lunedì 30 marzo 2009

Il Papa alla Magliana: andare incontro alle attese dei più poveri e bisognosi (Melina)


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La visita alla parrocchia del Santo Volto di Gesù. «Mi rallegro con voi – dice il Santo Padre ai fedeli – perché la vostra parrocchia è aperta ed accogliente, animata e resa viva da un amore sincero verso Dio e verso tutti i fratelli»

di Graziella Melina

Il maxischermo ai lati del sagrato della chiesa del Santo Volto di Gesù alla Magliana è ancora spento quando la gente arriva e, ombrello in mano, resta in attesa davanti ai cancelli. Sono ancora le 6 e mezza di domenica 29 marzo. Dalle finestre di due palazzi vicini, complice il vento e un po’ di pioggia, bandiere gialle e bianche sventolano senza sosta. Piove ormai a dirotto. Ma i bambini, alle prese con i palloncini preparati per l’occasione, poco se ne curano. Tanto che, dopo un paio di ore, all’arrivo del Papa, i loro saluti festosi si sentono fin dentro la chiesa.
«Cari fratelli e sorelle, benvenuti in questa bella domenica - li saluta subito il Pontefice -. Purtroppo piove, ma anche il sole sta arrivando, forse è un segno di questo tempo pre-pasquale, in cui sentiamo i dolori del Signore e tutti i problemi del nostro mondo di oggi, ognuno a suo modo. Ma sappiamo anche che il sole, benché spesso nascosto, esiste, che Dio è vicino, ci aiuta e ci accompagna. Quindi, in questo senso, vogliamo andare adesso verso la Pasqua, sapendo che alla nostra vita appartengono le sofferenze e le difficoltà, ma sapendo che dietro sta il sole della bontà divina».
Ad accogliere Benedetto XVI, in visita pastorale alla parrocchia del Santo Volto, il cardinale vicario Agostino Vallini, il vescovo ausiliare per il Settore Ovest Benedetto Tuzia, il cardinale Fiorenzo Angelini, fondatore dell’Istituto di ricerca sul Santo Volto di Cristo, l’arcivescovo Marcello Costalunga e il parroco don Luigi Coluzzi.
È la quinta domenica di Quaresima e il Papa, nell’omelia, riflette sul «cammino esigente della croce che Gesù indica a tutti i suoi discepoli». E che viene «descritta con l’immagine del chicco di grano che muore per germinare a nuova vita». Non esiste «altra via per sperimentare la gioia e la vera fecondità dell’Amore, che è quella del darsi, donarsi, perdersi per trovarsi».
L’invito di Gesù, sottolinea il Pontefice, «risuona particolarmente eloquente nell’odierna celebrazione in questa vostra parrocchia», dedicata appunto al Santo Volto di Gesù. Quel volto che «nei prossimi giorni della Passione contempleremo sfigurato a causa dei peccati, dell’indifferenza e dell’ingratitudine degli uomini»; e che «radioso di luce e sfolgorante di gloria» brillerà «nell’alba del giorno di Pasqua».
«Mi rallegro con voi - aggiunge - perché la vostra parrocchia è aperta ed accogliente, animata e resa viva da un amore sincero verso Dio e verso tutti i fratelli, ad imitazione di san Massimiliano Maria Kolbe, a cui in origine essa era dedicata».
«In questo nostro tempo, segnato da una generale crisi sociale ed economica - prosegue Benedetto XVI -, molto meritevole è lo sforzo che state compiendo, attraverso soprattutto la Caritas parrocchiale e il gruppo S. Egidio, per andare incontro, come è possibile, alle attese dei più poveri e bisognosi». Quindi rivolgendosi ai giovani: «Uno speciale incoraggiamento vorrei riservare a voi. Lasciatevi coinvolgere dal fascino di Cristo!». E annuncia l’incontro che avrà con i ragazzi della diocesi, giovedì 2 aprile, in San Pietro, per la Messa nel quarto anniversario della morte di Giovanni Paolo II.
Tra i fedeli, che alle parole del Papa rispondono con un forte applauso, gli architetti che hanno ideato il progetto della chiesa insieme ad otto artisti: Piero Sartogo e Nathalie Grenon. La chiesa è stata inaugurata nel 2006. Ora però i due tengono a mostrare la Croce posta sopra l’altare: «L’abbiamo disegnata in onore di questa visita così importante ed è il simbolo sia della crocifissione ma anche del Cristo risorto».
L’immagine del volto di Gesù si trova solo nei confessionali, ed «è stata installata grazie ad un gioco di specchi», spiega Pietro Ruffo, l’artista che l’ha realizzata. Seduto accanto a lui, Marco Tirelli, cui si deve invece la grande sfera posta nell’ambulacro. «La visita del Papa in questa parrocchia - spiega entusiasta - rappresenta in un certo modo il suggello della collaborazione tra architetti, artisti e Chiesa».
Tanti i giovani della comunità impegnati per l’accoglienza dei fedeli. «È stata una mattinata bellissima - racconta Loris Marogna, 23 anni, siciliano -. Vedere il Papa dal vivo è un’esperienza coinvolgente». «Sì, è stato emozionante. Per me è la prima volta. Questo è un altro “segno”, perché è una cosa che desideravo da tanto», gli fa eco Angelo Bedini, responsabile della terza comunità dei neocatecumenali.
«Ho visto l’amore tra i suoi occhi», racconta poi Piero, 34 anni. Pina di Marca fa parte invece della Comunità di Sant’Egidio. «È un dono che il Papa sia stato alla Magliana - racconta ancora commossa -. Ora però sta ad ognuno di noi testimoniare, qui, ogni giorno le parole del Signore».

© Copyright RomaSette, 30 marzo 2009

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