martedì 10 marzo 2009

Il Papa: Le violenze sono il segno della povertà spirituale che affligge l'uomo contemporaneo (De Chiara)


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Il Papa in Campidoglio «Roma, città multietnica e multireligiosa, saprà tendere la mano agli immigrati»

Garantire il rispetto della legalità ma opporsi a ogni forma d'intolleranza

Le violenze sono il segno della povertà spirituale che affligge l'uomo contemporaneo

Giulia De Chiara

Roma

«Ha ormai, Roma, il volto di una metropoli multietnica e multireligiosa, nella quale talvolta l'integrazione è faticosa e complessa», ma «da parte della comunità cattolica non verrà mai meno un convinto apporto per trovare modalità sempre più adatte alla tutela dei diritti fondamentali della persona nel rispetto della legalità».
Lo ha detto Benedetto XVI che ieri mattina è stato accolto dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in Campidoglio. «Roma – ha aggiunto – saprà trovare la forza per esigere da tutti il rispetto delle regole della convivenza civile e respingere ogni forma di intolleranza e discriminazione». Gli ultimi episodi di violenza registrati in città «sono – ha aggiunto – il segno di una vera povertà spirituale che affligge il cuore dell'uomo contemporaneo».
Per il Papa «Roma deve riappropriarsi della sua anima più profonda, delle sue radici civili e cristiane, se vuole farsi promotrice di un nuovo umanesimo che ponga al centro la questione dell'uomo riconosciuto nella sua piena realtà». «Per tutti noi è una giornata storica», ha detto Alemanno accogliendo il Pontefice nell'aula Giulio Cesare. Il sindaco ha descritto Roma come «una città operosa, che si trova ad affrontare gli effetti di una crisi economica globale, le sfide faticose dell'integrazione, il bisogno di sicurezza e di legalità, la ricerca di un'identità profonda e, al tempo stesso, proiettata verso il futuro». Ma «nonostante le tante e gravi difficoltà, esistono nella nostra città energie vitali e le risorse morali di tanti cittadini che ogni giorno vivono e lavorano, alimentando un polo economico e culturale tra i più importanti al mondo, ogni anno meta spirituale, prima che turistica, di milioni di persone. Roma - ha detto ancora – è per sua vocazione "città della vita". Lo è per il rispetto che si deve a ogni persona umana, alla sua indentità spirituale e alla sua integrità fisica. Per questo è nostro intendimento prevenire e sconfiggere ogni forma di violenza che ferisce i nostri quartieri, che colpisce e umilia la dignità delle donne, che viola l'innocenza dei bambini, che emargina i disabili e le persone più deboli».
Il Papa, salutato dalla folla che riempiva piazza del Campidoglio, ha poi detto che vivendo a Roma da tantissimi anni, ormai è diventato «un po' romano».
Per Benedetto XVI «il cuore romano è un "cuore di poesia". Roma è bella soprattutto per la generosità e la santità di tanti suoi figli, che hanno lasciato tracce eloquenti della loro passione per la bellezza di Dio, la bellezza dell'amore che non sfiorisce né invecchia».
Alla fine della mattinata Alemanno ha sottolineato che «c'è stato un confronto diretto tra la Roma civile e quella religiosa. Il punto d'incontro non è confessionale né dogmatico, ma basato sui valori della persona umana. Su questa ci dobbiamo confrontare tutti, a prescindere dalle fedi politiche, religiose e dalle diverse appartenenze».
Secondo il Servizio Informazione Religiosa, passando in rassegna tutti i problemi della Capitale – «che sono poi i problemi di questi anni, in Italia e in molti Paesi occidentali sviluppati: l'integrazione degli immigrati, la legalità, gli episodi di violenza, la crisi economica e la precarietà, l'emergenza abitativa» –, Benedetto XVI ha ribadito nei due discorsi al Campidoglio «un comune impegno e soprattutto la presenza della Chiesa, delle parrocchie, delle comunità, che si spendono nel concreto della vita quotidiana e delle tante emergenze che interessano i cittadini».

© Copyright Gazzetta del sud, 10 marzo 2009 consultabile online anche qui.

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