giovedì 12 marzo 2009

Lefebvriani, la lettera del Papa ai vescovi: traduzione in italiano di ampi stralci del testo


Vedi anche:

L'analisi della lettera del Papa: Ratzinger e la priorità di unire la Chiesa (Tornielli)

La lettera del Papa su Williamson: «Mi hanno attaccato con una veemenza mai sperimentata». Il restroscena di una riunione...(Rodari)

Lefebvriani, il Papa scrive ai vescovi: ora pace nella Chiesa

Preghiera per il Santo Padre in vista del viaggio in Africa

Il Papa ai vescovi: Noi nella Santa Sede in futuro dobbiamo fare maggiore attenzione a Internet come fonte di informazione :-)

Il Papa si rivolge ai vescovi citando la lettera di San Paolo ai Galati (come fece al Seminario Romano Maggiore)

La lettera del Papa ai vescovi: un "testo articolato, bello, umile e allo stesso tempo forte" (Zenit)

La lettera del Papa ai vescovi sulla revoca della scomunica ai Lefebvriani: un commento da leggere e meditare

Caso Williamson, la lettera umile e forte di Benedetto XVI (esclusiva di Tornielli)

La lettera del Papa intorno alle polemiche sul caso Williamson e Lefebvriani riconosce l'importanza di internet (Cantuale Antonianum)

Ecco la lettera con cui Benedetto XVI spiega tutto sui Lefebvriani (anticipazione de "Il Foglio")

La carezza del Papa a Giampiero Steccato che ha realizzato il suo sogno

Il testo della lettera del Santo Padre ai vescovi sulla remissione della scomunica ai Lefebvriani (in tedesco)

Prima della lettura dell'anticipazione del Foglio...

Adesso si tratta della dottrina. Il dialogo con i lefebvriani è da preparare con molta cura (Guido Horst)

Lettera del Papa ai vescovi: il commento di Salvatore Izzo

Alcune riflessioni sulle anticipazioni della lettera del Papa ai vescovi circa la revoca della scomunica ai Lefebvriani

Benedetto XVI invita laici e cattolici a fare un percorso ragionevole sapendosi valorizzare a vicenda invece che annientarsi a vicenda (Di Cicco)

Benedetto XVI tentato da una rivoluzione nel Regno Unito. Chi sostituirà Murphy-O’Connor? (Rodari)

Il Papa: "La testimonianza coraggiosa di Bonifacio è un invito per tutti noi ad accogliere nella nostra vita la parola di Dio come punto di riferimento essenziale, ad amare appassionatamente la Chiesa, a sentirci corresponsabili del suo futuro, a cercarne l’unità attorno al successore di Pietro" (Catechesi udienza generale)

L'anticipazione esclusiva di Andrea Tornielli pubblicata dal sito web de "Il Giornale"

E' mai possibile che si annuncino 20mila pellegrini quando in piazza ce ne saranno almeno 50mila?

Intervista al card. Cañizares su liturgia, Concilio Vaticano II, Lefebvriani e sul rapporto con Papa Benedetto (30Giorni)

BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG

«Io colpito dall’ostilità. Anche dei cattolici»

La lettera di Benedetto XVI ai vescovi: «La coincidenza tra il caso Williamson e la remissione della scomunica ai lefebvriani è stata una disavventura imprevedibile. Forse dovevamo seguire con più attenzione internet»

di Redazione

Cari Confratelli nel ministero episcopale!

La remissione della scomunica ai quattro Vescovi, consacrati nell’anno 1988 dall’Arcivescovo Lefebvre senza mandato della Santa Sede, per molteplici ragioni ha suscitato all’interno e fuori della Chiesa Cattolica una discussione di una tale veemenza quale da molto tempo non si era più sperimentata. Molti Vescovi si sono sentiti perplessi.

Alcuni gruppi, invece, hanno accusato apertamente il Papa di voler tornare indietro, a prima del Concilio: si è scatenava così una valanga di proteste, la cui amarezza rivelava ferite risalenti al di là del momento.

Mi sento perciò spinto a rivolgere a voi \, una parola chiarificatrice \. Spero di contribuire in questo modo alla pace nella Chiesa.
Una disavventura per me imprevedibile è stata il fatto che il caso Williamson si è sovrapposto alla remissione della scomunica. Il gesto discreto di misericordia \ è apparso all’improvviso come \ la smentita della riconciliazione tra cristiani ed ebrei, e quindi come la revoca di ciò che in questa materia il Concilio aveva chiarito per il cammino della Chiesa.

