venerdì 11 dicembre 2009

10339 POST SEMBRANO PIU' CHE SUFFICIENTI...E' ORA DI CAMBIARE BLOG :-). E' NATO IL "PAPA RATZINGER BLOG 3"


Cari amici, come gia' accaduto lo scorso anno, il blog inizia a diventare "pesantuccio" anche perche' fra la fine del 2008 ed oggi abbiamo un po' "esagerato" con la pubblicazione di ben 10339 post...si'...avete letto bene :-)
E' ora di dare una mano di vernice e di cambiare la carrozzeria.
Da oggi nasce il PAPA RATZINGER BLOG [3]!
Consideratelo un regalo di Natale per velocizzare i vostri pc eheeeehhehhe
Che cosa cambia per voi? Assolutamente nulla, salvo l'indirizzo :-))
Visto che va tanto di moda faremo anche noi uno "switch-off" solo che non ci saranno problemi di passaggio fra un blog e l'altro a differenza di cio' che e' avvenuto nel Lazio con il salto dalla tv analogica a quella digitale!
In altre parole: non dovrete applicare alcun decoder alla presa usb, non dovrete chiamare il tecnico che vi posizioni il computer in un altro punto della casa e soprattutto non dovrete cambiare pc (quello l'ho fatto io ma perche' il mio si e' fuso...che spiritosa che sono a quest'ora del mattino!).
Gambe in spalla, mouse nella borsa e tastiera in mano...si cambia casetta :-))
Nonostante le sciocchezzuole che sono stata capace di scrivere fino a questo momento, vorrei tornare un attimo seria e ringraziare di cuore Roberta per il grande aiuto che mi ha dato e mi sta dando per la gestione dei tanti blog che in questi anni si sono andati formando.
Grazie anche a tutti voi amici per il grande sostegno e l'affetto con cui ci seguite in questa avventura completamente dedicata al Santo Padre.
Ve ne sono davvero grata e vi abbraccio.
Ed ora tutti sul


IL BLOG DEGLI AMICI DI PAPA RATZINGER [4]

giovedì 10 dicembre 2009

Il Papa: senza Dio l'umanità si autodistrugge (Izzo)


Vedi anche:

Bertone su Al Jazeera: «Assicurare a tutti la libertà di culto» (Vecchi)

Benedetto XVI e l'attenzione al creato. «Viva il Papa, viva lo scoiattolo!» (Lucetta Scaraffia)

Convegno Cei, Card. Ruini: su Dio è impossibile la neutralità. Card. Bagnasco: la fede non comprime la libertà (Izzo)

Finito di copiare il “Vangelo del Cile”. Un versetto è opera del Papa (Radio Vaticana)

Convegno Cei, card. Ruini: «I nostri sono valori non negoziabili» (La Rocca)

Pedofilia, domani i vescovi irlandesi dal Papa. Verifica sulla tolleranza zero (Izzo, monumentale)

I rapporti diplomatici tra Santa Sede e Russia. Oltre mille anni di reciproca considerazione (Aleksej Judin)

Il Papa all'ambasciatore di Cuba: "Spero che continuino a moltiplicarsi i segni concreti di apertura all'esercizio della libertà religiosa, così come è accaduto negli ultimi anni, ad esempio, la possibilità di celebrare la Santa Messa in alcune carceri, lo svolgimento di processioni religiose, il restauro e la restituzione di alcuni templi e la costruzione di case religiose, o il poter contare sulla sicurezza sociale da parte dei sacerdoti e dei religiosi. Così la comunità cattolica svolgerà più agilmente il suo specifico compito pastorale" (Discorso)

Un merlo bianco nei giardini del Papa. L'animaletto immortalato dalla macchina fotografica di uno dei segretari di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

I vescovi irlandesi chiedono perdono per gli abusi sessuali. Domani ricevuti dal Papa (Izzo)

Il Papa: Se Dio sparisce, l’umanità rischia di distruggere se stessa (AsiaNews)

Sulla polemica tra la Lega e Tettamanzi è stato detto troppo ma non tutto (Fonte). Una riflessione "a freddo"

Lettera del Papa al card. Bagnasco: "Dio, questione centrale per la nostra epoca" (Sir)

Il Papa a Sulmona il 4 luglio per l'ottavo centenario della nascita di Celestino V (Civitareale)

Convegno Cei sulla "questione di Dio”. Il cardinale Ruini: Italia più cristiana di quello che dicono i media (Radio Vaticana)

Cuba, il Papa: l'embargo ferisce ancora, ma i rapporti con gli Usa migliorano. Attuare libertà religiosa consentendo più chiese (Izzo)

Il Papa al card. Bagnasco: "La questione di Dio è centrale anche per la nostra epoca, nella quale spesso si tende a ridurre l’uomo ad una sola dimensione, quella orizzontale, ritenendo irrilevante per la sua vita l’apertura al Trascendente" (Lettera)

Il contributo dei cattolici allo sviluppo della società al centro dell'incontro del Papa col presidente del Gabon (Radio Vaticana)

Irlanda: mea culpa dei vescovi su abusi, domani incontro col Papa (Bandini)

Alla curia di Milano c'è un Prof. che lavora per un'ibridazione con l'islam (Meotti)

Benedetto XVI all'ambasciatore cubano: progressi in tema di libertà religiosa nell'Isola. Il disgelo con gli Usa una chance di progresso (R.V.)

