sabato 27 giugno 2009

Repubblica lamenta il ritardo della pubblicazione dell'enciclica del Papa perchè in Vaticano si sa poco il latino...oh! Che bella figura!


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L'ultimo termine era stato fissato per lunedì prossimo

L'Enciclica in ritardo, colpa del latino
E' troppo difficile, slitta la consegna


Orazio La Rocca

CITTA' DEL VATICANO

Slitta la pubblicazione della nuova enciclica papale per colpa del latino e delle difficoltà legate alla complessità e delicatezza del testo ratzingeriano. L'atteso documento, che Benedetto XVI ha dedicato ai problemi sociali, del lavoro e della globalizzazione, avrebbe dovuto vedere la luce lunedì prossimo.
Ma la data è stata rinviata perché i prelati addetti alle traduzioni sono pochi e, quel che è peggio, sono ancora meno quelli che padroneggiano la lingua latina, malgrado le recenti aperture di Ratzinger. Inevitabile che nelle riservatissime stanze vaticane, dove sono all'opera i monsignori incaricati di tradurre i documenti papali, si respiri imbarazzo. A fare le spese di lentezze e difficoltà è proprio uno dei più attesi testi di questi giorni, la nuova enciclica di Benedetto XVI, la prima a carattere sociale, dal titolo Caritas in veritate (Amore nella verità) che tarda a vedere la luce "a causa delle difficoltà con la traduzione in latino, e la complessità del testo", si sussurra in Curia.
C'è chi lamenta, Oltretevere, che l'idioma di Cicerone sia diventato molto ostico tra i prelati pur essendo da sempre la lingua ufficiale della Chiesa cattolica e quella prediletta dal Papa: sono passati ormai due anni da quando Ratzinger l'ha rilanciato col Motu Proprio che ha liberalizzato la Messa preconciliare in latino tanto cara a lefrebvriani e tradizionalisti.
"Nessun problema con inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, ma col latino sono dolori: ormai anche qui sono in pochi a conoscerlo bene", si vocifera nei palazzi pontifici, dove sull'equipe di traduttori ufficiali vigila un ristrettissimo comitato di controllo che risponde direttamente al Papa formato dall'arcivescovo Paolo Sardi e da Ingrid Stampa, la storica segretaria che Ratzinger anche da Papa ha voluto portare con sé in Vaticano.
Si allungano, dunque, i tempi della pubblicazione della terza enciclica del pontificato ratzingeriano iniziato il 19 aprile 2005, dopo le prime due del 25 dicembre 2005 (Deus Caritas Est) e del 30 novembre 2007 (Spe Salvi). L'atteso documento potrebbe ora essere presentato ufficialmente tra il 6 ed il 7 luglio, anche se la firma di Benedetto XVI porterà comunque la data del 29 giugno.
È stato Ratzinger in persona a pretendere che la versione ufficiale dell'enciclica da inviare a tutti i vescovi del mondo e alle nunziature apostoliche, fosse rigorosamente in latino, mentre con i suoi predecessori la versione nella lingua di Cicerone arrivava solo in un secondo momento. La scelta, al di là delle difficoltà di traduzione, ha comportato un superlavoro caduto interamente sulle spalle di un piccolo numero di addetti alle traduzione. Risultato: ancora ieri i testi da stampare non erano stati portati nella tipografia della Libreria Editrice Vaticana.
La terza enciclica era stata annunciata più volte nei mesi scorsi dalle autorità pontificie per il prossimo 29 giugno. Anche lo stesso Ratzinger ne ha fatto cenno in più occasioni. L'ultima volta, il 13 giugno scorso parlando ai membri della Fondazione "Centesimus Annus", organismo che si ispira ad una delle più popolari encicliche di Giovanni Paolo II.

© Copyright Repubblica, 27 giugno 2009 consultabile online anche qui.

Che cosa c'entrano i Lefebvriani con il latino?
Forse si pensa che siano i soli a conoscerlo?
Sento puzza di frecciatine al Papa in questo articolo, ma le chiacchiere stanno a zero visto che "l'idioma di Cicerone" e' la lingua ufficiale della Chiesa Cattolica ed i prelati SONO OBBLIGATI a conoscerla.
Non ci riescono? Chiedano aiuto, magari alla Fraternita' di San Pietro o all'Istituto del Buon Pastore.
Di sicuro non esistono nella nostra lingua madre parole come globalizzazione, internet, euro, astronauta, televisione, ma ci si puo' arrivare con perifrasi e giri di parole...
Mi pare che il tempo concesso per la traduzione sia stato piu' che sufficiente...
Vogliamo ripetere la figuraccia della "Deus Caritas est" quando fu Benedetto XVI in persona ad annunciare la data di pubblicazione del testo perche' i traduttori tardavano a fare il proprio lavoro?

