martedì 14 luglio 2009

Benedetto XVI e gli Usa, elogio alla libertà di coscienza (Casavola)


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Su segnalazione della nostra Alessia leggiamo:

BENEDETTO XVI E GLI USA, ELOGIO ALLA LIBERTA' DI COSCIENZA

Da "IL MESSAGGERO" di martedì 14 luglio 2009

di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA

QUANDO Benedetto XVI andò a visitare l’America, definì a quelli che lo accompagnavano gli Stati Uniti come “Paese laico per amore della religione”. Giudizio tutt’altro che d’occasione, anzi rigorosamente aderente alla realtà storica. Le colonie che si ribellarono alla Corona britannica cercavano la libertà politica per i loro popoli, e i loro governi, e insieme la libertà di coscienza per ciascun cittadino.
George Washington firmò la Costituzione degli Stati Uniti il 17 settembre del 1787, dodicesimo anno dall’indipendenza. Vi si richiamava l’obbligo per i senatori e i rappresentanti e per i membri del potere esecutivo e giudiziario di giurare di difendere la Costituzione, “ma nessuna professione di fede religiosa sarà mai imposta come necessaria per coprire un ufficio o una carica pubblica negli Stati Uniti”. Il 15 dicembre 1791, il Bill of rights o Dichiarazione dei diritti si apriva con il divieto al Congresso di fare alcuna legge per il riconoscimento di qualsiasi religione, o per proibirne il libero culto.
Era la risposta americana alla tragica vicenda europea che con la pace di Westfalia del 1648 poneva fine ai sanguinosi trent'anni di guerre di religione, ma con questa condizione, che ogni suddito dovesse professare la religione del suo sovrano territoriale. Era il divorzio tra libertà di religione e libertà di coscienza, in nome della ragion di Stato, a garanzia dell’ordine pubblico interno e internazionale. Ecco perché gli innumerevoli europei che migrarono da ogni Paese del Vecchio Continente cercavano in America non soltanto felicità e libertà, per usare i termini settecenteschi, ma anche e talora soprattutto libertà di coscienza e di religione.
Mentre in Europa si imponevano le religioni di Stato, negli Stati Uniti si rispettavano le religioni delle coscienze. Mentre in Europa il cammino della laicità diventava quello dell’anticlericalismo o dell’ateismo, in America lo Stato, estraneo per Costituzione allo spazio della coscienza, lasciava alla società la più totale e radicale libertà di religione. Benedetto XVI, da quel conoscitore tedesco che è della cultura europea, ha ben capito su questo punto la diversità americana, di “un Paese laico per amore della religione”.
La cordialità dell’incontro tra il Papa e il presidente Obama, in Vaticano, va compresa in questo contesto, in cui le due entità istituzionali, Chiesa Cattolica e Stati Uniti d’America, misurano i loro compiti nel mondo nuovo della globalizzazione.
La Chiesa, con la enciclica Caritas in veritate, pressoché coeva al G8, manifesta la sua riflessione sul tempo che stiamo vivendo. La campagna elettorale e i primi atti di governo del presidente Obama segnalano una tendenziale convergenza americana verso i problemi dello sviluppo, della pace, dell’ambiente, dell’economia, della cultura, della scienza, della democrazia, dell’etica, per molti dei tratti disegnati in questa terza enciclica del Papa, dopo la prima Deus caritas est, e la seconda Spe Salvi.
Restano le questioni bioetiche, dell’aborto e della ricerca sulle staminali embrionali sopra le altre, in cui le posizioni non coincidono.
Per questo il Papa ha donato ad Obama il testo della Dignitas personae, istruzione della Congregazione per la dottrina della fede, in aggiunta a quello della sua enciclica. Impegno a capirsi di più? Lo speriamo.
I due interlocutori sono consapevoli del loro carisma e della loro responsabilità verso l’umanità del nostro tempo. E il Papa sa bene di avere dinanzi a sé un mondo laico per amore della religione.

© Copyright Il Messaggero, 14 luglio 2009 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Voila'.... gli Stati Uniti sembrano un piccolo paradiso ...liberta' religiosa e dunque societa' perfetta.
Ma davvero e' cosi'???
Piu' volte sento questi discorsi che nn condivido per nulla. Un conto e' la teoria e un conto e' la realta'. I cattolici in terra statunitense furono sempre emarginati e visti come esseri inferiori rispetto al gruppo bianco e protestante. La schiavitu' in Europa era inesistente ma presente da loro. La questione nera non e' chiusa. Quanti ghetti ci sono nelle loro citta'??? Quante discriminazioni... razziali e religiose nei fatti. Vi invito anche a dare una occhiata al sito di Don Curzio Nitoglia.(pensiero cattolico -romano). Non solo su questi argomenti. Scrive bene e' preparatissimo e proprio qualche giorno fa' ha inviato un articolo dal titolo: Teoconservatorismo, americanismo, e democrazia. Da leggere, per lo meno per completare il quadro.
Non dimentichiamo che proprio la cultura anglossasone liberale e speculativa,di matrice protestante ci sta' facendo pagare in questi mesi anche la crisi piu' profonda del dopo guerra.
E la pagano i poveri.... L'enesimo aumento del debito italiano non lo paghera' chi fiscalmente avra' mille modi per sottrarsi... rimarra' in carico a i piu' deboli. Interessante anche l'associazione Stati Uniti nazionalismo esportato in tutto il mondo. (articolo di Civilta' cattolica). sapete quanti milioni di morti ha fatto il nazionalismo di ogni specie....!!!!

La liberta' religiosa puo' essere un punto a favore, ma bisogna anche guardare tutto il resto.

Grazie