lunedì 13 luglio 2009
Tra homunculus e Golem, l’ultima tentazione faustiana dal Regno Unito (Gianfranco Amato)
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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo questo articolo che ci fa comprendere ancora di piu' quanto siano profetiche le parole del Papa sull'assolutismo della tecnica.
R.
Tra homunculus e Golem, l’ultima tentazione faustiana dal Regno Unito
di Gianfranco Amato*
La notizia è di quelle che ormai non stupiscono più chi ha l’avventura di occuparsi di questioni di bioetica.
Si tratta degli spermatozoi in provetta, battezzati “in vitro derived sperm (IVD)”, l’ultima novità giunta dal Regno Unito.
Un gruppo di ricercatori dell'università di Newcastle ha, infatti, annunciato di essere riuscito a creare, per la prima volta, spermatozoi umani in laboratorio a partire da cellule staminali di embrioni donati da coppie che si sono sottoposte a fecondazione assistita.
La comunità scientifica internazionale ha accolto la notizia con una certa dose di scetticismo, nutrendo non poche perplessità circa risultati pratici ottenuti dagli studiosi di Newcastle, avvezzi, peraltro, ad annunci di scoperte sensazionali – come la creazione degli ibridi – rivelatisi poi, alla prova dei fatti, del tutto inconcludenti.
Ed anche le organizzazioni lesbiche, inizialmente entusiaste per la possibilità di generare esseri umani senza maschi e senza padri, si sono dovute rassegnare al fatto che, per ora, non è possibile prescindere dal fatidico cromosoma Y. Ma allora a che cosa è servito l’esperimento? In realtà quest’ultima scoperta rappresenta soltanto l’ultima frontiera della decenza etica nella ricerca scientifica: la creazione di entità biologiche umane in laboratorio, bambini generati da persone mai nate, senza memoria, senza tradizione, senza appartenenza e senza storia.
Come sempre, a simili aberrazioni vengono attribuiti gli intenti più nobili.
Il prof. Karim Nayernia, che dirige il gruppo dei ricercatori, ha definito l’esperimento come «un importante risultato che consentirà agli scienziati di acquisire una maggiore conoscenza del procedimento di formazione degli spermatozoi» ed una «maggiore comprensione delle cause di infertilità fra gli uomini».
Sarah Norcross, direttrice del Progress Educational Trust, è più esplicita e parla di una scoperta capace «di dare speranza ai maschi che soffrono di infertilità e che desiderano figli del loro stesso patrimonio genetico», e «di superare il problema della scarsità di donatori di sperma nel Regno Unito».
La domanda che pone questo ulteriore “progresso” scientifico è drammatica e semplice al tempo stesso. Che senso ha distruggere un embrione per ottenere sperma artificiale al fine di generare un altro embrione? Nessuno, nessunissimo fine se non quello di reiterare l’eterna tentazione faustiana dell’uomo: generare la vita. Si arriverà un giorno a creare in laboratorio un essere umano creato con spermatozoi sintetici e ovociti artificiali? Sarebbe la realizzazione del sogno di Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, detto Paracelso. Fu proprio l’alchimista rinascimentale svizzero il primo a tentare la creazione in laboratorio dell’homunculus, attraverso l’utilizzo di sperma umano imputridito per quaranta giorni in una provetta al calore del ventre equino.
E’ l’eterna tentazione dell’uomo che attraversa culture, secoli, latitudini. Come il Golem dell’antichissima tradizione mitologica ebraica, che incarna proprio il mito dell'uomo artificiale creato da un altro uomo, come atto di sfida a Dio, tentativo disperato di impossessarsi della sua forza creatrice.
Non è un caso che il termine Golem (ebr. גולם) derivi dalla parola ebraica gelem che significa “materia grezza”, o “embrione”. Sinistre premonizioni.
* Presidente di Scienza e Vita di Grosseto
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