Il convegno "Dio oggi. Con lui o senza di lui cambia tutto": lo speciale de "Il Foglio"

Vademecum del Vaticano per i sacerdoti-star. “Ricordate: siete preti non tronisti della tv” (Galeazzi)

Pedofilia, i vescovi irlandesi si scusano. Voci di dimissioni di alcuni prelati dopo l'incontro con il Papa

Domani i vescovi irlandesi dal Papa per informarlo sugli abusi di alcuni sacerdoti. Incontro voluto da Benedetto XVI in persona (Sir)

Le pressioni di Papa Ratzinger per favorire uno «sviluppo solidale» (bellissimo articolo di Accattoli)

Segnalazione "Nuove Edizioni dei Libri Liturgici per la Forma Straordinaria del Rito Romano (1962)

Discorso del Papa in Piazza di Spagna, presto confronto fra direttori delle reti Rai contro il sensazionalismo (Asca)

Appello del Papa sulla Convenzione contro le mine antipersona (Osservatore Romano via Zenit)

Un mondo d’intolleranza: dilaga la cristianofobia (Geninazzi)

Discorso del Papa in Piazza di Spagna: il commento di Carlo Marroni

Per ridurre il global warming c'è chi pensa alla pianificazione delle nascite (Gianfranco Amato)

«Ribellione, divisione, dissenso, offesa, anarchia». Il Papa ricorda i venticinque anni dalla condanna della «teologia della liberazione» (Introvigne)

Il Papa: "Nella città vivono – o sopravvivono – persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia e l’immagine attirano l’attenzione. E’ un meccanismo perverso, al quale purtroppo si stenta a resistere. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà. C’è invece in ogni uomo il desiderio di essere accolto come persona e considerato una realtà sacra, perché ogni storia umana è una storia sacra, e richiede il più grande rispetto" (Atto di Venerazione alla Madonna Immacolata)

Le parole del Papa e la difficoltà di cercare il bene comune (Aldo Grasso)

Papa Ratzinger tra i top-20 di Foreign Policy (Missionline)

Islam, il card. Bertone ad Al Jazeera: Un augurio di pace e di serena e solidale convivenza per tutti (Asca)

Il Papa all'udienza: "pazienza e benevolenza di Dio verso l'uomo peccatore" (Izzo)

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

FEDE: PAPA, SENZA DIO UMANITA' SI AUTODISTRUGGE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 dic.

"Quando Dio sparisce dall'orizzonte dell'uomo, l'umanita' perde l'orientamento e rischia di compiere passi verso la distruzione di se stessa".
Ce lo insegnano, afferma Benedetto XVI, "le esperienze del passato, anche non lontano". Con queste parole, lette dal segretario della Cei Mariano Crociata, si e' aperto il Convegno "Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto", promosso dal Comitato per il progetto culturale della Chiesa Italiana. "La questione di Dio - scrive il Papa - e' centrale anche per la nostra epoca, nella quale spesso si tende a ridurre l'uomo ad una sola dimensione, quella 'orizzontale', ritenendo irrilevante per la sua vita l'apertura al Trascendente". "La fede in Dio - ricorda Ratzinger - apre all'uomo l'orizzonte di una speranza certa, che non delude; indica un solido fondamento su cui poter poggiare senza timore la vita; chiede di abbandonarsi con fiducia nelle mani dell'Amore che sostiene il mondo". E dunque, "la relazione con Dio e' essenziale per il cammino dell'umanita' e la Chiesa e ogni cristiano hanno proprio il compito di rendere Dio presente in questo mondo, di cercare di aprire agli uomini l'accesso a Dio".
Benedetto XVI incoraggia quindi la Chiesa Italiana a operare sul piano della cultura riproponendo il Vangelo "in una situazione culturale e spirituale come quella che stiamo vivendo, dove cresce la tendenza a relegare Dio nella sfera privata, a considerarlo come irrilevante e superfluo, o a rifiutarlo esplicitamente", il Papa auspica che "questo evento possa contribuire almeno a diradare quella penombra che rende precaria e timorosa per l'uomo del nostro tempo l'apertura verso Dio, sebbene Egli non cessi mai di bussare alla nostra porta". "L'ampiezza di approccio alla importante tematica, che caratterizza l'incontro - rileva il Pontefice - permettera' di tracciare un quadro ricco e articolato della questione di Dio, ma soprattutto sara' di stimolo per una piu' profonda riflessione sul posto che occupa Dio nella cultura e nella vita del nostro tempo". Il tutto attraverso un doppio binario: "da una parte - conclude Benedetto XVI - si intende mostrare le varie strade che conducono ad affermare la verita' circa l'esistenza di Dio, quel Dio che l'umanita' ha da sempre in qualche modo conosciuto, pur nei chiaroscuri della sua storia, e che si e' rivelato con lo splendore del suo volto nell'Alleanza con il popolo di Israele e nel Vangelo".

© Copyright (AGI)

Benedetto XVI e l'attenzione al creato. «Viva il Papa, viva lo scoiattolo!» (Lucetta Scaraffia)


Vedi anche:

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Benedetto XVI e l'attenzione al creato

«Viva il Papa, viva lo scoiattolo!»

