giovedì 30 luglio 2009
Il Papa saluta Les Combes: «Un posto meraviglioso» (Mazza)
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Il Papa: ho vissuto qui in una pace celeste, nessun disturbo poteva entrare. Invece potevano entrare tante cose buone...torte, formaggi, vini... :-)
Il Papa scherza con i cronisti: "Quest'anno avete scritto poco...questo (il polso ingessato) era un avvenimento sufficiente..." :-)
Il Papa: purtroppo il mio angelo custode non ha impedito il mio infortunio. Forse il Signore voleva insegnarmi più pazienza e più umiltà
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Il Papa saluta Les Combes: «Un posto meraviglioso»
Un pensiero anche per Avvenire: «Lo leggo tutti i giorni»
Il Pontefice è tornato a sorridere del suo incidente al polso: «Il mio angelo custode non ha impedito l’infortunio. Forse il Signore voleva insegnarmi più pazienza, più umiltà, per darmi più tempo per la preghiera e la meditazione»
Nel congedarsi dalla Valle d’Aosta Benedetto XVI ha voluto salutare tutte le persone, dalle autorità ai poliziotti, agli stessi giornalisti, che l’hanno accompagnato in questo periodo di riposo estivo: «A Dio piacendo mi auguro di ritornare»
DAL NOSTRO INVIATO A INTROD (AOSTA)
SALVATORE MAZZA
Un po’ malinconico, come sempre lo sono i saluti alla fine di una vacanza.
Ma tutti sperano sia solo un arrivederci a tra un anno, in questo « posto meraviglioso » , come l’ha definito il Papa, dove spera anche lui di ritornare, « se Dio vuole» .
Forse perché s’è davvero, e finalmente, riposato, anche se « purtroppo il mio angelo custode non ha impedito l’infortunio » , ha detto tornando a scherzare sul suo polso ingessato. E ha voluto salutare tutti, quasi a uno a uno, dai poliziotti, ai volontari, e pure i giornalisti che lo hanno seguito fin quassù: « Non avete avuto molto da scrivere » , ha detto loro sorridendo, in una breve conversazione con tutti e ciascuno, trovando anche l’occasione per dire: « Leggo tutti i giorni Avvenire» .
L’arrivederci – come effettivamente tutti si augurano – a Les Combes è stato lungo e segnato da un affetto e una familiarità, da parte di Benedetto XVI, veramente palpabili. Nel breve discorso tenuto a braccio, al mattino, congedandosi dai Salesiani e dalle forze di polizia, militari, protezione civile, vigili del fuoco, Ispettorato di pubblica sicurezza presso il Vaticano, Gendarmeria vaticana e servizi sanitari vaticani, il Papa ha voluto ringraziarli per il servizio « competente, discreto ed efficiente » svolto durante il suo soggiorno.
«Siete stati – ha detto ai diversi gruppi, raccolti sul prato da dove alle 17 sarebbe decollato l’elicottero per Torino – come gli angeli che sono invisibili e allo stesso tempo efficienti. Così avete fatto anche voi: eravate invisibili per me, ma sempre efficienti. Purtroppo il mio proprio angelo custode – ha aggiunto scherzando – non ha impedito il mio infortunio, certamente per ordini superiori. Forse il Signore voleva insegnarmi più pazienza e più umiltà, per darmi più tempo per la preghiera e la meditazione » .
Tra queste montagne, ha quindi proseguito, « ho vissuto in una pace celeste. Nessun disturbo poteva entrare, tante cose buone invece potevano entrare, materiali e immateriali, tante torte, formaggi, vini. Ero circondato da un silenzio incredibile, il canto degli uccelli la musica del Creatore era presente.
Grazie per tutto questo, vi auguro buone vacanze, e grazie per il vostro impegno. Siate sicuri che la mia preghiera vi accompagna, siete sempre nelle mie preghiere» .
Terminato il breve discorso, papa Ratzinger è sceso dal palchetto di legno posto sul confine del parco naturale, al cui interno ha trascorso questi diciassette giorni di riposo, per salutare i diversi gruppi e posare per le foto ricordo. Arrivato a quello dei giornalisti e dei fotografi, Benedetto XVI s’è intrattenuto a scambiare qualche battuta. « Quest’anno avete scritto poco» ha detto, e al giornalista che osservava che qualcosa da scrivere c’è sempre, ha ribattuto « si può sempre inventare » .
Poi, ricordando come tre anni fa il suo soggiorno a Les Combes fosse stato turbato dalle notizie della guerra in Libano, ha detto: «Speriamo che la pace sia consistente, che cresca, e sia trovata finalmente » . Quest’anno invece, ha proseguito sorridendo e mostrando il braccio ingessando, « il Signore ha fatto questo. Questo avvenimento è stato sufficiente, non abbiamo avuto bisogno di altro » . « Vi ringrazio per la vostra preoccupazione – ha detto nell’andarsene, subito dopo aver affermato di leggere
Avvenire ogni giorno – il Signore ci aiuterà » .
Nel pomeriggio, infine, papa Ratzinger ha raccolto il saluto delle autorità e dei suoi vicini di casa, ossia gli abitanti di Les Combes, con i quali s’è scusato per non aver potuto, quest’anno, « venire a trovarvi » come avrebbe voluto, complice l’incidente che un po’ ha rivoluzionato i suoi piani. Uscendo dal suo chalet, Benedetto XVI ha prima salutato i bambini, che in poesia l’hanno invitato a tornare tra un anno « perché ci ha riempito il cuore di gioia » .
«Se Dio vuole, lo spero – ha risposto il Papa –, sì speriamo » . Il Pontefice, ricevuti i saluti dei presidenti della Regione, Augusto Rollandin, della Giunta Alberto Cerise, del sindaco di Introd Osvaldo Naudin e del vescovo di Aosta Giuseppe Anfossi, s’è intrattenuto con i presenti scambiando battute e strette di mano fino al momento di salire in elicottero che, puntualmente, s’è levato in volo alle 17 per raggiungere Torino, dove ad attendere Benedetto XVI c’era il cardinale arcivescovo Severino Poletto.
Da Torino, il Papa è ripartito in aereo per l’aeroporto di Roma Ciampino, da dove in auto ha raggiunto direttamente la residenza estiva di Castel Gandolfo, dove « tutti siamo pronti per fare sentire a Benedetto XVI la nostra grande gioia per averlo nuovamente, anche fisicamente, vicino per il tempo delle settimane che egli trascorrerà qui » , ha dichiarato al Sir il vescovo di Albano, Marcello Semeraro.
© Copyright Avvenire, 30 luglio 2009
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