giovedì 5 novembre 2009

Radici cristiane: il vero tratto unificante che Bruxelles rifiuta


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Radici cristiane: il vero tratto unificante che Bruxelles rifiuta

Come Amato ebbe a ricordare: «Dalla Grecia alla Scandinavia, ogni 100 passi c’è una croce». Ma il no di Parigi è costato all’Ue la sua Costituzione

ROMA
A riprova della ineluttabilità che la Costituzione europea contenesse un esplicito riferimento alle sue radici giudaico-cristiane, Giuliano Amato - all’epoca vicepresidente della Convenzione europea, l’organismo dei 100 padri costituenti - soleva ricordare che nei quattro angoli del vecchio continente, dalla Grecia alla Scandinavia, ogni cento passi o poco più si incontrava una croce. Per la serie: uno dei pochi simboli europei tout court. Passeggiando va anche bene ma nelle scuole invece no, ha ora sentenziato la Corte dei diritti dell’uomo. A giudizio dei giudici di Strasburgo, infatti, il crocifisso nelle aule scolastiche va tolto perchè rappresenta una violazione della libertà degli alunni e di quella dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni. Il socialista Amato ha (ri)perso, i laicisti europei (ri)esultano. Non è la prima volta che succede, infatti. La richiesta di inserire nelle norme fondative dell’Europa il riferimento al cristianesimo fu bocciata a suo tempo dalla Francia di Jacques Chirac e dal Belgio, capifila del fronte laicista. Ne fece le spese anche Romano Prodi, presidente della Commissione Ue. «Avevo proposto degli emendamenti - ha raccontato con rammarico - ma mi sono sentito dire: mettiteli in tasca, non li possiamo discutere perchè c’è una storia divisa». Anche qui: in tasca il crocifisso può andare, fuori meno. Chissà che ne pensano i sostenitori del burqa.
Eppure per difendere l’opportunità del richiamo all’eredità cristiana si era spesa anche la protestante Angela Merkel: inutilmente, pure lei. Il ”non” di monsieur Chirac risultò più forte di tutto, e del resto proprio Parigi (assieme all’Olanda) alla fine bocciò di sana pianta la Costituzione. Alla Cancelliera non rimase che fare buon viso a cattivo gioco: «E’ fuori di dubbio che le radici dell’Europa siano giudaico-cristiane, ma altra cosa è il loro inserimento in un documento di Stato». Auw Wiedersehen. Del resto neanche il Papa fu più fortunato. Benedetto XVI avvertì che l’Europa non poteva dimenticare la propria identità cristiana «pena l’apostasia da sè stessa». Niente. Del resto come si chiedeva sarcasticamente Stalin: quante armate ha il Vaticano? Più agevole tornare a Giuliano Amato. «I valori cristiani, ed in genere religiosi, possono concorrere a rinsaldare il tessuto etico delle società europee», è il pensiero dell’ex premier. Forse, ha ribattuto la Corte europea: ma è meglio che ciascuno si tenga i suoi. Amen.
C.Fu.

© Copyright Il Messaggero, 4 novembre 2009

Alla Francia e all'Olanda e' stato concesso di esprimersi sulla Costituzione europea...peccato per noi Italiani questa istanza sia preclusa. I risultati del referendum sarebbero comunque ovvi...
Parliamoci chiaro: l'Europa burocratizzata, laicista e ideologizzata appare ogni giorno piu' lontata dal sentire comune.
Il vecchio continente ha radici comuni (quelle cristiane), ma per il resto e' profondamente divisa per cultura, religione, lingua e fino a pochi anni fa persino per moneta
.
R.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

era meglio l'europa che si prendeva a cannonate?
se non ci fosse l'europa unita e la moneta unica, ora saremmo noi che emigreremmo in tunisia

mike ha detto...

il cambio lira/euro ha messo in mutande tanti cittadini e alla lunga moltissimi commercianti.
la bellezza sta nella diversità non nella globalizzazione forzata.
sono orgoglioso di essere italiano,non vedo perchè dovrei chiamarmi europeo.
mi spiace ma l'europa non è un concetto che mi appartiene.

Anonimo ha detto...

e tutto questo cambierebbe se riconoscesse le radici cristiane?

mike ha detto...

no per niente.

Anonimo ha detto...

la vita di noi tutti è migliore grazie all'unione europea. certo che se vi aspettate il paradiso in terra...

gemma ha detto...

il fatto che non siano state riconosciute le radici cristiane non significa annullarle e farle sparire dal sentimento comune per decreto. Ci sono provvedimenti che non possono essere imposti prescindendo dal sentimento popolare e cominciano a stufare queste strane modalità europee, per cui laicità ed arte hannno principi non negoziabili quando c'è di mezzo il crocifisso, diventano pavide, distratte e, nel caso dell'arte, rinunciataria della libertà di espressione di fronte ad altre sensibilità religiose