lunedì 1 giugno 2009

L’Abate di Montecassino: «Dopo il Papa cassinati più vicini alla Chiesa» (Pittiglio)


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L’Abate: «Dopo il Papa cassinati più vicini alla Chiesa»

Critiche da Ciarrapico: la città non è granducato dell’Abbazia. Dom Pietro: aspettiamo ancora quei 5 mila posti di lavoro

di ELENA PITTIGLIO

«Ci manca solo che il senatore Giuseppe Ciarrapico si metta ad attaccare anche il Papa che nella sua omelia a Cassino ha espresso solidarietà a quanti vivono nella precarietà, ai lavoratori licenziati e in cassa integrazione. Il Santo Padre ha sollecitato amministratori e imprenditori a trovare, in questa situazione difficile, soluzioni alla crisi».
E’ la risposta dell’Abate di Montecassino dom Pietro Vittorelli al senatore Ciarrapico, che venerdì sera durante un incontro elettorale svoltosi in città, aveva ripetuto che Cassino non è il granducato dell’Abbazia e che la Chiesa e l’abate avrebbero fatto bene ad occuparsi della diocesi e delle anime dei cassinati più che di politica e di politiche per il lavoro.
«Dal senatore Ciarrapico – sottolinea il padre Abate – stiamo ancora aspettando i cinquemila posti di lavoro che aveva promesso in campagna elettorale». Le risposte di dom Pietro, sollecitato dalle domande dei cronisti, sono arrivate al termine dell’inaugurazione della culla termica, svoltasi presso l’Istituto delle Suore della Carità alla presenza della direttrice Marina De Angelis e delle autorità cittadine.
Prima di impartire la benedizione alla culla termica gestita dal “Cav” di Cassino, che darà la possibilità a mamme in difficoltà di affidare un neonato indesiderato a chi può prendersene cura, , ha sottolineato la grande eco che ha avuto la visita del Santo Padre nei lavori della Cei terminati ieri.
«Sono stati tanti i vescovi – dice dom Pietro Vittorelli – che si sono complimentati personalmente, tanto che il presidente della Cei il cardinale Bagnasco ne ha voluto fare cenno nella sua prolusione».
«Da Cassino il Papa ha portato con sé l’immagine della grande comunità internazionale di abati e abbadesse che hanno pregato con lui sulla tomba di San Benedetto – riferisce dom Pietro Vittorelli – e poi come sia stato sentito il tema del lavoro e della disoccupazione toccato nell’omelia, salutato da quattro scroscianti applausi».
«Io sono straordinariamente contento – ha concluso l‘abate - la gente è più vicina alla chiesa. Le presenze hanno superato le più rosee aspettative, tanto che il Santo Padre più volte me lo ha fatto notare. Ed io ho risposto: la nostra gente ama il Papa».

© Copyright Il Messaggero, 31 maggio 2009

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R.

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