lunedì 23 marzo 2009

Il Papa: fede e donne contro le tenebre dell'Africa (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo questo bel servizio di Salvatore Izzo sulla giornata di ieri:

PAPA: FEDE E DONNE CONTRO LE TENEBRE DELL'AFRICA

Salvatore Izzo

(AGI) - Luanda, 22 mar.

Sono tante le "tenebre" che "oscurano" l'Africa e contro le quali bisogna combattere. Benedetto XVI le ha elencate oggi nella straordinaria celebrazione alla spianata di Cimangola, alla periferia di Luanda, dove si erano radunati piu' di un milione di fedeli.

"Pensiamo - ha elencato - al flagello della guerra, ai frutti feroci del tribalismo e delle rivalita' etniche, alla cupidigia che corrompe il cuore dell'uomo, riduce in schiavitu' i poveri e priva le generazioni future delle risorse di cui hanno bisogno per creare una societa' piu' solidale e piu' giusta".
Per il Papa, a ben vedere la radice di questi mali antichi dell'Africa e' sempre in quell'"insidioso spirito" di egoismo che "chiude gli individui in se stessi, divide le famiglie e, soppiantando i grandi ideali di generosita' e di abnegazione, conduce inevitabilmente all'edonismo, all'evasione in false utopie attraverso l'uso della droga, all'irresponsabilita' sessuale, all'indebolimento del legame matrimoniale, alla distruzione delle famiglie e all'eliminazione di vite umane innocenti mediante l'aborto".
Il Vangelo, afferma Ratzinger, puo' liberare da queste catene antiche e nuove. "Sono venuto in Africa - confida - per predicare un messaggio di perdono, di speranza e di una nuova vita in Cristo". Poi lancia il suo appello "all'intero Popolo di Dio in Angola e in tutta l'Africa del Sud: 'Alzatevi, riprendete il vostro cammino'".
"Vi chiedo - spiega - di guardare al futuro con speranza: confidate nelle promesse di Dio e vivete nella sua verita'. In questo modo costruirete qualcosa destinato a perdurare e lascerete alla generazioni future un'eredita' durevole di riconciliazione, di giustizia e di pace".
L'Angola, devastata da 27 anni di una guerra civile che e' stata capace di "distruggere tutto cio' che ha valore:
famiglie, intere comunita' il frutto della fatica degli uomini, le speranze che guidano e sostengono le loro vite e il loro lavoro", potra' cosi' diventare una luce per l'Africa intera. E proprio da Luanda il Pontefice lancia dunque un appello per chiedere "negoziati" che fermino l'altro storico conflitto dell'Africa post-coloniale, quello dei Grandi Laghi.
Protagoniste di "una societa' veramente ed autenticamente africana nel suo genio e nei suoi valori", per il Papa potranno essere le donne dell'Angola (e dell'intero Continente). Il futuro dell'Africa, sostiene Ratzinger, e' in gran parte nelle mani delle donne, per le quali chiede "pari dignita' e opportunita'", nel rispetto pero' del loro ruolo di tutela della dignita' umana (contro la "disumanizzazione") che si fonda sul fatto che "alle donne Dio ha affidato le sorgenti della vita". "Vivete e scommettete sulla vita - raccomanda alle donne cattoliche - perche' il Dio vivente ha scommesso su di voi".
"Nelle terre dove abbonda la poverta', nelle regioni devastate dalla guerra, in tante situazioni tragiche risultanti da migrazioni forzate e non, sono quasi sempre le donne che vi mantengono intatta la dignita' umana, difendono la famiglia e tutelano i valori culturali e religiosi", ricorda il Pontefice incontrando, in una missione dei Cappuccini le associazioni femminili cattoliche del Paese.
"La storia registra quasi esclusivamente le conquiste dei maschi, quando in realta' una parte importantissima si deve ad azioni determinanti, perseveranti e benefiche poste da donne", denuncia esortando a non dimenticare "gli affanni e le speranze di tante silenziose eroine quali sono le donne in questa Nazione amata". E tra queste donne da imitare cita il medico missionario Maria Bonino, morta a Luanda nel 2005 per aver contratto un virus curando i bambini nella foresta. "Carissimi angolani - scandisce - vi esorto tutti a un'effettiva consapevolezza delle condizioni sfavorevoli a cui sono state, e continuano ad essere, sottoposte tante donne, esaminando in quale misura la condotta e gli atteggiamenti degli uomini, a volte la loro mancanza di sensibilita' o di responsabilita', possano esserne la causa". E ai governanti raccomanda "strumenti legali" per tutelare le donne in casa e fuori di casa.
Non fa sconti a nessuno il Pontefice che sembra anche voler rispondere ai troppi attacchi che gli sono piovuti addosso per le parole sull'Aids malamente riportate dai media.
"Quando la Parola del Signore, che mira all'edificazione dei singoli, delle comunita' e dell'intera famiglia umana, e' trascurata, e quando la Legge di Dio e' ridicolizzata, disprezzata e schernita, il risultato puo' essere solo distruzione ed ingiustizia: l'umiliazione della nostra comune umanita' e il tradimento della nostra vocazione ad essere figli e figlie del Padre misericordioso, fratelli e sorelle del suo Figlio diletto".
Parole che risuonano sulla spianata affacciata sull'Oceano, li' dove 500 anni fa sbarcarono i conquistadores portoghesi, ma che valgono anche per l'Europa dove tante proteste si sono levate per il richiamo del Pontefice a una strategia anti-Aids basata sulla dignita' dell'amore e della persona e dunque sul rifiuto della promiscuita' sessuale.
Agli angolani (e anche questo varrebbe per l'Euoropa cristiana, dimentica delle sue radici) Ratzinger ricorda il dovere di essere "riconoscenti per la luce di Cristo" ricevuta dalla Chiesa Cattolica. "Siate riconoscenti - chiede - per la testimonianza di tanti genitori ed insegnanti cristiani, di catechisti, sacerdoti, religiose e religiosi, che hanno sacrificato la loro propria vita per trasmettervi questo tesoro. Ed affrontate la sfida che questo grande patrimonio vi pone. Rendetevi conto - conclude il Papa - che la Chiesa ha il compito di essere, davanti al mondo, segno di quell'unita' alla quale l'intera famiglia umana e' chiamata".

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