di Lucetta Scaraffia

Quando ho assistito in televisione all'arrivo del grande abete che troneggerà, carico di addobbi natalizi, al centro di piazza San Pietro nei giorni di Natale, mi sono domandata se, nel suo grande tronco, c'è qualche tana dove dorme - o meglio dormiva - uno scoiattolo. Perché questa è la trama della storia per ragazzi e adulti che, con profondità e ironia, ha raccontato Susanna Tamaro nel suo ultimo libro, Il grande albero (Salani), illustrato da Giulia Orecchia.
Anche se parla di alberi e di animali, e il mondo è raccontato dal loro punto di vista, immaginando una loro coscienza e una capacità di comunicazione, non è un libro di facile propaganda ecologica, ma un artificio letterario poetico per farci riflettere sul rapporto freddo e irresponsabile, da padroni lontani, che intratteniamo con la natura. In un intreccio di tempi che si intersecano pur nella loro grande diversità - quello secolare della vita degli alberi, il tempo breve della vita degli animali selvatici e quello della vita umana - la personalità dell'abete, che con i secoli acquista conoscenza e saggezza, si dipana con tempi quasi musicali.
Siamo pronti quindi anche noi lettori a vivere come dramma l'evento che ne segna il destino: arrivano esseri umani armati di motoseghe che lo tagliano e lo trasportano fino a piazza San Pietro. Ma il piccolo scoiattolo Crik, inconsapevole testimone del dramma, non si arrende, combatte per la vita dell'albero e in questa battaglia per ottenere un miracolo salverà anche la sua vita.
Con un piccione come aiutante, riesce ad arrivare davanti al Papa proprio mentre questi celebra la messa di Natale, sfuggendo al servizio di sicurezza, pronto ad abbatterlo perché sospetta che anche questo piccolo animale possa essere un messaggero dei terroristi. Ci riesce perché il Papa lancia un segnale di sospensione e, nello stupore generale, si accinge ad ascoltare quello che gli vuole comunicare lo scoiattolo: naturalmente, tutto succede in diretta televisiva, fra commenti cattivi e increduli di chi pensa sia un segno di pazzia del vecchio Papa, ed è pronto a indignarsi: "Qualcuno lo deve fermare, ne va del nostro prestigio. Siamo in mondovisione!".
Ma il Papa non demorde, e anzi parla di alberi e di scoiattoli nella sua omelia, in cui propone i grandi alberi, le cattedrali verdi, come esempio: "E se non affondiamo le radici nella terra, come facciamo ad alzare lo sguardo verso il cielo?". Fra il giubilo dei presenti, che inneggiano "Viva il Papa, viva lo scoiattolo!" si avvicina all'albero, e lo abbraccia: "La corteccia era ruvida contro la sua guancia. Il profumo della resina era il profumo della sua giovinezza. Quante volte, passeggiando sui monti Tatra, l'Altissimo gli aveva parlato con il mormorio delle fronde, in quegli istanti sembrava che il tempo abbracciasse già l'eternità". E poi benedice Crik, "umile creatura infiammata dall'amore". Il giorno successivo, un enorme camion riporterà il grande abete e lo scoiattolo alla foresta dove, ricongiunto alle sue radici, l'albero riprenderà a vivere.
Non sappiamo se nel gigantesco abete portato per questo Natale c'è uno scoiattolo, sappiamo però che, se ci fosse, anche Benedetto XVI, come il Giovanni Paolo II immaginato dalla Tamaro, saprebbe ascoltarlo.
Papa Ratzinger, infatti, è ben noto per l'attenzione che sa prodigare al creato e alle sue creature, e per di più ha sempre confessato uno speciale amore verso i gatti, come racconta un altro grazioso libretto, uscito qualche tempo fa con prefazione di Georg Gänswein, Joseph e Chico (Edizioni Messaggero). Qui è un gatto, Chico, che racconta la sua lunga amicizia con il Papa, che gli ha detto molte cose di sé, e quindi sa comunicare nello speciale linguaggio dei gatti.
È anche con libri come questi che si può sensibilizzare i lettori sui temi ambientali, e si può far capire come la Chiesa abbia a cuore il benessere non solo degli esseri umani, ma anche del mondo, animale e vegetale, che Dio ci ha affidato.

(©L'Osservatore Romano - 11 dicembre 2009)

Benissimo la Prof. Scaraffia che ha colto l'animo sensibile e affettuoso di Benedetto XVI.
Riscatta la Tamaro che ando' a dire alla Bignardi che, per Papa Ratzinger, non immaginava uno scoiattolo ma un topo da biblioteca
.
R.

Convegno Cei, Card. Ruini: su Dio è impossibile la neutralità. Card. Bagnasco: la fede non comprime la libertà (Izzo)


Vedi anche:

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Il contributo dei cattolici allo sviluppo della società al centro dell'incontro del Papa col presidente del Gabon (Radio Vaticana)

Irlanda: mea culpa dei vescovi su abusi, domani incontro col Papa (Bandini)

Alla curia di Milano c'è un Prof. che lavora per un'ibridazione con l'islam (Meotti)

Benedetto XVI all'ambasciatore cubano: progressi in tema di libertà religiosa nell'Isola. Il disgelo con gli Usa una chance di progresso (R.V.)

Il convegno "Dio oggi. Con lui o senza di lui cambia tutto": lo speciale de "Il Foglio"

Vademecum del Vaticano per i sacerdoti-star. “Ricordate: siete preti non tronisti della tv” (Galeazzi)

Pedofilia, i vescovi irlandesi si scusano. Voci di dimissioni di alcuni prelati dopo l'incontro con il Papa

Domani i vescovi irlandesi dal Papa per informarlo sugli abusi di alcuni sacerdoti. Incontro voluto da Benedetto XVI in persona (Sir)

Le pressioni di Papa Ratzinger per favorire uno «sviluppo solidale» (bellissimo articolo di Accattoli)

Segnalazione "Nuove Edizioni dei Libri Liturgici per la Forma Straordinaria del Rito Romano (1962)

Discorso del Papa in Piazza di Spagna, presto confronto fra direttori delle reti Rai contro il sensazionalismo (Asca)

Appello del Papa sulla Convenzione contro le mine antipersona (Osservatore Romano via Zenit)

Un mondo d’intolleranza: dilaga la cristianofobia (Geninazzi)

Discorso del Papa in Piazza di Spagna: il commento di Carlo Marroni

Per ridurre il global warming c'è chi pensa alla pianificazione delle nascite (Gianfranco Amato)

«Ribellione, divisione, dissenso, offesa, anarchia». Il Papa ricorda i venticinque anni dalla condanna della «teologia della liberazione» (Introvigne)

Il Papa: "Nella città vivono – o sopravvivono – persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia e l’immagine attirano l’attenzione. E’ un meccanismo perverso, al quale purtroppo si stenta a resistere. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà. C’è invece in ogni uomo il desiderio di essere accolto come persona e considerato una realtà sacra, perché ogni storia umana è una storia sacra, e richiede il più grande rispetto" (Atto di Venerazione alla Madonna Immacolata)

Le parole del Papa e la difficoltà di cercare il bene comune (Aldo Grasso)

Papa Ratzinger tra i top-20 di Foreign Policy (Missionline)

Islam, il card. Bertone ad Al Jazeera: Un augurio di pace e di serena e solidale convivenza per tutti (Asca)

Il Papa all'udienza: "pazienza e benevolenza di Dio verso l'uomo peccatore" (Izzo)

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

FEDE: CARD. RUINI, SU DIO E' IMPOSSIBILE LA NEUTRALITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 dic.

