giovedì 2 luglio 2009

Ma quante volte un Papa deve chiedere scusa? (Eco di Terra Santa)


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l'editoriale

Ma quante volte un Papa deve chiedere scusa?

La visita di Benedetto XVI in Terra Santa è stata contrassegnata da una spasmodica attenzione da parte dei media israeliani.
Sotto la lente d'ingrandimento sono finite soprattutto le parole pronunciate allo Yad Vashem, il memoriale dell'Olocausto. Il tono dei commenti? Sostanzialmente di delusione: «Il Papa taglia corto sull'Olocausto», scriveva il Jerusalem Post.
Anche per le principali testate tivù sulla Shoah il Papa avrebbe detto parole troppo generiche.
Fortunatamente, qualche voce dissonante c'è stata.
Yedioth Ahronoth, uno dei maggiori quotidiani israeliani, sottolineava gli sforzi della Chiesa cattolica nel combattere l'antisemitismo e nel gettare ponti di dialogo con l'ebraismo.
Benedetto XVI pellegrino di pace in Terra Santa, ha pronunciato parole chiare di condanna contro ogni forma di violenza, sopraffazione e terrorismo. Ha ribadito il diritto di Israele alla sicurezza e dei palestinesi a uno Stato. Ha condannato la Shoah, un orrendo gesto compiuto da un «regime senza Dio». Eppure a qualcuno non è bastato.
Sulla Shoah la Chiesa ha già detto quanto si doveva dire in un documento intitolato Noi ricordiamo: una Riflessione sulla Shoah (16 marzo 1998).
Giovanni Paolo II ha chiesto perdono, in occasione del suo viaggio giubilare, per tutti i comportamenti che «nel corso della storia hanno fatto soffrire questi tuoi figli (cioè gli ebrei - ndr)». Benedetto XVI si è posto in questo cammino di fraternità con il popolo dell'alleanza, l'«ulivo buono» sul quale si è innestato il germoglio del cristianesimo.
La richiesta di perdono da parte della Chiesa cattolica al popolo d'Israele, per bocca di un Pontefice, c'è già stata. E non scade, che il Papa si chiami Ratzinger o Wojtyla.

http://www.terrasanta.net/terrasanta/eco_det.jsp?wi_number=1757&wi_codseq=EC0906

Sapete come la penso sul trattamento ricevuto dal Papa in Israele...
R.

4 commenti:

Giovanni ha detto...

Io arrivo a capire che una persona chieda perdono e, dall'altro lato, tale perdono non voglia essere dato. Ci sta. E' umano.

Se, però, periodicamente, dall'altro lato vi è la continua richiesta di scuse quando queste ci sono già state, allora è solo un pretesto per non dire che non si è disposti a perdonare.

mariateresa ha detto...

penso che sia un po' come dice Giovanni. Magari non tutti hanno questo atteggiamento, ma parecchi la pensano così e sono quelli che finiscono sui giornali.
Ho letto troppi fuffigni durante questo viaggio .......e ho ammirato la calma del papa. Al suo posto avrei infilato un dito in un occhio a qualcuno.
Ehm, perdonate la sincerità.

euge ha detto...

Cara mariateresa a chi lo dici! Purtroppo, prima che iniziasse il viaggio in Israele del nostro Papa Benedetto, immaginavo un atteggiamento del genere soprattutto, per quanto riguarda la visita al memoriale dell'olocausto. Del resto ci si sono messi anche i commentatori a soffiare sul fuoco!!!!! Ve lo ricordate il commento di Valli in quella circostanza? Cara mariateresa credo che se avessimo dovuto infilare un dito in un occhio a tutti, le dieci dita non sarebbero state sufficienti.

Anonimo ha detto...

Ma certo, hanno ragione! Questo Papa ostinato che vuole rivalutare le liturgie della tradizione cattolica e trascura di inchinarsi alle nuove liturgie del politicamente corretto (anzi, correttissimo) ha proprio stufato! Infatti, il vero dio che per costoro deve essere unanimemente riconosciuto ed ossequiato è il loro diritto di fare e dire quello che vogliono, irrorando di fosforo inermi civili se necessario, in nome della loro "specialità", o abbattendo le loro case per sostituirle con le loro "colonie", basate su un diritto chissaperchè indiscutibile. Quanto a noi, accontentiamoci di farci indicare da loro quali Santi venerare e come sceglierli, nonché quali preghiere adottare .