giovedì 26 marzo 2009

Pubblicato il programma del viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa. Intervista a padre Pizzaballa (Radio Vaticana)


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Pubblicato il programma del viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa

La Sala Stampa vaticana ha pubblicato oggi il programma del viaggio del Papa in Terra Santa che si svolgerà dall’8 al 15 maggio prossimi. Benedetto XVI - come ha detto lui stesso all'Angelus dell'8 marzo scorso - visiterà i luoghi santificati dal passaggio terreno di Gesù per chiedergli "il prezioso dono dell’unità e della pace per il Medio Oriente e per l’intera umanità”. Un pellegrinaggio che toccherà la Giordania, Israele ed i Territori palestinesi. Si tratta di un viaggio – come ha detto il Papa ad una delegazione del Gran Rabbinato d’Israele ricevuta in Vaticano – che vuole contribuire alla pacifica convivenza tra cristiani, ebrei e musulmani in Terra Santa. Sul programma del pellegrinaggio, il servizio di Roberto Piermarini.

Benedetto XVI partirà alla volta della Giordania la mattina di venerdì 8 maggio. Nella capitale Amman, dopo la cerimonia di benvenuto, visiterà prima il Centro “Regina Pacis” e poi si recherà nel Palazzo Reale al-Husseinye per una visita di cortesia al re ed alla regina di Giordania. Sabato 9 maggio, lascerà Amman per la visita all’antica Basilica del Memoriale sul Monte Nebo, dove Mosè vide la Terra Promessa mentre nella vicina Madaba benedirà la prima pietra dell’Università del Patriarcato latino. Al rientro ad Amman farà visita al Museo Achemita ed alla Moschea Al-Hussein Bin-Tatal dove incontrerà i capi religiosi musulmani, con il Corpo diplomatico e con i rettori delle università giordane. Nel pomeriggio la celebrazione dei Vespri con i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i seminaristi ed i movimenti ecclesiali, nella cattedrale Greco-Melkita di San Giorgio. Domenica 10, in mattinata la Santa Messa allo Stadio internazionale di Amman, il pranzo con i patriarchi ed i vescovi nel Vicariato latino e nel pomeriggio il trasferimento al Bethany beyond sul fiume Giordano, per la benedizione delle prime pietre delle Chiese dei Latini e dei Greco-Melkiti su uno dei siti dove secondo la tradizione sarebbe stato battezzato il Signore. Lunedì mattina 11 maggio, la partenza da Amman e l’arrivo in Israele, all’aeroporto internazionale di Tel Aviv. Nel pomeriggio la visita di cortesia al presidente dello Stato d’Israele nel Palazzo presidenziale di Gerusalemme, l’attesa visita al Memoriale di Yad Vashem e l’incontro con le organizzazioni per il dialogo interreligioso nell’Auditorium del Notre Dame of Jerusalem Center. La mattinata di martedì 12 sarà dedicata al dialogo interreligioso: sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme infatti, la visita alla Cupola della Roccia e l’incontro del Papa con il Gran Muftì. Seguirà la visita al Muro Occidentale e quella di cortesia ai due Gran Rabbini di Gerusalemme nel Centro Hechal Shlomo. Benedetto XVI reciterà poi il Regina Coeli con gli ordinari di Terra Santa nel Cenacolo di Gerusalemme e visiterà la Concattedrale dei Latini. Nel pomeriggio un breve incontro con i consoli generali di Gerusalemme nella delegazione apostolica e la Santa Messa nella Josafat Valley della Città Santa. Mercoledì 13 il pellegrinaggio papale farà tappa a Betlemme nei Territori palestinesi, con la Santa Messa nella Piazza della Mangiatoia e la visita privata alla Grotta della Natività. Nel pomeriggio dopo aver fatto visita al Caritas Baby Hospital ed al Campo profughi Aida, il Papa sarà ricevuto dal presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese nel Palazzo presidenziale di Betlemme. Dopo il rientro a Gerusalemme, giovedì 14 Benedetto XVI si trasferirà a Nazareth dove in mattinata celebrerà una Messa sul Monte del Precipizio. Seguirà l’incontro con il premier israeliano nel Convento dei Francescani, il saluto ai capi religiosi della Galilea e la visita alla Grotta dell’Annunciazione. Sempre in serata, la celebrazione dei Vespri con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i movimenti ecclesiali e gli operatori pastorali della Galilea, nella Basilica superiore dell’Annunciazione. Venerdì 15 maggio, prima della partenza per Roma, l’incontro ecumenico nella Sala del Trono della Sede del Patriarcato Greco-Ortodosso di Gerusalemme, la visita al Santo Sepolcro e la visita alla Chiesa patriarcale Armena apostolica di San Giacomo, ultima tappa di questo pellegrinaggio papale sulle orme di Gesù.

E sull’attesa della prossima visita del Papa in Giordania, Israele e Territori palestinesi, Giancarlo La Vella ha sentito padre Pierbattista Pizzaballa, custode francescano di Terra Santa:

R. – Siamo certi che verrà proprio con sentimenti di dialogo e di pace, e soprattutto con un grande incoraggiamento per la comunità cristiana locale.

D. – C’è bisogno di dialogo non solo tra israeliani e palestinesi, ma anche tra tutte le comunità religiose...

R. – Certo. I religiosi hanno un ruolo molto importante, ma in questi ultimi anni forse sono stati troppo frammentati e c’è bisogno di dare maggiore unità, maggior coordinamento e saper dire una parola comune da tutti, come leader religiosi. In questo contesto penso la visita del Papa sarà un grande incoraggiamento, un grande punto di riferimento.

D. – La Custodia di Terra Santa con quale spirito attende il Papa?

R. – Con una grande gioia, con grande attesa; i preparativi ora sono nella fase frenetica, diciamo, però c’è anche uno spirito di preghiera e tanta attesa per le cose che il Santo Padre ci dirà.

D. – Benedetto XVI torna nei luoghi dove già Paolo VI e soprattutto Giovanni Paolo II sono già stati; quali i ricordi di queste visite precedenti?

R. – Il ricordo della visita precedente di Giovanni paolo II è ancora molto forte, soprattutto per i gesti che ha compiuto. Tutti sappiamo però che questa visita avrà un carattere diverso, anche perché sono diverse le circostanze, i tempi sono cambiati, ma avrà degli aspetti comuni: innanzitutto la visita ai luoghi santi e d’incontro con la comunità cristiana, e di un profilo molto alto di riferimento per tutti.

D. – Quale spinta, quale rinnovamento il viaggio del Papa potrà dare a tutta la Terra Santa?

R. – Dunque, la Terra Santa ha conosciuto – in questi ultimi anni – molte crisi, eventi anche drammatici, la seconda Intifadah, l’ultima operazione a Gaza e tante altre, e quindi è molto ferita; ci sono ancora tanti problemi, tante paure, e la visita del Papa sarà un grande incoraggiamento, un invito a non avere paura e a guardare avanti con speranza e fiducia.

D. – Affinchè questa terra non sia più la terra dei muri e delle divisioni, che cosa si può fare?

R. – Innanzitutto, bisogna puntare sui giovani, nelle scuole, formare la nuova generazione a pensare in maniera diversa e soprattutto a sfidare e ad osare, a sognare, in modo che possa anche costruire, nei tempi opportuni, qualcosa di diverso rispetto ai loro padri.

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