Un invito alla riconciliazione con un gruppo ecclesiale implicato in un processo di separazione si è trasformato così nel suo contrario: un apparente ritorno indietro rispetto a tutti i passi di riconciliazione tra cristiani ed ebrei fatti a partire dal Concilio - passi la cui condivisione e promozione fin dall’inizio era stato un obiettivo del mio personale lavoro teologico.

Che questo sovrapporsi di due processi contrapposti sia successo e per un momento abbia disturbato la pace tra cristiani ed ebrei come pure la pace all’interno della Chiesa, è cosa che posso soltanto deplorare profondamente. Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l’internet avrebbe dato la possibilità di venir tempestivamente a conoscenza del problema.

Ne traggo la lezione che in futuro nella Santa Sede dovremo prestare più attenzione a quella fonte di notizie.

Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato di dovermi colpire con un’ostilità pronta all’attacco.

Proprio per questo ringrazio tanto più gli amici ebrei che hanno aiutato a togliere di mezzo prontamente il malinteso e a ristabilire l’atmosfera di amicizia e di fiducia, che \, grazie a Dio, continua ad esistere.
Un altro sbaglio, per il quale mi rammarico sinceramente, consiste nel fatto che la portata e i limiti del provvedimento del 21 gennaio 2009 non sono stati illustrati in modo sufficientemente chiaro al momento della sua pubblicazione. \ La remissione della scomunica mira allo stesso scopo a cui serve la punizione: invitare i quattro Vescovi ancora una volta al ritorno. \ Finché le questioni concernenti la dottrina non sono chiarite, la Fraternità San Pio X non ha alcuno stato canonico nella Chiesa, e i suoi ministri - anche se sono stati liberati dalla punizione ecclesiastica - non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa.
Alla luce di questa situazione è mia intenzione di collegare in futuro la Pontificia Commissione «Ecclesia Dei» - istituzione dal 1988 competente per quelle comunità e persone che, provenendo dalla Fraternità San Pio X o da simili raggruppamenti, vogliono tornare nella piena comunione col Papa con la Congregazione per la Dottrina della Fede.

Con ciò viene chiarito che i problemi che devono ora essere trattati sono di natura essenzialmente dottrinale e riguardano soprattutto l’accettazione del Concilio Vaticano II e del magistero post-conciliare dei Papi.

Non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962 - ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità. Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa.

Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive. \

Ora però rimane la questione: era tale provvedimento necessario? Costituiva veramente una priorità? \ Nel nostro tempo in cui in vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento, la priorità che sta al di sopra di tutte è di rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini l’accesso a Dio. \ Il vero problema in questo nostro momento della storia è che Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini e \ l’umanità viene colta dalla mancanza di orientamento, i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più.


Condurre gli uomini verso Dio, verso il Dio che parla nella Bibbia: questa è la priorità suprema e fondamentale della Chiesa e del Successore di Pietro in questo tempo. Da qui deriva come logica conseguenza che dobbiamo avere a cuore l’unità dei credenti. La loro discordia, infatti, la loro contrapposizione interna mette in dubbio la credibilità del loro parlare di Dio. \

Se dunque l’impegno faticoso per la fede, per la speranza e per l’amore nel mondo costituisce in questo momento (e, in forme diverse, sempre) la vera priorità per la Chiesa, allora ne fanno parte anche le riconciliazioni piccole e medie.

Che il sommesso gesto di una mano tesa abbia dato origine ad un grande chiasso, trasformandosi proprio così nel contrario di una riconciliazione, è un fatto di cui dobbiamo prendere atto.

Ma ora domando: era ed è, veramente sbagliato \ cercare la riconciliazione? \ Può lasciarci totalmente indifferenti una comunità nella quale si trovano 491 sacerdoti, \ 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli? Dobbiamo davvero tranquillamente lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa? \
Certamente, da molto tempo e poi di nuovo in quest’occasione concreta abbiamo sentito da rappresentanti di quella comunità molte cose stonate - superbia e saccenteria, fissazione su unilateralismi ecc. Per amore della verità devo aggiungere che ho ricevuto anche una serie di testimonianze commoventi di gratitudine, nelle quali si rendeva percepibile un’apertura dei cuori. Ma \ non dobbiamo forse ammettere che anche nell’ambiente ecclesiale è emersa qualche stonatura? \

Purtroppo ancora oggi nella Chiesa c’è il mordersi e il divorarsi a vicenda come espressione di una libertà male intesa. \ A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio.

