domenica 28 giugno 2009

Chiusura dell'Anno Paolino. Il Papa presiede i Primi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Intervista col card. Montezemolo (R.V.)


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Chiusura dell'Anno Paolino. Il Papa presiede i Primi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Intervista col cardinale Montezemolo

Questa sera alle 18.00, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, alle ore 18.00, il Papa presiederà la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Pietro e Paolo per la chiusura dell’Anno Paolino. Presente alla liturgia una delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Per un bilancio di quest’anno dedicato all’Apostolo delle Genti ascoltiamo il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della Basilica Ostiense. Lo ha intervistato Fabio Colagrande:

R. – In questi ultimi periodi, anzi in queste ultime settimane o anche ultimi giorni, si sono molto intensificati i pellegrinaggi e le varie iniziative in tutto il mondo. Le stiamo vivendo molto intensamente. Queste cerimonie finali sono per marcare il fatto che cronologicamente l’Anno Paolino sta finendo. Siccome i benefici, che certamente sono stati notevoli, non vogliamo che finiscano, siano dimenticati o non continuino, ci teniamo a dire che quella fiamma paolina, che il Papa ha acceso il 28 giugno dell’anno scorso nel quadriportico, possa continuare a rappresentare questa continuazione di benefici spirituali che l’Anno Paolino certamente ha portato.

D. – Lei ha parlato di un nuovo fervore, anche descrivendo l’atteggiamento dei tantissimi pellegrini che quest’anno sono venuti da tutto il mondo a San Paolo. Cosa voleva dire?

R. – Perché certamente questo ha provocato un fermento in tutto il mondo, sia fra i cattolici che fra i cristiani non cattolici. Su questo non c’è nessun dubbio. Lo hanno manifestato i gruppi che sono venuti qui per confermare la loro fede, per partecipare alle liturgie e ai sacramenti in tutte le varie lingue. Noi vogliamo che tutto questo fervore e questo invito a conoscere meglio gli scritti di Paolo possa continuare.

D. – Un anno tematico che, in qualche modo, però ha segnato anche un messaggio nel mondo cattolico. Noi, come diceva lei, deteniamo le spoglie dei Principi degli Apostoli, ma sono patrimonio di tutta la cristianità...

R. – Noi siamo ben consci di questo. E quando vengono i fratelli di altre comunità sentiamo che siamo con loro. Noi abbiamo la custodia in senso materiale, ma abbiamo la custodia di un patrimonio che è comune a tutti.

D. – Qual è stato il contributo di Benedetto XVI a questo evento di fede?

R. – Vorrei dire enorme.
Il Papa ha fatto la sua catechesi, e stava facendo già prima una catechesi sulla Patristica, da dottore della Chiesa quale è, con la sua conoscenza dottrinale e la sua capacità di saper esporre con facilità e semplicità problemi difficili. Quando abbiamo annunciato l’Anno Paolino, lui stesso mi ha detto: “Interromperò la catechesi sulla Patristica, per inserire per un anno la catechesi su Paolo”.
E così ha fatto e questa catechesi è stata raccolta in un libro, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, che raccoglie veramente con grande capacità e semplicità la presentazione, la divulgazione, il commento, l’esegesi, fatto non per specialisti, ma per chiunque, con molta semplicità. Ed è per me una grande ricchezza, per poter far comprendere e conoscere e penetrare la Parola di Dio da tutti
.

D. – Paolo parla ancora a tutte le genti? Al termine di questo anno, come rispondere a questa domanda?

R. – Paolo parla ancora. Sì, è valido. Il suo messaggio, dato nelle varie Lettere ai cittadini, alla gente di allora, è valido, perché l’umanità è sempre quella. In fondo, leggendo una Lettera ai Corinzi, dove descrive tanti problemi, tanti vizi e virtù della gente di allora, le problematiche sono le stesse di oggi. La problematica umana è sempre la stessa.

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