R.

10 commenti:

don Marcus (latinista) ha detto...

Queste notizie idiote di Repubblica mi fanno venire la nausea.
Nella Redazione di Repubblica forse pensano che ci sia Scalfari che non solo non sa il latino ma nemmeno la letteratura italiana, ma questo è un problema diverso.
Desidero segnalare ai giornalisti di questo ameno giornale che la Sede apostolica possiede numerosi dipartimenti di studia latinitatis, dai Gesuiti ai salesiani, se non erro le facoltà sono 5 solo in Roma, numerosissimi siti dove si scrive e si dialoga in latino ecc. ecc.
Prima di sparare quando la caccia è chiusa fareste meglio a prendere informazioni più precise o fondate, o alle perse una scusa migliore; ma si sa che per vendere quel giornalaccio tutto fa brodo, o qualcuno vi ha chiesto di fare questo scoop con un fine ben preciso?

mariateresa ha detto...

credo che sia un articolo melenso che riprende altre melensaggini sempre di Ingrao che ho letto qualche tempo fa. Insomma, pfui.

mariateresa ha detto...

comunque, hai ragione tu, l'articolista vuole dare l'impressione che siccome il papa è fissato con il latino, si è causato un ritardo. Roba da spararsi.Si uscirà il 6 o il 7 luglio anzichè il 29 giugno. Non so cosa mi trattenga dal compiere un gesto insano per il dispiacere.
PS: pare anche di capire che pur di scodellare delle critiche si cominci per tempo a fare la permanente alle formiche.come al solito.

gianniz ha detto...

Non facciamoci coinvolgere più di tanto dalle chiacchiere di Repubblica. Sappiamo bene dove va, SEMPRE, a parare!

Anonimo ha detto...

O.L.R. ha scodellato un sacco si scemenze maliziose, esattamente come il suo collega Ingrao. Che abbiano le stesse "fonti"?.
P.s.: a me fa piacere esca in concomitanza con il G8. Chissà che non riesca a scuotere qualche coscienza assopita, per voler essere gentile. Quanto alle polemiche, a leggere le anticipazioni di GG Vecchi queste ci saranno eccome. Pensate gli interessi di quante lobbies potrebbe andare a pungolare, ma il nostro Papa ha ampiamente dimostrato di non temerle.
Alessia

Cindy ha detto...

Si come no ! adesso l' enciclica non esce perchè nessuno in Vaticano sa un a parola di latino! scusa assurda!
Repubblica vuol far credere che i sacerdoti in vaticano siano così male istruiti da non sapere neanche la lingua della Chiesa!

Scipione ha detto...

Non credo sia il caso ancora di chiedersi se un articolo di repubblica possa avere un qualche senso anti-cattolico, anti-clericale, anti-papale... non si tratta di dubbi ma di certezze. Come non credo sia quasi - salvo quindi rare eccezioni - più il caso di citarli i loro articoli e di perdere tempo a commentarli. Sono oltretutto infaciti di errori... (vedi: "lefrebvriani", "addetti alle traduzione" ecc.) e dire che sono scritti in italiano e da giornalisti di sinistra quindi dai... "colti" per diritto divino anzi scalfariano.

massimo ha detto...

raffaella ciao
su reppubblica dobbiamo molto ancora dire....
ben detto don Marcus.

Daniele ha detto...

Guardate all'editore e capirete tutto. Non solo la sua morale è quella dei soldi facili della finanza ed ora sta in lotta con il figlio che fra poco gli prenderà il posto, ma anche ce l'ha un po' su con i cristiani, cattolici in particolare diciamo per partito preso.

Anonimo ha detto...

E se anche fosse vero? Un motivo in piu' per prendersela con chi ha voluto sradicare la nostra lingua madre anche dalla Chiesa. Un motivo in piu' per sperare che nei seminari torni il suo insegnamento. Un motivo in piu' per chiedere che i parroci lo usino durante le Sante Messe.