E se qualcuno osa avvicinarglisi - in questo caso il Papa - perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo.

© Copyright Il Giornale, 12 marzo 2009 consultabile online anche qui.

Fra poche ore avremo il testo integrale della lettera ma gia' queste anticipazioni devono farci riflettere: mitezza, coraggio, onesta', fermezza, carita', misericordia ed amore per l'unita' sono i sentimenti che animano ed hanno animato la decisione del Santo Padre.
R.

13 commenti:

mariateresa ha detto...

cara, stamattina ho visitato il sito di Plunckett. Il suo post
http://plunkett.hautetfort.com/archive/2009/03/12/nouvelle-tempete-pour-l-eglise-catholique.html#more

mi ha fatto riflettere. Ma non sono giunta a una conclusione.
Plunckett si basa sulla stampa francese e sul modo in cui ha reagito e per Williamsonn e per la triste vicenda della bimba che ha abortito a 9 anni. Ma a parte questo, lui si pone la domanda se più che errori di comunicazione della Santa Sede non si sia di fronte ad altro. Cioè la domanda è se non si faccia apposta e con una strategia.
Confesso di avere le idee confuse. Non sono portata molto alla dietrologia perchè spesso ho constatato che porta alla mania di persecuzione, uno stato non augurabile.
Tuttavia Plunckett non è uno scemo. Quindi rifletto.
E la mia riflessione me la porto dietro fino a stasera perchè oggi sono molto impegnata.Comunque, sia che Plunckett abbia ragione sia che abbia torto, bisogna constatare che la preoccupazione per il santo Padre è diventata tale per chi lo stima e gli vuole bene, da temere di tutto. Soprattutto alle spalle del papa stesso.
.

Lapis ha detto...

Buongiorno cara lella. A volte sembra davvero strano che il Papa sia costretto a metter mano alla penna per spiegare e ribadire (tra l'altro proprio ai vescovi!) quello che dovrebbe essere pane quotidiano del comune sentire fra i cattolici, come il valore del perdono e della riconciliazione con tutti i fratelli, l'importanza dell'unità, l'obbedienza al Santo Padre quale successore di Pietro, la fedeltà all'intera Tradizione della Chiesa (Vaticano II incluso, ma non esclusi i precedenti Concili)... c'è quasi da indignarsi, effettivamente, che il Papa non possa contare su collaboratori che facciano questo per lui, eppure la chiarezza, la limpidezza che troviamo nei suoi testi sono davvero uniche, per cui, alla fine, sono contenta che abbia voluto parlare direttamente, senza filtri e senza intermediari.
Il consueto giochetto di stravolgere il senso delle sue parole non mancherà e so che tu ci terrai aggiornati su tutto, cosa di cui non ti ringrazieremo mai abbastanza. Questi stravolgimenti, queste manipolazioni sono sicuramente dettati da esigenze "belliche", ma anche dal fatto che nel nostro mondo siamo talmente pieni di superbia e di boria che quasi nessuno riesce ormai a capire virtù come la mitezza, la pazienza e l'umiltà, se non come indizi di debolezza e di assenza di carisma. Perché per essere umili bisogna amare la verità più di se stessi e proprio per rendere un servizio alla verità il nostro Papa non esita a esporsi in prima persona, con una tenacia che solo chi dell'amore per la verità è armato può dimostrare.

Anonimo ha detto...

Raffa, io voglio ringraziare Tornielli, Rodari e il Foglio per l'ineccepibile lavoro svolto e per la grande onestà intellettuale dimostrata.
Con indignazione, ho dovuto registrare interpretazioni faziose oltre il limite della decenza. Per qualcuno la missiva del nostro Papa è un'ammissione di colpa e relativa richiesta di perdono e, come se questo non bastasse, si osa fare vergognose illazioni su un presunto tentativo del card. Bertone di bloccare la remissione ai lefebvriani decisa dal Papa. Inutile ti indichi la fonte, evidentemente imbeccata da qualche curiale che sente tremare lo scranno. Del resto l'avevamo previsto.
Beh, tiremm innanz.
Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie a Mariateresa, Lapis ed Alessia per il prezioso aiuto ed il sostegno che mi date quotidianamente.
Vado a leggere Plunckett ed a riflettere :-))
Cara Lapis, mi colpisce sempre moltissimo l'umilta' del Santo Padre, dote sempre piu' rara in questo momento storico.
E' chiaro che la sua limpidezza puo' essere interpretata come debolezza (infatti Alessia conferma), ma ci vuole un grande uomo (di piu': un santo!) per caricarsi di ogni responsabilita' senza accusare alcuno.
Alessia, non oso immaginare la fonte dell'articolo :-)
E' assolutamente vero che la segreteria di stato non ha brillato per presenza in questi due mesi, ma e' anche vero che le fonti e fonticine di certi giornalisti ormai sono allo sbando.
Silenzio e preghiera, care rane!
R.

