lunedì 29 giugno 2009

Il Papa: il vescovo custodisca la fede ma non come un secondino (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: VESCOVO CUSTODISCA LA FEDE MA NON COME UN SECONDINO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 giu.

Il vescovo - parola di origine greca che deriva dal verbo vedere - e' "custode ossia sorvegliante.
Ma certamente non s'intende una sorveglianza esterna, come s'addice forse ad una guardia carceraria".
Lo ha spiegato oggi il Papa nell'omelia della messa di San Pietro e Paolo, festa della Chiesa di Roma, nella quale, come e' tradizione, ricevono il pallio che testimonia l'unita' con questa, 34 nuovi arcivescovi, tra i quali gli ltaliani Giuseppe Betori (Firenze) Salvatore Pappalardo (Siracusa) e Domenico Umberto D'Ambrosio (Lecce). "Cristo stesso - ha ricordato Benedetto XVI - e' il 'vescovo delle anime', come ci dice Pietro.
Cio' significa: Egli ci vede nella prospettiva di Dio. Guardando a partire da Dio, si ha una visione d'insieme, si vedono i pericoli come anche le speranze e le possibilita'". "Se Cristo e' il vescovo delle anime, l'obiettivo (del vescovo) - ha aggiunto il Pontefice - e' quello di evitare che l'anima nell'uomo s'immiserisca, e' di far si' che l'uomo non perda la sua essenza, la capacita' per la verita' e per l'amore.
Far si' che egli venga a conoscere Dio; che non si smarrisca in vicoli ciechi; che non si perda nell'isolamento, ma rimanga aperto per l'insieme".
Compito del presule - e segnatamente dei nuovi arcivescovi venuti a Roma per ricevere la stola di lana bianca con le croci che da tanti secoli contraddistingue il Papa stesso e i metropoliti nelle liturgie - e' dunque "vedere dall'alto, vedere a partire dall'elevatezza di Dio: un vedere nella prospettiva di Dio che e' un vedere dell'amore che vuole servire l'altro, vuole aiutarlo a diventare veramente se stesso".
"Gesu', il 'vescovo delle anime' - ha ricordato Joseph Ratzinger che come arcivescovo di Monaco il pallio a sua volta ricevette nel 1976 dalle mani di Paolo VI - e' il prototipo di ogni ministero episcopale e sacerdotale. Essere vescovo, essere sacerdote significa in questa prospettiva: assumere la posizione di Cristo.
Pensare, vedere ed agire a partire dalla sua posizione elevata. A partire da Lui essere a disposizione degli uomini, affinche' trovino la vita". "Cosi' - ha aggiunto il Papa teologo - la parola vescovo s'avvicina molto al termine pastore, anzi, i due concetti diventano interscambiabili: e' compito del pastore pascolare e custodire il gregge e condurlo ai pascoli giusti. Pascolare il gregge vuol dire aver cura che le pecore trovino il nutrimento giusto, sia saziata la loro fame e spenta la loro sete. Egli deve anche saper resistere ai nemici, ai lupi. Deve
precedere, indicare la via, conservare l'unita' del gregge". E "non basta parlare: i Pastori devono farsi 'modelli del gregge'", come insegna Pietro nella sua epistola.

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