E' 'impossibile "un approccio neutrale" alla questione
di Dio. Lo ha sottolineato oggi il card. Camillo Ruini nella relazione di base
al Convegno "Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto", promosso dalla
Conferenza Episcopale Italiana attraverso il Comitato per il Progetto
Culturale. coinvolge inevitabilmente il soggetto che la pone, dato che essa ha
a che fare con il senso e la direzione della nostra vita. Tra le due posizioni
(credere o non credere) infatti "la differenza non solo esiste ma e' grande e
radicale". Per i credenti "Dio e' l'origine, il senso e il fine dell'uomo e
dell'universo". "I non credenti invece - ha rilevato il porporato - possono
differenziarsi nelle loro risposte, a seconda che ritengano la fede in Dio
negativa, positiva o irrilevante per la vita dell'uomo e della societa', ma
propriamente parlando si riferiscono soltanto alla nostra fede in Dio, non alla
realta' stessa di Dio, dato che secondo loro Dio non esiste, o comunque non
possiamo sapere niente di lui, nemmeno se egli esista". E non esiste nemmeno,
ha aggiunto Ruini, "uno spazio di neutralita' che possa consistere nel
rifugiarsi in una posizione agnostica, che e' forse argomentabile ma assai meno
concretamente vivibile". "Nella pratica - dunque - siamo costretti a scegliere
tra due alternative, gia' individuate da Pascal: o vivere come se Dio non
esistesse, oppure vivere come se Dio esistesse e fosse la realta' decisiva
della nostra esistenza. Se agiamo secondo la prima alternativa - ha notato il
cardinale - adottiamo di fatto una posizione atea e non soltanto agnostica; se
ci decidiamo invece per la seconda alternativa adottiamo una posizione
credente: la questione di Dio e' dunque ineludibile". E tuttavia, per
Ruini, "l'impossibilita' di un approccio neutrale e puramente 'scientifico', se
da una parte puo' essere avvertita come un limite, dall'altra ha un risvolto
fortemente positivo, che consiste proprio nel totale coinvolgimento di noi
stessi, della nostra esperienza di vita, della liberta' e degli affetti, come
dell'intelligenza e delle sue capacita' critiche. Vale specialmente a questo
riguardo la parola di S. Agostino: 'si conosce veramente solo cio' che si ama
veramente'. Riguardo a Dio non e' dunque il caso di chiudersi in alcuna
ristrettezza razionalistica".

© Copyright (AGI)

FEDE: CARD. RUINI, ESEGESI NON GIUSTIFICA RIDUZIONE A MITO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 dic.

Le pagine del Vangelo con il racconto della vita e in particolare della risurrezione di Gesu' Cristo "pongono quasi inesorabilmente alla ragione umana la questione di Dio e del suo intervento nella storia".
Infatti, ha spiegato il card. Camillo Ruini nel suo intervento al Convegno della Cei, "se Cristo e' soltanto un uomo, e soprattutto non e' risorto, siamo costretti, alla fine, a ridurre a mito la sua vicenda storica o a ricorrere ad altre ipotesi storicamente assai improbabili". In proposito, il card. Ruini ha rilevato che la moderna esegesi dell'Antico Testamento sembra che stia perdendo il riferimento alla fede. E questo rappresenta un impoverimento anche per l'Ebraismo. "Gia' la nascita del monoteismo ebraico - ha detto - appare un segno forte della presenza di Dio, sebbene la fase di transizione che attraversano attualmente gli studi dell’Antico Testamento renda questo segno non facile, oggi, da inquadrare ed apprezzare criticamente. Piu' chiaro - ha ammesso - e' il segno costituito dalla vita e in particolare dalla risurrezione di Gesù Cristo".
"Nella storia del cristianesimo - ha poi aggiunto - non mancano i dati che rimandano, almeno in qualche modo, all'interrogativo su Dio: cosi' non soltanto i miracoli e gli altri segni di un intervento speciale di Dio, ma anche le esperienze di Dio che hanno avuto i grandi mistici e in genere molti santi".

© Copyright (AGI)

FEDE: BAGNASCO,NON COMPRIME LIBERTA' MA HA FORZA PERSUASIVA BUONE RAGIONI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 dic.

"La verita' cristiana conosce solo la forza persuasiva delle buone ragioni che la sostengono e dell'amore disinteressato che la propone; non segue la via della strumentalizzazione e della persuasione occulta, conosce invece il dialogo, aperto e franco, chiaro nella propria identita' e rispettoso dell'interlocutore". Lo afferma il card. Angelo Bagnasco nella prolusione da lui tenuta oggi al Convegno "Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto", promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana attraverso il Comitato per il Progetto Culturale presieduto dal card. Camillo Ruini. "Generata dall'amore", ha scandito il presidente della Cei, la verita' cristiana "non comprime ma esalta la libera scelta dell'uomo". "In un mondo fatto incerto e quasi scettico dal diffondersi della sindrome relativistica, in cui la passione e la stima per le grandi questioni paiono assopite, in cui la ragione strumentale e pragmatica sembra farla da padrona - ha detto - ogni discorso su realta' certe, assolute e trascendenti, rischia di essere respinto, inesorabilmente, nel recinto circoscritto dell'opinabile soggettivo".
La questione di Dio, ha ricordato Bagnasco, "non e' un interrogativo astratto, ma penetra nel profondo le fibre dell'uomo interiore". Ed e' una "domanda che si fa pressante proprio in questo nostro tempo, proprio quando diffusi processi di rimozione culturale tendono ad emarginarla". Soprattutto nel mondo occidentale, la questione di Dio e' lasciata fuori dai percorsi abituali della cultura", ha rilevato il cardinale sottolineando che "emarginata e psicologicamente rimossa, essa si presenta pero', insopprimibile com'e' nel profondo del cuore umano, sotto mentite spoglie". Secondo il cardinale Bagnasco, "molte forme del cosiddetto ritorno del sacro, purtroppo, segnate da sentimentalismo ed emotivismo, finiscono per avallare l'opinione diffusa che religione e ragione appartengano a due mondi, se non contrapposti, quantomeno incomunicabili". Di fronte a tale rischio, per il porporato, e' necessario "rivendicare con rispettosa parresia la dignita' e la rilevanza culturale del Vangelo, capace di interpretare l'esistenza e di orientare l'uomo viandante del nostro tempo, di ogni tempo".
Del resto, ha spiegato l'arcivescovo di Genova, "la questione di Dio non e' una investigazione astratta, avulsa dalla realta' del quotidiano, ma la domanda cruciale, da cui dipende radicalmente la scoperta del senso (o del non senso) del mondo e della vita: della propria vita personale". "Dio - ha concluso il porporato - si avvicina al viandante di ogni tempo: se l'uomo ascolta la Sua voce, allora comincia a ritrovare se stesso".

