lunedì 23 marzo 2009

Papa Ratzinger oltre i confini della politica (Sabbatucci)


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LA POLEMICA

Ratzinger oltre i confini della politica

di GIOVANNI SABBATUCCI

UN’IMPRESSIONANTE sequenza di polemiche ha investito negli ultimi mesi le forme e i contenuti del magistero papale, dal perdono ai lefevriani alla recente uscita sulla diffusione dell’Aids e l’uso del preservativo.
L’impressionante sequenza di polemiche che ha investito negli ultimi mesi le forme e i contenuti del magistero papale - dal perdono ai lefevriani, con incluso vescovo negazionista, al dibattito sul fine-vita, fino alla recente e controversa uscita sulla diffusione dell’Aids e l’uso del preservativo - rischia di consegnare alla storia la figura di un Papa restauratore, avverso a ogni innovazione e allo stesso spirito della modernità. In palese contrasto col suo passato di uomo del Concilio e con la sua stessa figura di intellettuale colto e raziocinante, Benedetto XVI si starebbe trasformando in una sorta di novello Pio IX, custode intransigente del dogma e in lotta perenne contro gli “errori del mondo moderno” (anche Pio IX, per inciso, esordì come riformatore e finì col legare indissolubilmente il suo nome al Sillabo e al dogma dell’infallibilità del Papa parlante ex cathedra).
Credo che questa immagine sia unilaterale e, in fondo, fuorviante. La posizione del Papa, e della Chiesa di Roma, risulta infatti assai più articolata di quanto non dicano le semplificazioni polemiche di questi giorni: in tema di diritti sociali, di accoglienza, di critica agli eccessi del “mercatismo”, per esempio, si avvicina visibilmente alle idee della sinistra, senza che ciò autorizzi chicchessia a parlare di un “papato progressista”. Ma a essere sbagliato, al di là del merito dei singoli giudizi, è l’approccio stesso di chi cerca di ricondurre gli interventi del pontefice alla dimensione della polemica politica quotidiana, in particolare di quella italiana, oggi dominata dai processi di riassestamento di partiti e coalizioni (e dal vario disporsi delle componenti cattoliche nei due schieramenti maggiori). È vero che la Chiesa si espone consapevolmente a questo rischio quando, attraverso le sue gerarchie, interviene senza troppe remore su questioni specifiche, concedendosi generosamente all’attenzione dei media. Ma è altrettanto vero che le pronunce papali si collocano in un altro orizzonte, volte come sono alla riaffermazione di principi assoluti e metastorici, non tanto contro le tendenze dominanti nel secolo, quanto a prescindere da esse. A maggior ragione quando sono in gioco non le opzioni politiche, per loro natura mutevoli e adattabili anche secondo la tradizione della Chiesa, ma le scelte morali di fondo, relative ai rapporti fra i sessi, alla procreazione, alla vita e alla morte.
È evidente che su molti di questi temi la posizione del Papa contrasta clamorosamente con quella di una parte rilevante del mondo della scienza, con l’opinione di un ampio schieramento di intellettuali e con gli stessi comportamenti quotidiani della maggioranza degli uomini e delle donne in carne e ossa, cattolici compresi: una scelta verosimilmente dettata dalla volontà di mantenere integra una intelaiatura dottrinale che rischierebbe di sfasciarsi se intaccata in una sola delle sue parti (a temperare le durezze della dottrina provvederà, se necessario, la collaudata flessibilità della casistica). Ma a questa scelta il mondo laico non dovrebbe rispondere invocando limitazioni al diritto del Papa e di tutto il clero di esprimere le proprie opinioni e di adoprarsi per farle valere in sede politica. Meno ancora assumendosi il compito improprio di promuovere la riforma della Chiesa sulla base delle proprie preferenze (l’errore “giurisdizionalista” di molta politica sette-ottocentesca). È giusto invece che la politica si riappropri del terreno che è suo, proponendo soluzioni plausibili e capaci di garantire i diritti di tutti, credenti e non credenti; che i rappresentanti del popolo cerchino, fin dove è possibile, soluzioni condivise, senza però temere di dividersi e di contarsi quando l’accordo non vi sia. Che Stato e Chiesa procedano in autonomia, ciascuno in base alle proprie logiche, interferendo fra loro il meno possibile, seguendo le antiche, e non sempre applicate, formule liberali di Cavour e di Giolitti.

© Copyright Il Messaggero, 20 marzo 2009

Ma chi l'ha detto che il termine "restaurazione" e' negativo?
Certo! Per come lo intendono i media e' sinonimo di oscurantismo, ma a me richiama piuttosto il lavoro del cesellatore, del restauratore di opere d'arte.
In questo senso Benedetto XVI, nel tentativo di mettere ordine nella Chiesa, sta proprio lavorando con lo scalpellino ed il pennello da artista
.
R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

trovo questa frase importante:"Ma è altrettanto vero che le pronunce papali si collocano in un altro orizzonte, volte come sono alla riaffermazione di principi assoluti e metastorici, non tanto contro le tendenze dominanti nel secolo, quanto a prescindere da esse. A maggior ragione quando sono in gioco non le opzioni politiche, per loro natura mutevoli e adattabili anche secondo la tradizione della Chiesa, ma le scelte morali di fondo, relative ai rapporti fra i sessi, alla procreazione, alla vita e alla morte."
il Papa conosce molto bene il peso della sua figura,il ruolo etico che riveste,per questo non può tacere,e come ha detto poche ore prima di essere eletto la chiesa non può lascarsi prendere dalle mode.
questo pontefice conosce il mondo,la storia e la sua chiesa,e l'ama.il papa non credo possa tacere la verità,verità profonde e acute anche per il fatto che lui è un grandissimo teologo,amando la chiesa non può non cercare in tutti i modi di condurla sulla strada "giusta"
la strada della verità.io mi fido di lui,trovo in lui un padre"buono"ma i sacerdoti i vescovi lo ascoltano?lo capiscono?
mi auguro davvero che molti nella chiesa comincino a riflettere e a fondo sulle sue parole e sui contenuti che Benedetto ci trasmette.BENEDETTO XVI SIAMO IN TANTI A VOLERTI BENE,SIAMO CON TE.
Massimo.
(Raffaella in che modo posso comunicare con te?avrei una cosa da proporti per quanto riguarda il santo padre)

Raffaella ha detto...

raffaella.blogpaparatzinger@gmail.com

:-)