ritroveranno nel braccio nuovo dei Musei Vaticani, dove verrà offerta loro, a nome del Papa, una medaglia appositamente coniata per l'occasione.
Al termine della conferenza stampa, rispondendo alle domande postegli dai giornalisti, l'arcivescovo Ravasi è intervenuto anche sulla discussione di questi giorni seguita alla sentenza della Corte europea di Strasburgo riguardante la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. "Spero ci sia la possibilità di riproporre questo che è uno dei grandi simboli della cultura occidentale" ha detto il presule, sottolineando come "L'Osservatore Romano" abbia rievocato giustamente l'intervento di Natalia Ginzburg a difesa del crocifisso pubblicato su "l'Unità" nel 1988. "La Ginzburg - ha concluso - parlava del crocifisso come simbolo culturale e religioso".

(©L'Osservatore Romano - 6 novembre 2009)

10 commenti:

sam ha detto...

"Spero ci sia la possibilità di riproporre questo che è uno dei grandi simboli della cultura occidentale"

"questo" sarebbe il Crocifisso?

"uno dei"?
Me ne si dica un altro paragonabile a questo!

sam ha detto...

La Coca Cola?
Ci va bene questo come simbolo della nostra cultura e identità?
Si sgasa un po' alla svelta, ma ha il vantaggio che si trova già in tutte le scuole...
Epperò, in alcuni paesi islamici è proibita... forse Strasburgo boccia anche questa.
Bisogna trovare qualcos'altro...

sam ha detto...

Forse il simbolo che rappresenta meglio la cultura occidentale contemporanea è quella contenuta nel più famoso capolavoro del celeberrimo artista moderno Pietro Manzoni.

Se il Crocifisso ci abbandona, forse ce lo meritiamo. Scomparirà l'Occidente, ma non scomparirà Lui!

Scusate l'amarezza. Me la provocano più certi "appassionati" ministri di Dio dei tribunali massointernazionali!

sam ha detto...

Piero non Pietro Manzoni, scusate il refuso.

Anonimo ha detto...

Raffa, hai letto il commento di Francesco Colafemmina? :-)))))
Alessia

Raffaella ha detto...

:-)))))))))))))))))))))))

Anonimo ha detto...

Ma se oggi la Monica Guerritore ha invocato l'aiuto del Papa per l'archivio Vasari e Nanni ha detto che la Chiesa è più sensibile verso i diseredati della sua parte politica, il Pontefice qualche ponte lo deve pur fare.Eufemia

sam ha detto...

Nessuno dice che non si devono gettare ponti in tutte le direzioni, ma certi nomi improbabili spiccano di più a causa di uno sfondo troppo tetro e confuso di certa comunicazione vaticana...
Finchè si continuerà a far girare i soliti dischi rotti, kulturally correct, e a sostenere, per esempio, che è l'arte religiosa che "deve cercare contiguità, assonanza con il mondo", invece che gridare dai tetti che è il mondo a dover ritrovare assonanza e contiguità con la Bellezza, con la Verità, con la Vita, insomma con Cristo Signore, non vedo grandi esisti nè per l'arte, nè per il mondo...
Per fortuna alla fine i soloni intellettuali chiuderanno la bocca e la parola passerà al Santo Padre che, riempiendolo di Cristo, saprà fare anche di questo incontro qualcosa di grande, come sempre.

sam ha detto...

Correggo: èsiti, non esisti. Oggi sono troppo infervorata. Meglio prendermi una pausa.

Anonimo ha detto...

Ma l'ultranovantenne Monicelli tornerà dalla crociata? Eufemia