sabato 11 luglio 2009

Il presidente americano ha promesso a Benedetto XVI il suo impegno per limitare gli aborti negli Usa


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VATICANO

È stato un dono galeotto, un piccolo libriccino apparentemente anonimo posto a sorpresa tra i regali di Benedetto XVI a Barack Obama a far capire che il primo incontro tra l'anziano papa teologo e il giovane presidente afro-americano, ieri in Vaticano, aveva svoltato rapidamente sui temi delicati della bioetica, dell'aborto, della ricerca sulle staminali.
Il libretto s'intitola «Dignitas humanae»* ed è un documento redatto dalla Congregazione per la Dottrina della fede nel dicembre 2008: una requisitoria contro tutte le tecniche che mettono a repentaglio la vita umana ai suoi inizi. «Aiuterà il presidente a capire meglio la posizione della Chiesa», ha spiegato ai giornalisti il segretario particolare del papa, padre George Gaenswein, di solito molto parco nelle dichiarazioni.
Il presidente americano (che ieri sera è partito partito alla volta del Ghana, ultima tappa del suo un tour) ha capito il messaggio ed ha promesso al Papa il suo personale impegno per limitare gli aborti negli Stati Uniti; al Congresso vi è già una proposta democratica che suggerisce aiuti per le mamme che voglio tenere i loro bambini. Quanto agli altri problemi bioetici sollevati, Obama ha assicurato che leggerà con attenzione in aereo verso l'Africa sia la 'Dignitas Humanae»*, sia l'enciclica «Caritas in Veritate», ricevuta, questa, in un'edizione elegante in pelle bianca, con dedica personale di Benedetto XVI. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in un briefing ai giornalisti, ha tenuto a precisare che non vi era alcuna polemica nel dono del libriccino sulla bioetica. L'intenzione del papa – ha spiegato – «non è stata quella di puntare sulle divergenze» ma di impostare il dialogo sulla «chiarezza e l'obiettività», senza nascondere sotto il tappeto i punti di contrasto, ma cercando, pur nelle differenze, una collaborazione al meglio. Proprio quello che Obama sembra intenzionato a voler fare.
Anche la nota diffusa dalla Santa Sede subito dopo i colloqui ha confermato che «ci si è soffermati innanzitutto su questioni che sono nell'interesse di tutti e costituiscono la grande sfida per il futuro di ogni Nazione e per il vero progresso dei popoli, quali la difesa e la promozione della vita e il diritto all'obiezione di coscienza». Diritto, quest'ultimo, che si riferisce ai medici e ai paramedici anti-abortisti.
Dopo l'enciclica sociale e il G8, definito da Obama «produttivo e importante», molti si aspettavano che il primo incontro tra Benedetto XVI e il presidente statunitense finisse per incentrarsi sulle sfide poste dalla crisi economica, e sugli impegni per sconfiggere fame e povertà. Anche di questo si è parlato anche se – come ha detto padre Lombardi – in modo equilibrato con i temi di bioetica.
Breve carrellata pure sulle crisi internazionali e in particolare sul Medio Oriente dove,tra Santa Sede a Amministrazione statunitense, si registrano «convergenze», come recita il comunicato vaticano. Il riferimento è alla soluzione dei due Stati, uno israeliano e uno palestinese, caldeggiata sia da Obama che dal papa.
Come annunciato alla vigilia dalla Casa Bianca, il primo faccia a faccia tra il leader della più grande potenza mondiale e quello della più importante realtà spirituale del pianeta è stato all'insegna della «franchezza e della cordialità». Molta cordialità, ha assicurato padre Lombardi. Benedetto XVI – ha riferito il portavoce – è apparso «estremamente soddisfatto, contento e sereno sull'andamento del colloquio». Ed anche Obama, nel salutare il papa al termine dell'incontro, ha pronosticato: «avremo relazioni molto forti».
«Santità, faccia il massimo per la pace in Medio Oriente e non smetta mai di richiamare le parti, tutte le parti, alle loro responsabilità». Questo è la sostanza del messaggio forte che il presidente americano, Barack Obama, ha voluto lasciare a papa Ratzinger durante un'udienza in Vaticano di 35 minuti. Una parte dell'incontro infatti, hanno riferito fonti americane, è stata dedicata proprio alla crisi israelo-palestinese. Il papa ha ancora vive nella memoria le immagini del suo recente viaggio dello scorso maggio in Terrasanta che tanto lo ha impegnato. Anche di questo, delle sue sensazioni, delle sue opinioni sulla crisi, Obama si è informato con attenzione pregando Benedetto XVI di continuare a ricordare le «proprie responsabilità» alle parti, a tutte le parti.
Barack Obama da parte sua ha confermato l'impegno della sua amministrazione a porre fine al conflitto in Medio Oriente. Ma ha molto insistito, riferiscono le fonti vaticane, sulla «convergenza di vedute registratasi tra le sue idee e la visione della Chiesa». In particolare sulla «soluzione dei due Stati» e l'arresto dei nuovi insediamenti, «anche con l'impegno a far sì che l'impegno per la pace sia concreto», da parte di Israele ma anche dei palestinesi e degli Stati arabi.
Il papa, dopo aver sottolineato «il comune impegno per la pace», si è concentrato anche sul ruolo dell'educazione. «Anche in situazione di gravi tensioni e conflitti – ha riferito il portavoce vaticano padre Lombardi – la soluzione a lungo termine è in una educazione di base a una nuova mentalità e a nuovi atteggiamenti». In questo contesto è stato toccato «nel suo rilievo» anche il «ruolo della chiesa con la sua presenza educativa». Il presidente Obama ha anche ricordato «con gratitudine» il periodo della sua formazione trascorso in una scuola cattolica.

Un'italiana l'interprete di Barack

Chi è la bella signora alta e bionda baciata sulle guance dal presidente americano Barack Obama nel cortile del Vaticano poco prima di salire sulla limousine corazzata alla fine dell'incontro col Papa?
Si chiama Elisabetta Ullmann, è una italiana che vive a Washington ed ha seguito come un'ombra il presidente Usa in questi tre giorni di incontri al Quirinale, al G8 e in Vaticano, perchè è la sua interprete.
L'interprete italiana è la preferita dalla Casa Bianca quando i presidenti Usa devono incontrare esponenti italiani. Elisabetta Ullmann era presente al recente incontro nell'Ufficio Ovale tra Obama e Berlusconi, il mese scorso. Inoltre ha assistito per otto anni, come interprete, a tutti gli incontri tra il presidente George W. Bush e i leader italiani. Dai modo eleganti e gentili, grande giocatrice di tennis, è la persona con la più profonda conoscenza dei segreti dei rapporti tra Italia e Stati Uniti.

© Copyright Gazzetta del sud, 11 luglio 2009 consultabile online anche qui.

* "Dignitas personae. Su alcune questioni di bioetica"

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