© Copyright (AGI)

Finito di copiare il “Vangelo del Cile”. Un versetto è opera del Papa (Radio Vaticana)


Vedi anche:

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo questo bellissimo commento di Salvatore Izzo che fa perfettamente il punto della situazione con ampio riferimento a fonti e documenti:

Finito di copiare il “Vangelo del Cile”. Un versetto è opera del Papa

L’arcivescovo di Santiago del Cile, cardinale Francisco Javier Errázuriz, lo scorso 8 dicembre nel corso dell’omelia dell’Eucaristia celebrata nel santuario dell’Immacolata Concezione nella colina di San Cristóbal nella capitale, ha rivelato che è stato Benedetto XVI a copiare il primo versetto del Vangelo di Marco dando così inizio alla singolare iniziativa chiamata “Il Vangelo del Cile”. Nella cornice della Missione continentale in corso, l’episcopato, alcuni mesi fa, ha lanciato l’idea di far copiare a 8mila fedeli volontari i Vangeli per concludere con l’elaborazione di un libro da pubblicare prossimamente e distribuire in tutto il Paese. In sostanza, l’8 dicembre si è chiusa l’iniziativa e ora il progetto è entrato in una fase editoriale che impiegherà alcuni mesi poiché si tratta di allestire e stampare un libro facsimile che riporti tutte le calligrafie digitalizzate dei partecipanti. Secondo gli organizzatori del progetto la prima copia stampata sarà disponibile nel mese di novembre del 2010 e sarà depositata presso il Santuario nazionale della “Virgen de Maipú” nelle vicinanze della capitale. Nonostante i molteplici problemi che preoccupano il popolo cileno, così come altri dell’America Latina, alle prese con gravi incertezze socio-economiche e diverse sfide di natura etica, il Paese sudamericano sta attraversando un momento religioso molto intenso e di grande partecipazione sociale. Alcune settimane fa si è svolto nella città di Concepción un affollatissimo pellegrinaggio con la presenza inattesa di oltre 10mila giovani. Quest’iniziativa del “Vangelo del Cile” è stata una vera mobilitazione di massa con eventi collaterali di grande rilevanza spirituale e religiosa. Infine, fra il 7 e l’8 dicembre, presso il Santuario mariano de Lo Vásquez (Valparaiso), secondo i rapporti della polizia locale si sono raduni almeno 800mila fedeli e pellegrini. Il pellegrinaggio, che in pratica è iniziato il 6 dicembre, si è valso dell’aiuto di più di mille volontari, 50 sacerdoti, e decine di seminaristi e religiose. Mons. Gonzalo Duarte, vescovo di Valparaiso, parlando con i giornalisti ha sottolineato i “due aspetti più belli di questa festa religiosa: da un lato l’allegria di coloro che partecipano, arrivano per fermarsi almeno un giorno e vivono insieme lunghe ore di fratellanza. Dall’altro, ha spiegato il presule, la preghiera che porta ad affidarsi alla Vergine, a confessarsi e ad ascoltare la Messa per poi tornare con il cuore rinfrescato e rinnovato alle loro case e parenti”.

(A cura di Luis Badilla)

© Copyright Radio Vaticana

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo questo bellissimo commento di Salvatore Izzo che fa perfettamente il punto della situazione con ampio riferimento a fonti e documenti:

PAPA: DOMANI CON VESCOVI IRLANDA VERIFICA SU TOLLERANZA ZERO

(AGI) - CdV, 10 dic.

(di Salvatore Izzo)

Tre anni dopo un chiarissimo invito a cambiare rotta nella repressione del fenomeno degli abusi sessuali sui minori e la recente pubblicazione del Rapporto Ryan su questi fatti, Benedetto XVI incontra domani i vescovi dell'Irlanda da lui convocati per una verifica sul loro operato.
Gli abusi sessuali sui minori rappresentano sempre "un crimine terribile", ma questi casi "sono ancora piu' tragici quando ad abusare e' un uomo di Chiesa": erano state queste le parole che il Papa aveva utilizzato il 28 ottobre del 2006 per invocare "tolleranza zero" dai vescovi irlandesi.
"Le ferite causate da tali atti - aveva aggiunto - agiscono in profondita' ed e' urgente ricostruire la fiducia e la sicurezza la' dove esse sono state danneggiate". Se non si prendono provvedimenti adeguati, aveva aggiunto, "il pregevole lavoro e l'abnegazione della grande maggioranza dei sacerdoti e religiosi d'Irlanda finiranno con l'essere oscurati dalle trasgressioni di alcuni dei loro fratelli".
Papa Ratzinger, aveva chiesto in particolare ai presuli di "stabilire cosa sia avvenuto realmente nel passato, e prendere ogni provvedimento affinche' casi del genere non avvengano di nuovo".
E di "assicurarsi che i principi di giustizia siano pienamente rispettati", indennizzando "tutti coloro che sono stati colpiti da questo grave crimine". "Solo in questo modo - era stata le sua conclusione - la Chiesa in Irlanda potra' crescere piu' forte ed essere ancora piu' capace di dare testimonianza della forza redentrice della croce di Cristo". Di fatto, in altre realta' - soprattutto negli Stati Uniti, dove il Papa nel 2008 ha compiuto un memorabile viaggio - sta pagando la linea durissima voluta da Joseph Ratzinger gia' da prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede per sconfiggere il triste fenomeno dei preti pedofili.
Dalla pubblicazione delle nuove norme (2001), nel mondo i nuovi delitti sono stati molto di meno rispetto agli anni precedenti, come dimostra uno studio del "John Jay College" che rileva il "declino notevolissimo" dei casi denunciati a partire dai primi anni 2000.
L'opinione pubblica non se ne e' accorta perche' continuano a far notizia i processi in corso.
Per Benedetto XVI, come ha detto proprio ai vescovi dell'Irlanda, questo e' un "tempo di purificazione" da quella "sporcizia" da lui denunciata nella drammatica "Via Crucis" del venerdi' santo 2005, e che e' fatta dai "molti casi, che feriscono il cuore, di abusi sessuali sui minori, particolarmente tragici quando colui che abusa e' un prete".
Su questo terreno il Papa tedesco e' molto severo ed esigente, piu' del suo predecessore Giovanni Paolo II, tanto che non ha esitato a calare la scure anche su potenti uomini di Chiesa fin qui ritenuti intoccabili.
Ed e' stato proprio Ratzinger, da prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, a codificare la linea della "tolleranza zero" in pieno accordo con il vertice dei vescovi americani riunito a Roma da Papa Wojtyla. Ai vescovi il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede "De Delictis Gravioribus", che definiva le linee guida del motu proprio con cui Giovanni Paolo II rafforzo' l'ex Sant'Uffizio nel giudicare i casi di violenze e molestie, chiese infatti "non solo di contribuire a evitare un crimine cosi' grave, ma anche di proteggere con le necessarie sanzioni la santita' del sacerdozio".

