lunedì 1 giugno 2009

Papa Ratzinger: «Spettacolarizzati il piacere, la violenza o il disprezzo per l'uomo e la donna» (Giansoldati)


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Ratzinger: «Spettacolarizzati il piacere, la violenza o il disprezzo per l'uomo e la donna»

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA' DEL VATICANO

L'inquinamento ambientale, al pari dell'inquinamento morale, mette a serio repentaglio il futuro del pianeta. E così, proprio come non ci si dovrebbe assuefare «ai veleni dell'aria», allo stesso modo non si possono ignorare i danni causati dalla corruzione morale.
Va da sé che dovrebbe pertanto divenire una priorità collettiva combattere con adeguate misure «tutto ciò che corrompe lo spirito». Il monito ecologista di Benedetto XVI allarga il suo raggio d'azione e nel giorno della Pentecoste coglie l'occasione per lambire la sfera etica.
«Sembra che a tanti prodotti inquinanti la mente e il cuore che circolano nelle nostre società - ad esempio immagini che spettacolarizzano il piacere, la violenza o il disprezzo per l'uomo e la donna - ci si abitui senza difficoltà».
L'omelia che ha preparato per la messa solenne celebrata a San Pietro contiene un passaggio che fa riferimento alle società occidentali e che, a suo dire, sono in piena crisi di valori.
«L'impegno ecologico rappresenta oggi una priorità.
Quello che l'aria è per la vita biologica, lo è lo Spirito Santo per la vita spirituale; e come esiste un inquinamento atmosferico, che avvelena l'ambiente e gli esseri viventi, così esiste un inquinamento del cuore e dello spirito, che mortifica ed avvelena l'esistenza spirituale».
Il Papa si lamenta di una deriva che intacca le nuove generazioni ricorrendo - con una metafora - al vento impetuoso dello Spirito di Pentecoste, l'antidoto che può liberare il cuore dell'uomo contemporaneo da tanti veleni prodotti dalla mala pianta del relativismo che trasforma ogni desiderio in presunte libertà «senza però riconoscere che tutto ciò inquina, intossica l'animo».
Purtroppo a tutto ciò ci si «abitua» troppo facilmente. Papa Ratzinger parla poi del bisogno di ossigenarsi con aria pulita per vivere meglio, respirare «sia con i polmoni, sia con il cuore, l'aria salubre dello spirito che è l'amore!». Altrimenti si rischia di morire soffocati.
La seconda parte dell'omelia, invece, preparata dal Papa teologo, prende in esame un altro pericolo insidioso: la tentazione di ergersi a divinità, mettendo da parte il Creatore. «L'essere umano sembra oggi affermare se stesso come Dio e voler trasformare il mondo escludendo, mettendo da parte o addirittura rifiutando il Creatore dell'universo».
L'uomo si dichiara autonomo, libero, adulto. «Evidentemente tale atteggiamento rivela un rapporto non autentico con Dio, conseguenza di una falsa immagine che di Lui si è costruita, come il figlio prodigo della parabola evangelica che crede di realizzare se stesso allontanandosi dalla casa del padre. Nelle mani di un uomo così il 'fuoco' e le sue enormi potenzialità diventano pericolosi: possono ritorcersi contro la vita e l'umanità stessa, come dimostra purtroppo la storia.
A perenne monito rimangono le tragedie di Hiroshima e Nagasaki, dove l'energia atomica, utilizzata per scopi bellici, ha finito per seminare morte in proporzioni inaudite» Infine un invito rivolto alla Chiesa. «Sia meno 'affannata' per le attività e più dedita alla preghiera».

© Copyright Il Messaggero, 1° giugno 2009 consultabile online anche qui.

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