martedì 10 marzo 2009

La visita del Papa in Campidoglio: L'umanesimo ritrovato, la sfida della Capitale (Casavola)


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La visita del Pontefice

L’UMANESIMO RINNOVATO, LA SFIDA DELLA CAPITALE

di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA

DISCORSI non d’occasione quelli che si sono scambiati il sindaco Alemanno e Benedetto XVI, in visita al Campidoglio, ma profondamente radicati nella realtà di Roma, quale si è venuta delineando in questi ultimi anni. Città multietnica, multireligiosa, afflitta da violenza, da insicurezza per gli abitanti, da sacche di emarginazione sociale, da povertà. Certo è città universale, non una capitale nazionale soltanto. Ma proprio per questo le sue caratteristiche, nel bene e nel male, si riverberano nel mondo e lo rispecchiano. Realismo è quello del sindaco, quando dice di farsi “interprete dei sentimenti di chi vive le condizioni difficili delle nostre periferie, degli anziani soli e degli ammalati, dei disabili, delle famiglie in difficoltà, dei giovani che guardano con preoccupazione al loro avvenire, degli immigrati che cercano di integrarsi, di chi vive ai margini delle nostre comunità, di chi non ha voce”.
Il Papa si è sentito in totale sintonia con l’impegno degli amministratori capitolini, dichiarando ch’egli è venuto per incoraggiarli, per “condividere le attese e le speranze degli abitanti ed ascoltarne le preoccupazioni e i problemi”. Ma l’accento del Pontefice cade soprattutto sulla funzione che Roma assolve come centro di cultura e di studi per giovani provenienti da tutti i continenti e che ritornano nei loro paesi per svolgervi ruoli di alta responsabilità, e su quanti scelgono Roma per continuare qui la loro vita e chiedono ch’essa sia di esempio per una integrazione fondata sul rispetto, la promozione, la tutela dei diritti fondamentali della persona umana. Dunque integrazione nella legalità sono le parole guida che Benedetto XVI consegna agli amministratori di Roma, assicurando il sostegno delle 335 parrocchie che operano nella diocesi, di cui egli è vescovo. Egli è però investito di una missione rivolta a tutta l’umanità e perciò la diagnosi delle cause che ostacolano l’osservanza delle regole di una civile convivenza, dando luogo ad intolleranza e discriminazione, raggiunge una quota più alta del panorama romano. La violenza, che dà un volto di dolore al mondo che chiamiamo post-moderno, ha origine nella “povertà spirituale che affligge il cuore dell’uomo contemporaneo”. Si è immaginato che per la felicità dell’uomo occorresse eliminare Dio.
Adesso sperimentiamo gli esiti disastrosi di questa insana alternativa. Roma, per la propria peculiare storicità che ha visto svolgersi affiancate le vicende del suo antico diritto e della fede cristiana, può ancora essere protagonista di un umanesimo rinnovato, in grado di riappropriarsi di una storia, di cui sembrava essere stata definitivamente spossessata. Legalità, diritti umani integrazione, faranno di Roma, ogni giorno di più, il luogo esemplare dell’accoglienza per chiunque, uomo, donna, bambino, anziano, ricco o povero, di qualunque razza, popolo, cultura, religione, cerchi quella dignità della persona oggi più proclamata che effettiva. Ad una tale visione universalistica del Pontefice corrisponde l’iniziativa del sindaco di creare un Osservatorio per la libertà religiosa “dal quale si leverà un costante messaggio a difesa della libertà dei credenti nel mondo, perché cessi l’indifferenza e il silenzio sui tanti crimini che ancora purtroppo si compiono per motivi ideologici e di odio fondamentalista”.

© Copyright Il Messaggero, 10 marzo 2009 consultabile online anche qui.

4 commenti:

mariateresa ha detto...

cara, buongiorno.
Una mia curiosità. Aveveo letto che in occasione di questa visita ci sarebbe stata una contromanifestazione, radicali e qualche sopravvissuto comunista. Poi non ho sentito più niente. C'è stata? Non ho né letto nè sentito verbo.Non è poi che io abbia cercato molto, a dire la verità.

Raffaella ha detto...

Ciao carissima, non so nulla dei veterocomunisti, ma i radicali hanno dichiarato (non abbiamo prove tangibili) di avere gridato "viva il Papa Re" al passaggio dell'auto con a bordo Benedetto XVI.
Niente di particolare, quindi...
Dovrei cercare meglio ma preferisco dedicarmi ad altro :-))
R.

mariateresa ha detto...

è meglio.

gemma ha detto...

per chi c'era, è tutto un "già visto", già ai tempi della visita di Giovanni Paolo II del 98, comprese manifestazioni di protesta e buchi vuoti nella piazza. Solo che alcuni articolisti sono magari di memoria corta e malafede lunga nel confezionare le notizie. Peccato che i siti online dispongano di archivi consultabili, utili per chi magari non c'era, come tanti cui oggi sarebbe facile darla a bere che, segno di disaffezione nei confronti della sua persona, il Papa è stato contestato o è stato accolto da una piazza non proprio piena. Copione in parte già visto, nonostante dieci anni in meno di secolarizzazione, l'organizzazione ruiniana e l'allora maggior affezione da parte dei media