© Copyright (AGI)

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I rapporti diplomatici tra Santa Sede e Russia

Oltre mille anni di reciproca considerazione

di Aleksej Judin
Università Umanistica di Mosca

Il punto di partenza nello sviluppo delle attuali relazioni fra Santa Sede e Russia si può ritenere a ragione il 1990, anno di cambiamenti nella vita politica e sociale della Russia in fase di perestrojka, e penultimo anno di esistenza dell'Urss. Proprio in quell'anno fra le parti fu raggiunto l'accordo di conferire un carattere ufficiale alle relazioni vaticano-sovietiche. Questa storica decisione fu resa possibile da un altro avvenimento epocale: l'incontro tra Papa Giovanni Paolo II e il presidente dell'Urss Michail Gorbaciov. Durante questo incontro in Vaticano il 1° dicembre 1989, pochi giorni dopo il crollo del muro di Berlino, Gorbaciov invitò ufficialmente Giovanni Paolo II a visitare l'Urss.
La storia delle relazioni diplomatiche tra la Russia e la Santa Sede risale tuttavia molto più indietro, alle origini dell'esistenza dello Stato russo. Le Cronache testimoniano che l'anno stesso del Battesimo della Rus' (988), il gran principe di Kiev Vladimir ricevette alcuni legati papali. I contatti tra la Rus' moscovita e la Santa Sede assunsero stabilità dalla metà del XIV secolo, e proprio attraverso di essi nel 1472 ebbe luogo un avvenimento carico di conseguenze per la storia russa, il matrimonio tra il gran principe di Mosca Ivan iii e la principessa bizantina Sofia (Zoe), nipote dell'ultimo imperatore bizantino Costantino XI Paleologo. Le nozze di Sofia, educata alla corte romana, furono proposte e benedette da Papa Paolo II. Gli ambasciatori dei Papi Pio V e Gregorio XIII visitarono regolarmente Mosca. Un episodio centrale nelle relazioni tra Mosca e il Vaticano all'epoca di Ivan iv fu la mediazione diplomatica della Santa Sede nella guerra di Livonia (1558-1583), in cui assieme alla Russia erano coinvolte Polonia e Svezia. Grazie al gesuita Antonio Possevino, ambasciatore della Santa Sede, nel gennaio 1583 venne concluso un trattato di pace tra il regno moscovita e la Rzeczpospolita.
Una novità si introdusse nelle relazioni tra Russia e Santa Sede all'epoca di Pietro i, che per due volte inviò qualificate ambascerie a Roma (1698 e 1707), e ancor più sotto Caterina ii: infatti, dopo la prima spartizione della Polonia (1772) e la creazione dell'Arcivescovato cattolico di Mogilev, divenne necessario regolare la posizione della Chiesa cattolica nell'impero russo. A tali problemi fu volta l'attività del nunzio a Varsavia e legato apostolico Giovanni Archetti (1783-1784). I successivi mutamenti nella situazione delle diocesi cattoliche in Russia e altre urgenti questioni contribuirono al proseguimento dei contatti tra la Santa Sede e la Russia durante il regno di Paolo i e Alessandro i (le missioni del nunzio Lorenzo Litta, 1797-1799, dell'incaricato d'affari pro tempore Giovanni Benvenuti, 1799-1803, e del nunzio Tommaso Arezzo, 1803-1804). Tuttavia, alcuni problemi politici condussero all'espulsione dei nunzi Litta e Arezzo, e fino al 1816 i contatti diplomatici tra Russia e Santa Sede si interruppero. Dal luglio 1816 tra i due Stati per la prima volta si instaurarono piene relazioni diplomatiche. L'impero russo presso la Santa Sede fu rappresentato dal 1816 al 1864 da autorevoli diplomatici russi, ma non si riuscì a costituire una rappresentanza diplomatica simmetrica a Pietroburgo. Inoltre, rappresentanti personali dei Papi presero sempre parte all'incoronazione degli imperatori russi: l'arcivescovo Lorenzo Litta all'incoronazione di Paolo I (1797), Tommaso Bernetti a quella di Nicola I (1826), Flavio Chigi all'incoronazione di Alessandro II (1855), Vincenzo Vannutelli a quella di Alessandro III (1881).
Nel 1845 lo zar Nicola i visitò Roma e si incontrò con Papa Gregorio XVI. Un importante risultato di questo incontro fu il Concordato firmato in data 3 agosto 1847 tra la Santa Sede e la Russia, in cui si intraprendeva il primo tentativo di normalizzare a livello interstatale la situazione della Chiesa cattolica nell'impero. Tuttavia le conseguenze politiche dell'insurrezione polacca del 1863-1864 nell'impero russo condussero nel 1866 alla rescissione del Concordato e delle relazioni diplomatiche in toto tra Santa Sede e Russia. Dopo lunghe trattative nei decenni 1870-1880, le relazioni diplomatiche furono ripristinate nel 1894: a Roma fu insediata una rappresentanza russa, ma ancora una volta non si riuscì a risolvere il problema dell'apertura di una missione diplomatica della Santa Sede a Pietroburgo. Dopo la rivoluzione di febbraio e il crollo della monarchia russa, la missione diplomatica imperiale presso la Santa Sede fu sostituita da una rappresentanza del Governo provvisorio, che restò fino al 1922.
Dal 1921 al 1928 tra esponenti della Russia sovietica e della Santa Sede vi furono contatti non ufficiali, nell'ambito dei quali vennero discusse le questioni del riconoscimento de jure da parte della Santa Sede della Repubblica federativa sovietica e della regolamentazione della situazione della Chiesa cattolica in Russia. Essi però non diedero risultati positivi.