Anonimo ha detto...

Raffa cara, ti segnalo l'articolo del foglio in prima pagina e quello di Rodari sul Riformista fra breve, penso, online.
A me il complottismo piace poco, tuttavia sono convinta che alle spalle di tutta questa disinformazione vi sia una strategia anticattolica e antipapale. Temo la situazione possa solo peggiorare e mi ritornano in mente gli scritti della Beata Emmerich.
Ps.: mi consola sentire Padre Livio che le sta cantando a qualcuno.
Alessia

Raffaella ha detto...

Preghiamo per il Papa, cara Alessia!
Mi sono dimenticata della rassegna di Radio Maria...
Si puo' ascoltare online?
Chi sta bacchettando? OLR?
:-))
R.

Anonimo ha detto...

Ho letto l'articolo di Patrice de Plunkett e concordo. Mi piace l'esortazione a non nascondere la testa sotto la sabbia e a affrontare la gravissima situazione in cui versa la Chiesa. Dagli stralci della lettera che ho letto mi pare che Papa Benedetto vada esattamente in questa direzione. Disgraziatamente, questo grande uomo è circondato da mediocri e da corrotti di poca fede che già intrallazzano sul suo successore (lo Spirito Santo dove lo mettiamo?). Urgono decisioni forti e dolorose.
Alessia

Anonimo ha detto...

Padre Livio ha bacchettato l'attitudine di Rep, senza far nomi. Potrai ascoltare la rassegna in giornata su archivio audio.
Alessia

Anonimo ha detto...

Altra info su Radio Maria, Raffa. Se sei ancora sveglia verso le 00.20/30 puoi ascoltare la replica in radio.
Alessia

Anonimo ha detto...

Se il testo è questo, Benedetto XVI come Ambrogio, Agostino, Ilario...monumentalmente grande nell'umiltà e tagliente come un rasoio nel chiamare le cose col loro nome. Preghiamo per lui.

Anonimo ha detto...

Le pressioni, più o meno evidenti, che una certa parte (ben identificabile) della Chiesa Cattolica (per capirci bene quella parte che si ritiene la sola depositaria di quella verità che è nata negli anni sessanta/settanta, e che si presenta sempre in contrasto, dichiarato e agito, con il Magistero del Papa), sono veramente potenti e organiche! Come disse qualcuno, tanto potenti da far pensare ad una strategia che travalica i confini della Chiesa Cattolica e che si salda con tutte le forze contrarie ad Essa (dal modernismo più o meno ateo, all’anticlericalismo e laicismo di sapore ottocentesco, alla massoneria e via dicendo).
La velenosità e la forza di questa strategia a me sembra calcolata e proporzionata a… a una grande paura. Paura? Sì. A me sembra proprio paura, una paura dettata dalla percezione di quanto possa essere pericoloso (per le loro idee) Papa Benedetto, “Apostolo disarmato”, ma dotato di “armi” uniche: grande chiarezza e profondità, ortodossia illuminata, visione aperta del passato del presente e del futuro, amore infinito per la Verità, per la Chiesa “Una Santa e Apostolica”, “mitezza, coraggio, onesta', fermezza, carita', misericordia ed amore per l'unita'” come dici tu, Raffaella.
E’ questo che non possono sopportare! Come possono combattere la loro battaglia queste “forze oscure”? Possono solo cercare di opporsi in modo infido stravolgendo il senso degli atti di Papa Benedetto, inquinando la sua parola, oscurando le sue chiarezze, minando cioè la credibilità del suo Magistero e, di conseguenza, del Magistero della Chiesa.

Fanta-religione? Giudicate voi!

Anonimo ha detto...

grande Gianni!!!

Anonimo ha detto...

Dopo una giornata di duro lavoro, vengo a rinfrancarmi a 'Casa Raffaella'. :-)
Qui puoi sentire sempre la diretta di Radio Maria online:
http://www.radiomaria.org/media/start.asp?SOURCE=italy&TITLE=italy