martedì 14 luglio 2009

«Nell'enciclica l'antidoto a un welfare burocratico» (Antonio Quaglio)


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CONTRASTO

«Nell'enciclica l'antidoto a un welfare burocratico»

Su segnalazione della nostra Roberta leggiamo:

Rischi di egoismi locali: mai vedere le persone come fruitori di servizi

Antonio Quaglio

PADOVA

La solidarietà senza sussidiarietà degenera nell'assistenzialismo burocratico, dove la persona umana rischia di venir ridotta a semplice fruitrice di servizi erogati dalla società. Dall'altra parte la sussidiarietà senza solidarietà rischia di assestarsi in un localismo egoistico».
Niente liturgie solenni o lectio magistralis : per una primissima riflessione sulla «grande enciclica sociale» firmata da Papa Benedetto XVI alla vigilia del summit globale dell'Aquila, il cardinale Tarcisio Bertone sceglie un "campo" particolare, quello del welfare e dell'iniziativa imprenditoriale nel noprofit. Il Segretario di Statoè volato a Padova appena conclusa l'ultima udienza vaticana a un leader del G-8, il premier canadese Stephen Harper. È venuto appositamente a benedire la prima pietra di una nuova casa di una delle più grandi Onlus italiane: la Fondazione Oic, che in Veneto gestisce otto centri, assiste 2.300 anziani (molti non autosufficienti), dà lavoro a 1.500 persone tra medici, infermieri, assistenti specialistici.
Ma alla Oic –radicata da mezzo secolo nella Diocesi di Padova e oggi guidata da Angelo Ferro, tra l'altro presidente dell'Unione cristiana imprenditori e dirigenti – la sussidiarietà a tutto campo: nella nuova casa della Civitas Vitae ( il più avanzato tra i poli del network) saranno accolti, come già in altre strutture, giovani disabili. E tra essi vi saranno infortunati sul lavoro da riqualificare, in progetti in partnership con l'Inail, così come la gestione e le altre iniziative sono variamente appoggiati da regione, industriali, banche, volontariato, con l'attenzione del sindacato.
Un modello pubblico-privato di «amicizia civile, troppo poco sviluppata nelle società contemporanee », dice Bertone parlando spesso a braccio. In mezzo a centinaia di residenti si mescolano il sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti, il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini, l'industriale non vedente Davide Cervellin, pioniere degli imprenditori disabili. Tutti sono reduci da un pomeriggio seminariale sul nuovo welfare, in particolare sulla possibilità di sviluppare in modo innovativo la previdenza assicurativa
long term care alla scelta preventiva di una struttura qualificata per la "longevità". Bertone, risalendo alla Caritas in veritate, ribadisce due concetti. Il primo è che «la pressione della grave crisi internazionale sta lasciando dietro di sé profondi segni di impoverimento e significative decurtazioni delle risorse finanziarie anche e soprattutto con ripercussioni nell'ambito della spesa sanitaria, a livello d singoli paesi e di organizzazioni internazionali». Il punto di vista della Chiesa –ribadito dalla Santa Sede anche a Obama e ad altri leader del G-8 – non cambia ed è a favore «degli elementi più deboli e fragili della società, che devono essere invece i destinatari privilegiati della solidarietà e della giustizia sociale».D'altro canto «il valore della vita umana e della dignità della persona non possono essere ridotti a una question di fatto, a un semplice benessere, a un calcolo utilitaristico».
In concreto: l'«economia del dono»non può ridursi né ad «assistenza burocratica » (cioè al tradizionale welfare fiscale, se non è più in grado di amministrare efficacemente risorse scarse), ma neppure alla «sussidiarietà senza solidarietà», cioè a una semplice esternalizzazione a strutture non pubbliche dei servizi alla persona. Qui Bertone ha di fatto indicato nella Fondazione Oic un modello di impresa "tout court", aderente al principio del «bene comune» che ispira l'ultima enciclica: un principio che accoglie la sfida quotidiana del mercato, ma non perde mai di vista«l'attenzione alla dignità inviolabile della persona umana». Un «bene comune che non è appannaggio esclusivo né della Chiesa, né della società civile, ma è il riflesso di un comune impegno ».

© Copyright Il Sole 24 Ore, 12 luglio 2009

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