lunedì 13 luglio 2009

Il presidente Obama ha un nuovo alleato. Si chiama Benedetto XVI (Luca Volonté)


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Il presidente Barack ha un nuovo alleato Si chiama Benedetto XVI

Luca Volonté

Bando alla ciance, tra Obama e il Papa si fa sul serio.
Non c’è persona al mondo che non abbia guardato con fiducia all’incontro di venerdì pomeriggio, l’emozione della First Lady americana dimostra meglio di ogni altra immagine l’atteggiamento di chi è stato “toccato” da una persona vera, il Papa, che vive quell’ “essere di più” a cui ciascuno.
Un incontro che cambia la vita, perché Benedetto anche a quattrocchi ha testimoniato ad Obama che cambiare è possibile, ha reso carne la difesa della verità, l’ha riproposta con umiltà e convinzione.
L’uomo della Caritas in Veritate ha posto l’accento sui quattro punti nevralgici dello sviluppo: il riconoscimento e l’apertura a Dio, il conseguente ritorno alla “fraternità”, la centralità della persona umana, l’esigenza di soluzioni nuove. Senza la consapevolezza di “esser dati” da Dio, non c’è cura per l’altro ma piuttosto l’altro ci è estraneo.
In questo, Benedetto ha ricompreso straordinariamente le origini e gli antenati fondatori americani, ha valorizzato ancora una volta quello sguardo al Creatore, quella presenza reale che sta al cuore della nascita del popolo americano. Senza fraternità rimane nel mondo il sottosviluppo, lo scandalo di disuguaglianze clamorose, l’appiattimento culturale.
Papa Benedetto ha chiari gli impegni elettorali presi da Obama, ancora la settimana scorsa la Casa Bianca ha sostenuto all’Organizzazione Mondiale della Sanità che l’aborto può essere un rimedio per combattere l’aumento delle morti delle mamme. Si possono ridurre gli aborti in molti modi, si può farlo disattendendo il significato della sessualità, sponsorizzando politiche di forzata “pianificazione delle nascite”, oggi è questa l’unica strada intrapresa dagli Usa.
Il Papa non ha messo tra parentesi queste verità e realtà, il dono della “Dignitatis Personae” lo dimostra, anzi ha anticipato ad Obama quello che leggerà nei viaggi aerei di questi giorni: «L’apertura moralmente responsabile alla vita è una ricchezza sociale ed economica». “God is back”, il titolo del nuovo libro pubblicato negli Usa che riconosce il revival globale e attuale della fede di questi anni è il miglior terreno comune di impegno tra Obama e il Papa.
Certo oltre alla simpatia del Teologo Cottier per i realismo della Casa Bianca, ne ha parlato ieri Renato Farina, c’è la diffidenza dei teologi amici di Wojtyla (Novack e Weigel innanzitutto) e di moltissimi Vescovi e Cardinali Usa, amareggiati dalla ”differenza” tra parole e azioni di Obama. In fondo il potente e osannato Obama, dopo l’incontro con Benedetto, ha intuito paradossalmente di non essere più solo, ha scoperto di essere meno povero. Cercava, dal giorno del suo insediamento, un amico che lo aiutasse a riprendere l’origine e l’anima credente della nazione americana, l’ha trovato in Vaticano. Segni della Provvidenza, direbbe Lincoln, proprio nei giorni che lo conducono alla scoperta delle sue origini africane.

© Copyright Libero, 12 luglio 2009 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anche Volontè con Casini verso il cattoprogressismo. Che delusione!