domenica 21 dicembre 2008

Padre Lombardi: Infondata l’attribuzione a Giovanni XXIII di una preghiera per gli ebrei scritta poco prima di morire (Radio Vaticana)

E’ infondata l’attribuzione a Giovanni XXIII di una preghiera per gli ebrei scritta poco prima di morire. Così il direttore della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi in riferimento ad un articolo pubblicato sul quotidiano la Repubblica che parla di un testo rimasto inedito. La nota del nostro direttore padre Federico Lombardi:

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Padre Lombardi: è infondata l'attribuzione a Giovanni XXIII di una preghiera per gli ebrei

E’ infondata l’attribuzione a Giovanni XXIII di una preghiera per gli ebrei scritta poco prima di morire. Così il direttore della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, in riferimento ad un articolo pubblicato sul quotidiano la “Repubblica” che parla di un testo rimasto inedito. Ascoltiamo la nota del nostro direttore, padre Federico Lombardi:

La pagina culturale della “Repubblica” di ieri porta un ampio articolo su una preghiera di Giovanni XXIII per gli ebrei, scritta poco prima di morire. Ho avuto modo di sentire in proposito mons. Capovilla: chi più competente in materia del segretario dello stesso Papa?, e ho scoperto con sorpresa che l’attribuzione al “papa buono” di quel testo è infondata. Il testo era già comparso nel gennaio 1965 su una pubblicazione dell’“American Jewish Committee” ed altrove, ed era stato pubblicato poi anche in Italia nel ’66 da “Quest’Italia” e alcune altre testate. Ma fin da allora, l’attribuzione a Giovanni XXIII era apparsa inattendibile ai veri esperti in materia. Tutta la vicenda fu studiata attentamente e risolta in modo che si sperava definitivo da un articolo pubblicato sulla “Civiltà Cattolica” nel giugno 1983 dal padre Giovanni Caprile con la collaborazione, naturalmente, anche di mons. Capovilla.

Intendiamoci: il testo della presunta preghiera del Papa non contiene nulla di male ed ha anche qualche affinità di stile con i suoi scritti, e ciò spiega perché diverse persone abbiano creduto che potesse essere sua. Ma altri argomenti interni, la sua assenza fra gli scritti lasciati dal Papa e la totale mancanza di qualsiasi prova di tale attribuzione conduce necessariamente ad una conclusione negativa. Padre Caprile si diffonde nel ricordare le testimonianze di rispetto e di amore di Giovanni XXIII per il popolo ebreo in tutto il corso della sua vita, e ne mette in rilievo i grandissimi meriti in questo campo, ma conclude che per comprenderli ed apprezzarli adeguatamente, la verità storica è più che sufficiente, senza dover ricorrere a pie e sia pur verosimili finzioni. Dopo 25 anni, dobbiamo far nostra ancora una volta questa conclusione.

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