martedì 2 dicembre 2008

La prima volta di un Musulmano sul giornale del Papa (Magister e Corriere)


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Khaled Fouad Allam: "Le religioni e il destino del mondo" (Osservatore Romano)

La prima volta di un musulmano sul giornale del papa

Il nuovo columnist è Khaled Fouad Allam. In sorprendente sintonia con Benedetto XVI. Entrambi a favore di un dialogo cristiano-islamico che non sia un compromesso tra le fedi ma un incontro tra le culture

di Sandro Magister

ROMA, 1 dicembre 2008

Non si sono né visti né sentiti, eppure entrambi, negli stessi giorni, hanno sostenuto tesi sorprendentemente vicine. Da una parte il papa, Benedetto XVI, in una lettera-prefazione ad un libro; dall'altra un pensatore musulmano, Khaled Fouad Allam (nella foto), il primo musulmano chiamato a scrivere sulla prima pagina del giornale pontificio, "L'Osservatore Romano".
La prossimità di pensiero tra i due è tanto più sorprendente in quanto si esercita su un terreno incandescente, il rapporto tra cristianesimo e islam. È di pochi giorni fa l'ultima grande esplosione di violenza del radicalismo musulmano, a Mumbai.
Ha scritto Benedetto XVI in una lettera all'autore di un libro uscito in questi giorni in Italia, Marcello Pera, filosofo liberale, discepolo di Karl Popper, non credente:

"Un dialogo interreligioso nel senso stretto della parola non è possibile, mentre urge tanto più il dialogo interculturale che approfondisce le conseguenze culturali della decisione religiosa di fondo".

Ha scritto Khaled Fouad Allam su "L'osservatore Romano" di domenica 30 novembre:

"Da decenni i rapporti tra musulmani e cristiani coinvolgono diverse dimensioni, tra le quali il confronto sul piano religioso, anche se spesso non si riesce ad approfondirlo e a evidenziarne luci e ombre, con il risultato che non di rado emerge la nostra incapacità a pensare oltre. Proprio per questa crisi generalizzata bisogna pensare il dialogo tra cristianesimo e islam nella sua dimensione filosofica".

Allam vede nell'eplosione della violenza e dell'intolleranza religiose "il segnale di un male che la nostra umanità sta vivendo". Questo male ha la sua radice nel "divorzio fra storia ed eternità".
Mentre l'Occidente tende a far coincidere la storia col tutto, l'islam radicale pretende di "impadronirsi dell'eternità" e per questa via "cerca di imporre il tragico ordine della tirannia".
La guarigione da questo male – prosegue Allam – è dunque in un dialogo tra cristianesimo e islam che ricongiunga storia ed eternità; un dialogo sulle radici culturali e i loro effetti, su questioni che vanno dalla libertà di religione alla bioetica.
Il che esige da un lato "liberare l’islam dal monopolio della teologia neofondamentalista", dall'altro "un’Europa che ritorni alle sue radici, aperte agli altri continenti".
Ecco qui di seguito, integrale, l'articolo di Khaled Fouad Allam uscito su "L'Osservatore Romano" del 30 novembre 2008. L'autore, nato in Algeria e cittadino italiano, di fede musulmana, insegna nelle università di Trieste e di Stanford.

Khaled Fouad Allam: "Le religioni e il destino del mondo" (Osservatore Romano)

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Il giornale del Vaticano

Osservatore, Fouad Allam è la prima firma islamica

MILANO - È il primo collaboratore musulmano dell' Osservatore Romano. Il quotidiano del Vaticano ospita in prima pagina un articolo di Khaled Fouad Allam (foto) intitolato «Le religioni e il destino del mondo». Fouad Allam scrive che il dialogo è «non solo necessario» ma «un ipotetico nuovo ordine internazionale non può che passare attraverso due paradigmi, che andranno definiti nei contenuti: il primo è la democrazia, il secondo è il dialogo fra popoli, culture, religioni. Le due questioni - argomenta - sono intimamente legate».

© Copyright Corriere della sera, 30 novembre 2008

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