martedì 14 luglio 2009

Il Papa in Valle d’Aosta: «Riposo e un po’ di lavoro» (Mazza)


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Il Papa in Valle d’Aosta: «Riposo e un po’ di lavoro»

DAL NOSTRO INVIATO A INTROD (AOSTA)

SALVATORE MAZZA

Sarà perché, qui, le facce sono sempre quelle da vent’anni.
E perché non ci sono mai grandi folle dal momento che Les Combes è un pugno di case in cima al monte, e pure Introd, il Comune «grande», è poco più di una bomboniera.
O perché tutto, qui, sembra scorrere con un passo di­verso. Sarà per qualcuna di queste ragioni, o per tutte insieme, ma ogni volta che il Pa­pa viene qui il suo arrivo ha davvero l’aria di una festa in famiglia. Con i fiori, il cesti­no con le leccornie locali fatte a mano, la poesia dei bambini. «Questo posto è vera­mente bellissimo», dice appena sceso dal­l’elicottero. E aggiunge sorridendo: «Altri­menti non sarei tornato».
Dopo il 2005 e il 2006, Les Combes di In­trod ha dato per la terza volta, ieri mattina, il suo benvenuto a Benedetto XVI, arrivato da Roma con un doppio salto – prima in ae­reo fino a Torino (dove lo ha accolto il car­dinale arcivescovo Severino Poletto insie­me al primo cittadino del capoluogo su­balpino Sergio Chiamparino), poi in elicot­tero – per trascorrere nella quiete delle mon­tagne valdostane l’ormai tradizionale pe­riodo di «vacanza» estivo, fino al 29 luglio. Un periodo che sarà «di riposo e anche un po’ di lavoro, ma soprattutto di riposo», ha precisato scherzosamente al suo arrivo ri­spondendo a una delle (poche) domande ri­voltegli dai giornalisti presenti, che erano stati pregati di non farne. Un’altra doman­da ha riguardato il G8, se dopo il G8 le pro­spettive per l’Africa le prospettive siamo mi­gliori: «Speriamo, mi sembra che le deci­sioni siano buone». Sotto la scaletta del velivolo dell’Aeronau­tica militare papa Ratzinger ha ritrovato i volti ormai familiari del sindaco Osvaldo Naudin e del presidente del Consiglio re­gionale Alberto Cerise, dal 1989 organizza­tore dei soggiorni papali in Valle (e accom­pagnatore nelle loro escursioni di papa Wojtyla e di Benedetto XVI).
Con loro il ve­scovo di Aosta, Giuseppe Anfossi e il presi­dente della Regione Augusto Rollandin. Sor­risi, strette di mano, battute scambiate fit­te. Poi, scortati dalle loro maestre, si sono fatti avanti i bambini della locale scuola ma­terna, in costume tradizionale (pantaloni neri larghi, camicetta bianca e gilet rosso) e mazzi di fiori più grandi di loro, i quali hanno recitato in italiano, francese, patois – il dialetto del posto – una filastrocca di benvenuto e, subito dopo, anche una pre­ghierina in tedesco in omaggio alla lingua natale del Pontefice. Benedetto XVI ha a­scoltato sorridendo, poi ha saluto a uno a uno i piccoli, prima di salutare una rappre­sentanza dei suoi «vicini di casa», gli abi­tanti della ventina di case di Les Combes, u­nici ammessi all’arrivo, che gli hanno por­tato in regalo prodotti del luogo, vini pregiati e, ovviamente, fontina.
Sarà, come detto, una vacanza assoluta­mente privata, anche se gli inviti rivoltigli sia dalla diocesi sia dalla Regione riempiono una lista piuttosto lunga («Ma si tratta solo di indicazioni di possibilità che gli vogliamo offrire», precisano gli ospiti): il Forte di Bard, la Cattedrale di Aosta appena restaurata – per un incontro col clero, forse i Vespri – il castello di Sarre... In calendario, fino a ora, però solo due impegni pubblici: i due An­gelus domenicali, il primo, il 19 a Romano Canavese, paese natale del segretario di Sta­to vaticano cardinale Tarcisio Bertone, in Piemonte; il secondo, il 26, a Les Combes, davanti al suo chalet.

© Copyright Avvenire, 14 luglio 2009

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