venerdì 3 luglio 2009

Decreto sicurezza, Padre Lombardi: ''Non consta che ci siano state critiche che si debbano qualificare come critiche del Vaticano''

(AGI) - CdV, 3 lug. - "Non consta che ci siano state critiche che si debbano qualificare come critiche del Vaticano". Lo ha dichiarato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi a proposito dei titoli dei giornali che oggi attribuiscono alla Santa Sede opinioni in merito al decreto sicurezza espresse invece dall'arcivescovo Agostino Marchetto, numero due del Consiglio per la pastorale dei migranti.

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R.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

A me mons. Marchetto mi è molto simpatico ed ha pure scritto un bel libro sul Vaticano II.
A volte però mi chiedo come fa a non accorgersi di essere perlopiù sfruttato dai media.
Mi ha molto colpito il fatto che ieri subito dopo l'approvazione della legge alcuni giornalisti gli abbiano immediatamente telefonato sicuri del commento che ne sarebbe derivato.
Un pò la stessa storia che capita per il Card. Martini.
Inutili sono poi le precisazioni di Padre Lombardi.
Mons.Marchetto è troppo sconosciuto al grande pubblico per poter far il titolo su di lui,inevitabilmente perciò esce fuori la parola magica che tutti comprendono "VATICANO".
L'unico esponente della Curia che godeva di una soggettività autonoma rispetto al Vaticano era l'allora Card. Ratzinger;infatti se rileggete i vari titoli dei giornali di allora nella maggior parte dei casi già nel titolo ci si riferiva al Cardinale.
Pensate ad es. alla Dominus Iesus, attribuita(perlopiù come se fosse una colpa) quasi esclusivamente a lui.

Antonio

Gianpaolo1951 ha detto...

Come volevasi dimostrare!!!...

mariateresa ha detto...

c' è tutto un rituale che è ripetitivo in modo imbarazzante. Si corre dal prelato che sostiene la tua tesi e la si enfatizza. E il prelato lo sa per certo.Oppure si va dal prelato che la pensa in modo opposto al tuo e riproduci l'intervista in modo che faccia la figura del pirla o del mostro.
Quante ne abbiamo viste?
Sta tutto già scritto, anche il prossimo editoriale di Don Sciortino.
Il caso Martini rientra nella casistica in parte: il cardinale parla in modo così sfumato che non si è mai certi di quello che vuole dire. Anche se, mettendo insieme tutti i suoi interventi, quello che vuole dire è chiaro.
Libertà di parola c'è ed è un bene.
Però sento ogni tanto un non so che di stucchevole.

Anonimo ha detto...

Il problema non è dei rituali o delle simpatie.

Marchetto è (mi censuro), dal momento che non è la prima volta che fa il giochetto di intervenire personalmente su una vicenda sapendo di essere frainteso.

Scusate: se il ministro degli esteri, per esempio, di un qualsiasi governo del mondo parlasse degli immigrati con un giornale esprimendo posizioni proprie, non condivise dal governo, due sono le cose da notare:
1) Quel ministro ha giocato sul suo ruolo per dare risalto ad un giudizio personale.
2) Quel ministro verrebbe fatto dimettere il prima possibile.

Visto che sulla prima la cosa è da tempo che si evince... perchè si aspetta a passare al secondo punto?

d.M.S.

euge ha detto...

Già non è la prima volta che Marchetto se ne esce a schiodo sull'argomento.
E poi, io devo sentire che la colpa dell'immigrazione clandestina è del Papa!

Si dica a questa gente di esprimere le loro opinioni ma, senza sparare frasi ad effetto facilmente manovrabili dalla stampa. A meno che Marchetto, non faccia parte di quei Monsignori che amano tanto apparire simpatici alla stampa e tanto contenti se vengono citati dai giornali.

Gianpaolo1951 ha detto...

Sono pienamente d'accordo con te, cara Eugenia ed anche con d.M.S.!