Solo dalla metà degli anni Sessanta i contatti tra Vaticano e Unione sovietica divennero regolari, cosa a cui contribuì per molti aspetti l'accordo, raggiunto nel 1967, di portare i contatti a un "livello di lavoro stabile". Negli anni Sessanta-Ottanta il ministro degli Esteri sovietico Andrej Gromyko si incontrò più volte con Paolo VI e Giovanni Paolo II durante sue visite in Italia. Il 30 gennaio 1967 Papa Paolo VI ricevette in Vaticano il presidente del Soviet supremo dell'Urss, Nikolaj Podgornyj. Nel febbraio 1971, in relazione all'ingresso formale del Vaticano nell'Accordo di non propagazione delle armi nucleari, giunse a Mosca l'arcivescovo Agostino Casaroli, segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa.
Il periodo della perestrojka, soprattutto dopo il 1988, vide un notevole dinamismo nei contatti politici sovietico-vaticani. La presenza alle solenni celebrazioni del Millennio del Battesimo della Rus' nel 1988 di una delegazione della Chiesa cattolica molto rappresentativa, guidata dallo stesso Casaroli, ormai cardinale segretario di Stato, i successivi incontri a Mosca di quest'ultimo e dell'arcivescovo Angelo Sodano, allora segretario per i Rapporti con gli Stati, con Gorbaciov, gli scambi di lettere personali tra Gorbaciov e Giovanni Paolo II, i mutamenti positivi nella vita religiosa dell'Urss conducevano verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali.
L'incontro del 1989 fu dunque un punto d'arrivo, e anche la pietra angolare su cui si cominciò a edificare la nuova architettura delle relazioni vaticano-russe. Il 15 marzo 1990 le parti stabilirono di istituire delle rappresentanze ufficiali, con a capo rispettivamente un nunzio apostolico e un ambasciatore straordinario e plenipotenziario. Il primo rappresentante ufficiale della Santa Sede in Urss, e poi nella Federazione russa, fu l'arcivescovo Francesco Colasuonno (1990-1994); per l'Unione sovietica presso la Santa Sede fu designato l'ambasciatore Jurij Karlov (1990-1995). Dopo Karlov, la Russia venne rappresentata da Vjaceslav Kostikov (1995-1996), Gennadij Uranov (1996-2001) e Vitalij Litvin (2001-2005). Dall'agosto 2005 la missione diplomatica è guidata da Nikolay Sadchikov.
All'epoca della sua nomina a Mosca monsignor Colasuonno era nunzio apostolico con incarichi speciali e capo della Delegazione della Santa Sede per i contatti permanenti di lavoro con la Repubblica di Polonia. Giunto in Russia, si scontrò con un numero immenso di problemi per cui non esistevano risposte prefabbricate. L'Unione sovietica stava vivendo i suoi ultimi giorni, la situazione politica cambiava letteralmente di settimana in settimana, come pure la situazione religiosa. Intanto, con le celebrazioni del Millennio del Battesimo della Rus', nel 1988, iniziava il ritorno storico dell'ortodossia nella vita della Russia contemporanea. Nel 1990 l'Urss approvò la nuova legge "sulla libertà di coscienza e sulle organizzazioni religiose", che assicurava ai rappresentanti di tutte le associazioni religiose libertà fino allora inaudite nella storia della Russia. I cattolici russi si accinsero con entusiasmo a ricostruire la propria Chiesa, quasi completamente distrutta da decenni di persecuzioni. In questo contesto il nunzio Colasuonno aveva l'immane responsabilità di prendere decisioni fattive e adeguate. Innanzitutto andava risolta la questione della riorganizzazione delle strutture ecclesiastiche, e dopo alcuni mesi di intenso lavoro, il 16 aprile 1991 il nunzio poté annunciare la costituzione di tre nuove Amministrazioni apostoliche: per la Russia europea con centro a Mosca (monsignor Kondrusiewicz), per la Siberia con centro a Novosibirsk (monsignor Werth), e per l'Asia Centrale con sede a Karaganda in Kazakhstan (monsignor Lenga).
La fine politica dell'Urss e la nascita della Federazione russa di Eltsin, alla fine del 1991, non frenò i ritmi di sviluppo nelle relazioni fra la Santa Sede e la Russia. Nel dicembre 1991 la Santa Sede riconosce ufficialmente la nuova Russia democratica e dichiara la disponibilità a proseguire con essa "relazioni ufficiali e amichevoli". I rappresentanti diplomatici designati nel 1990 conservano le proprie cariche, e tra i due Stati si instaura la prassi di regolari consultazioni bilaterali al vertice. Il 20 novembre 1991 il presidente Eltsin visita in Vaticano Giovanni Paolo II. Tema principale del colloquio sono le questioni legate alla libertà religiosa nella nuova Russia. Al tempo stesso le due parti dimostrano interesse a sviluppare una collaborazione, allo scopo di rafforzare la cooperazione internazionale ed europea, regolare conflitti internazionali e contribuire alla soluzione di fenomeni negativi come nazionalismo, razzismo, xenofobia, terrorismo e diseguaglianza sociale ed economica.
La missione diplomatica del successivo rappresentante della Santa Sede, l'arcivescovo John Bukowski (1994-2000), prosegue nelle linee generali l'attività di coordinamento per il ripristino delle strutture della Chiesa cattolica in Russia. Intanto nella vita politica interna russa si evidenziano nuove tendenze, nel contesto delle quali si verifica un ripensamento del modello giuridico della libertà religiosa nel Paese. Nell'estate del 1997 viene presentato alla Duma un nuovo progetto di legge "sulla libertà di coscienza e sulle associazioni religiose", in netto contrasto con le enunciazioni fondamentali della legge del 1990, che limita sostanzialmente le garanzie giuridiche delle libertà religiose per le "organizzazioni religiose straniere". Tra gli altri, anche i cattolici russi formulano argomentate critiche alla Duma, e la loro posizione viene appoggiata da Papa Giovanni Paolo II, che scrive personalmente al presidente Eltsin per esporgli la preoccupazione della Santa Sede, dal momento che alcuni articoli del nuovo progetto di legge sono in contrasto con gli impegni assunti dalla Russia a livello internazionale. In un primo momento, anche in considerazione della posizione della Santa Sede, Eltsin pone il veto alla legge approvata nel giugno 1997, ma essa viene definitivamente approvata in settembre.
