giovedì 30 luglio 2009

La visione cristiana dell'ecologia: dedicato all'ambiente il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della pace (Radio Vaticana)


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La visione cristiana dell'ecologia: dedicato all'ambiente il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della pace

Vasta risonanza ha avuto sui media internazionali – meno su quelli italiani – la pubblicazione, ieri, del tema del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2010: “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”. Una tematica di estrema importanza per il futuro dell’umanità, per la quale Benedetto XVI parla di “responsabilità globale” e della necessità che Paesi ricchi e poveri “agiscano congiuntamente” con il preciso “impegno di decidere insieme” le sorti del pianeta. A questo argomento il Pontefice ha dedicato quattro capitoli della sua recente Enciclica Caritas in veritate (48-51). Ecco la sintesi delle sue riflessioni in questo servizio di Sergio Centofanti.

La pace è strettamente legata al rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Il Papa unisce queste dimensioni mettendo in guardia da ogni visione parziale: come può essere quella di chi considera la natura “un tabù intoccabile”, quasi fosse “più importante della stessa persona umana”, in una sorta di neo-paganesimo panteista, o quella di chi al contrario propugna una “completa tecnicizzazione” della natura sfruttandola a proprio piacimento e quindi abusandone. “Oggi molti danni allo sviluppo – afferma l’Enciclica - provengono proprio da queste concezioni distorte”. Ma la pace è messa in pericolo soprattutto dalla mancanza di giustizia: il creato, con tutte le sue risorse, è dono di Dio per tutta l’umanità. “L’accaparramento delle risorse energetiche non rinnovabili da parte di alcuni Stati, gruppi di potere e imprese costituisce, infatti, un grave impedimento per lo sviluppo dei Paesi poveri” e genera guerre. Sempre più allarmante sul pianeta è la questione dell’accesso all’acqua che – afferma il Papa – “può provocare gravi conflitti”. Benedetto XVI lancia un forte appello alla solidarietà e alla giustizia. In particolare invita “la società odierna a rivedere seriamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, è incline all'edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano. È necessario un effettivo cambiamento di mentalità” in modo che “la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti”. “Le società tecnologicamente avanzate – aggiunge l’Enciclica - possono e devono diminuire il proprio fabbisogno energetico” percorrendo due strade: facendo avanzare “la ricerca di energie alternative” e sostenendo “una ridistribuzione planetaria delle risorse energetiche, in modo che anche i Paesi che ne sono privi possano accedervi. Il loro destino non può essere lasciato nelle mani del primo arrivato o alla logica del più forte”.


“La Chiesa – sottolinea ancora il Papa - ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l'uomo contro la distruzione di se stesso”. “Per salvaguardare la natura – osserva infatti il Pontefice - il problema decisivo è la complessiva tenuta morale della società. Se non si rispetta il diritto alla vita e alla morte naturale, se si rende artificiale il concepimento, la gestazione e la nascita dell'uomo, se si sacrificano embrioni umani alla ricerca, la coscienza comune finisce per perdere il concetto di ecologia umana e, con esso, quello di ecologia ambientale”. “Il libro della natura è uno e indivisibile, sul versante dell'ambiente come sul versante della vita, della sessualità, del matrimonio, della famiglia, delle relazioni sociali, in una parola dello sviluppo umano integrale”. Ed è una grave contraddizione – nota il Papa - chiedere il rispetto dell'ambiente naturale quando “l'educazione e le leggi” non aiutano a rispettare l’essere umano. Tutto ciò “avvilisce la persona, sconvolge l'ambiente e danneggia la società”. La natura – sottolinea l’Enciclica - non è “frutto del caso o del determinismo evolutivo” ma “il meraviglioso risultato dell’intervento creativo di Dio”. Questa è la visione cristiana dell’ecologia. Per questo – afferma Benedetto XVI – “se vuoi coltivare la pace custodisci il creato”, dono di Dio a tutti i suoi figli, senza esclusioni, nella consapevolezza che “c’è spazio per tutti su questa nostra terra”.

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