tag:blogger.com,1999:blog-7600702710913733847.post7686086689896419867..comments2023-05-12T14:48:39.547+02:00Comments on Papa Ratzinger blog 2 [2008-2009]: Folla di giovani africani ieri a piazza San PietroRaffaellahttp://www.blogger.com/profile/13969103001628960974noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-7600702710913733847.post-42907510916001982042009-03-30T12:35:00.000+02:002009-03-30T12:35:00.000+02:00Grazie alla bella foto che hai pubblicato si capis...Grazie alla bella foto che hai pubblicato si capisce la folla di ieri in Piazza San Pietro è di giovani preti africani.<BR/><BR/>La realtà dei giovani preti africani in Europa dimostra che affidarsi ai paesi del terzo mondo per rimpolpare le file dei sacerdoti presenta anche lati negativi.<BR/><BR/><BR/>I preti africani preferiscono l’Europa<BR/>Africa - sab 13 mag '06<BR/><BR/>Il caso. Migliaia di giovani sacerdoti vengono per studiare e non vogliono ritornare nei Paesi d’origine Imbarazzo e difficoltà dei vescovi che sono costretti all’aiuto dei missionari nelle loro diocesi<BR/>di Tecla Simonelli<BR/><BR/>Tratto da L'Indipendente del 12 maggio 2006<BR/><BR/>http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=ATHCW<BR/><BR/>Sorpresa. La maggior parte dei sacerdoti africani che hanno ricevuto la loro formazione in seminario in Europa o che studiano in università europee dopo l’ordinazione, non ne vogliono sapere di tornare a casa. Con evidente imbarazzo e difficoltà dei loro vescovi. Dallo Zaire, per esempio, sono trecento i sacerdoti arrivati in Europa e che, adesso, con ogni mezzo stanno cercando di non rientrare in Africa. I vescovi li vorrebbero per mandare avanti le parrocchie, ma non riescono in nessun modo a convincerli. La sola arcidiocesi di Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo, ha ben 70 sacerdoti che resistono agli appelli delle autorità locali della Chiesa. La Nigeria, che è il Paese con il maggior numero di vocazioni - sono 5 mila i giovani che studiano per diventare preti - è nelle stessa situazione: i vescovi che li mandano all’estero si ritrovano, poi, da soli a gestire gli enormi problemi della comunità .<BR/><BR/>Anche in Italia i preti africani sono in continuo aumento. Ce ne sono, ormai, 1800 e di questi, ottocento sono già impegnati a tempo pieno nel lavoro pastorale nelle parrocchie del nostro Paese mentre ci sono diocesi in Africa che hanno un terzo o la metà dei preti fuori sede. I più grandi bacini di accoglienza per gli studi di questo esercito di giovani sacerdoti africani sono le università Urbaniana, Gregoriana e Lateranense a Roma. Anche il collegio San Pietro al Gianicolo e il collegio di San Pietro e Paolo sull’Aurelia hanno una grande presenza di giovani preti africani. Molti di questi studenti cercano in tutti i modi di prolungare i loro studi e arrivano anche a ritardare la laurea pur di restare in Europa. Addirittura ci sono situazioni – tenute segrete, ma che ogni tanto filtrano – di religiosi e di religiose che, appena ricevuto il permesso di soggiorno, spariscono letteralmente. Uno degli ultimi casi del genere riguarda una religiosa proveniente dal Congo che era ospite di un istituto a Trastevere.<BR/><BR/>I vantaggi di restare in Europa, e in Italia in particolare, sono naturalmente evidenti. In cambio della loro opera, i sacerdoti africani ricevono vitto, alloggio, assicurazione per le malattie e uno stipendio. Tutte cose impensabili in Africa. E poi è molto meglio dire messa in una bella basilica – magari a San Pietro – che sotto una chiesa improvvisata con un tetto di lamiera dove si muore dal caldo come a Khartoum in Sudan. Meglio studiare Platone o Aristotele che ritrovarsi tra i malati di Aids o costruire scuole o ospedali in Africa.<BR/><BR/>E, come se non bastasse, alcuni adducono come pretesto per restare in Italia il fatto che i preti africani devono “rievangelizzare l’Europa”. Concetto ripetuto spesso da vari vescovi, tra i quali anche il presidente della Conferenza episcopale della Nigeria, l’arcivescovo John Onaiyekan. Ma, in alcuni casi si arriva al paradosso: in molte diocesi africane la Chiesa è costretta a mandare missionari dall’Europa o dall’America, considerata la manifesta “disobbedienza” dei sacerdoti africani. Anche per questo il Papa Benedetto XVI si è pronunciato contro il “carrierismo” dei preti. L’abito talare, infatti, non deve diventare uno status symbol o una green card per fuggire da situazioni difficili. Qualche tempo fa circolò la notizia che sacerdoti e religiose di origine africana e asiatica non erano riusciti a ottenere il visto per visitare la Terrasanta. Il vero motivo? Le autorità temevano che sarebbero rimasti in Israele come immigrati illegali.Bastardlurkernoreply@blogger.com