Va osservato come il fervore delle discussioni sulla nuova legge e addirittura l'intervento personale di Giovanni Paolo II non sminuiscono la fiducia reciproca nell'evoluzione delle relazioni russo-vaticane. Il 2 febbraio 1998 il Papa e il presidente Eltsin si incontrano per discutere la situazione politica e religiosa esistente in Russia e i preparativi per il Grande Giubileo del 2000, oltre che i problemi del consolidamento della pace e del superamento di situazioni di crisi.
La missione di rappresentante della Santa Sede nella Federazione russa viene affidata all'arcivescovo Georg Zur (2000-2002). Si tratta di un periodo non scevro di tensioni nello sviluppo delle relazioni cattolico-ortodosse e nei contatti internazionali vaticano-russi. L'11 febbraio 2002 per decisione della Santa Sede le quattro amministrazioni apostoliche esistenti in Russia vengono trasformate in diocesi. Questa crisi diventa un forte stimolo per una riflessione complessiva sulle relazioni con gli organismi statali russi e soprattutto sulle vie di sviluppo del dialogo con la Chiesa ortodossa russa.
Non si può non notare con soddisfazione che neppure gli eventi del 2002 valgono a infrangere le relazioni esistenti tra Federazione russa e Vaticano. Il primo incontro tra il nuovo presidente russo Vladimir Putin e Papa Giovanni Paolo II era avvenuto il 5 giugno 2000 in Vaticano, durante una delle sue visite all'estero. Il secondo incontro tra Putin e Giovanni Paolo II ha luogo il 5 novembre 2003. Dopo la morte del Pontefice, nella lettera di condoglianze indirizzata al decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger, Putin chiamerà Giovanni Paolo II una "illustre personalità del nostro tempo", e definirà il suo ministero pastorale come "volto a rinsaldare i principi spirituali e morali nella vita dell'uomo".
La ricerca di vie d'uscita dalla crisi del 2002 diventa il compito principale della missione diplomatica della Santa Sede in Russia, la cui direzione viene assunta alla fine del 2002 dall'arcivescovo Antonio Mennini. Il graduale ristabilimento di un clima di fiducia nelle relazioni cattolico-ortodosse attraverso un lavoro di ricerca di soluzioni per i problemi esistenti, l'appello a ottenere garanzie giuridiche per l'attività della Chiesa cattolica in Russia, lo sviluppo di relazioni politiche e diplomatiche tra Santa Sede e Federazione russa in tutte le sfere di interesse comune, sono le priorità perseguite negli ultimi anni dalla Rappresentanza della Santa Sede. Nel contempo, anche le relazioni vaticano-russe acquistano nuovo impulso. Dopo il primo incontro tra Putin e il nuovo Papa Benedetto XVI, avvenuto in Vaticano il 13 marzo 2007, un comunicato della Sala Stampa Vaticana definisce le relazioni bilaterali come "cordiali", e rileva l'aspirazione di ambo le parti a svilupparle ulteriormente, anche in ambito culturale.
Nel corso della visita a Mosca nel marzo scorso, il segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati monsignor Dominique Mamberti ha sottolineato che la Santa Sede attribuisce grande importanza alle relazioni con la Russia "sia perché la Federazione russa ha una posizione di primo piano nel quadro geopolitico del mondo, sia anche per la concordanza di posizioni tra Russia e Santa Sede su tutta una serie di punti, in numerosi forum internazionali". Questa convergenza di posizioni si nota innanzitutto rispetto ai problemi della pace nel mondo, della cooperazione tra i popoli e del dialogo fra le culture, rispetto ai problemi della povertà e della fame, della salvaguardia della vita e della famiglia, lo sviluppo degli studi biogenetici nel rispetto della dignità della persona umana, dal primo momento della sua esistenza.
In questa luce, l'incontro del 3 dicembre scorso tra il presidente Medvedev e Papa Benedetto XVI è la logica conclusione di un'intera fase della storia postsovietica delle relazioni vaticano-russe. Una fase, apertasi esattamente vent'anni fa con lo storico incontro tra Giovanni Paolo II e Gorbaciov. L'incontro della settimana scorsa segna indubbiamente l'aprirsi di nuove prospettive per il XXI secolo e mostra "l'alto livello raggiunto dal dialogo tra la Russia e la Santa Sede, come pure tra la Santa Sede e la Chiesa ortodossa russa", come ha rilevato il portavoce del presidente russo Natalia Timakova. La decisione di stabilire relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Federazione russa attesta la consapevolezza di una cooperazione politica e diplomatica di ambo le parti. Si innalza dunque a più alto livello anche il confronto su una serie di importanti questioni di comune interesse, su cui Russia e Santa Sede sono in sintonia. L'innalzamento del livello delle relazioni diplomatiche tra Russia e la Santa Sede, inoltre, è un segno del fatto che anche il dialogo ufficiale con la Chiesa ortodossa russa è entrato in una nuova fase di cordiale comprensione e collaborazione.

(©L'Osservatore Romano - 11 dicembre 2009)