lunedì 16 febbraio 2009

La Legione è allo sbando. Tradita dal suo fondatore (Magister). Solo l'intervento diretto di Benedetto XVI pose fine alla "carriera" di Maciel


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La Legione è allo sbando. Tradita dal suo fondatore

Nuove rivelazioni sulla seconda vita di padre Marcial Maciel. Non solo colpevole di abusi sessuali, ma anche con un'amante e una figlia. I Legionari di Cristo rischiano d'essere travolti. C'è chi invoca un visitatore apostolico. O un intervento diretto del papa

di Sandro Magister

ROMA, 16 febbraio 2009

Da una dozzina di giorni una insolita lettera circola tra gli 800 sacerdoti e i 2500 seminaristi della congregazione dei Legionari di Cristo, così come tra i 65 mila membri laici del movimento di apostolato Regnum Christi, presente in 30 paesi del mondo.
La lettera è del superiore generale della congregazione, padre Alvaro Corcuera. In essa, egli scrive che "stiamo vivendo momenti di dolore e sofferenza". E a tutti chiede perdono.
All'origine di questa sofferenza c'è il fondatore dei Legionari e del Regnum Christi, padre Marcial Maciel Degollado (nella foto), morto un anno fa a 88 anni di età e sepolto in Messico nel suo villaggio natale, Cotija de la Paz.
Nella lettera, il suo successore Corcuera riconosce "tutto il bene" compiuto dal fondatore: "Siamo in molti ad aver ricevuto da Dio, attraverso il carisma che ci ha trasmesso, ciò che dà un senso alle nostre vite".

Ma subito dopo scrive:

"È anche vero che egli è stato un uomo, e questi temi che ci hanno ferito, sorpreso – e che credo non possiamo spiegare con il nostro intelletto – stanno già davanti al giudizio di Dio".

Non una parola in più, nella lettera, sugli accennati "temi". Ma tra i Legionari e nel Regnum Christi ormai tutti lo sanno: padre Maciel ha avuto una figlia, una giovane che ora ha poco più di vent'anni e vive in Spagna, nata da una relazione non episodica ma continuata del sacerdote con una sua amante.
La notizia non è arrivata da fuori ma è stata accertata da un'indagine interna e segreta. Ed è piombata con inaudita forza dirompente su una congregazione già sconvolta da un precedente terremoto: anch'esso determinato dalla condotta del fondatore.

* * *

L'epilogo di questo precedente terremoto risale al 19 maggio del 2006, quando la congregazione per la dottrina della fede, con l'approvazione dichiarata di papa Benedetto XVI, ingiunse a padre Maciel – già ritiratosi pochi mesi prima da superiore generale dei Legionari – di dedicarsi "a una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico". A lui, per l'età avanzata e la salute malferma, fu risparmiato il processo canonico. Ma la sua colpevolezza fu riconosciuta di fatto: padre Maciel aveva compiuto abusi sessuali su numerosi suoi giovani discepoli, in un arco di alcuni decenni.

Sia padre Maciel che i nuovi dirigenti della congregazione obbedirono alla sentenza. Mai però ammisero pubblicamente la verità di quelle colpe.
Ma oggi che a quelle colpe se ne sono aggiunte altre, essi dichiarano di ritenerle vere. Nei primi giorni di febbraio, i portavoce dei Legionari l'hanno ammesso a più riprese. Negli Stati Uniti, Jim Fair ha confermato al "New York Times" che "siamo venuti a sapere di alcuni aspetti della vita di padre Maciel che sono molto difficili da capire, aspetti che non sono appropriati alla vita di un prete". E a Roma padre Paolo Scarafoni, già rettore del "Regina Apostolorum", il loro ateneo pontificio, ha dichiarato al quotidiano della conferenza episcopale italiana, "Avvenire": "La scoperta di questi aspetti sconcertanti è stata sicuramente dolorosa. Ma questo non toglie nulla all’opera fondata da padre Maciel, che semmai è la dimostrazione di come il Signore si sappia servire anche di strumenti imperfetti".
In queste ultime parole si intravvede tutta la questione seria che ora incombe sui Legionari: il terrore che l'indegnità del fondatore travolga l'intera opera.

* * *

Già dopo la sentenza del 2006 sia i Legionari che la Santa Sede avevano fatto il possibile per separare le sorti di padre Maciel dalla congregazione e dal movimento da lui fondati.
Ma l'impresa era ardua, in una comunità fortissimamente legata fin dalle origini alla figura del fondatore: seguito, imitato e quasi venerato per decenni come un modello di straordinaria virtù per tutti e per ciascuno.
Oggi, dopo la scoperta di ulteriori suoi comportamenti indegni, l'impresa si è fatta ancora più difficile.
Padre Corcuera, l'attuale superiore generale, nella lettera diffusa nei giorni scorsi ha lanciato un appello a "vedere tutto questo dalla prospettiva del Cuore di Gesù" e a "guardare avanti, non fermarci e non stancarci di fare il bene".
Ma la sua autorità è profondamente scossa. Padre Corcuera è stato sempre vicinissimo al fondatore. I misfatti compiuti da quest'ultimo per decenni si riverberano inesorabilmente su di lui, così come su altri dirigenti della congregazione.
Anche per motivi di storie personali, quindi, la congregazione dei Legionari di Cristo non sembra più avere in sé la capacità di autorigenerarsi.
Alcuni sacerdoti che nella congregazione godono di alta stima – Thomas Berg. Richard Gill e Thomas Williams – non vedono altra soluzione che un intervento d'autorità della Santa Sede.
Padre Berg, che è direttore negli Stati Uniti del Westchester Institute for Ethics and the Human Person, ha diffuso una lettera aperta nella quale denuncia il generale crollo di fiducia nei superiori della congregazione e auspica l'arrivo di un visitatore apostolico nominato da Roma, che assuma il comando, accerti le responsabilità di tutti e imponga le riforme necessarie a salvare quanto c'è di bene e recidere il male.

Se così avvenisse, sarebbe la congregazione vaticana per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, attualmente presieduta dal cardinale sloveno Franc Rodé, a nominare il visitatore e a dar seguito alle sue indicazioni.

Ma c'è chi non si fida di una curia vaticana che oggi – il caso dei lefebvriani insegna – sta dando una pessima prova di sé; e che nel caso specifico, da quando nel 1998 la condotta di padre Maciel è finita sotto osservazione, ha ripetutamente operato più per ostacolare le indagini che per fare chiarezza.

Per superare, nel 2006, le ultime resistenze all'ingiunzione a padre Maciel di ritirarsi a vita penitenziale, ci volle un ordine diretto di Benedetto XVI. Il segretario di stato dell'epoca, cardinale Angelo Sodano, difese il fondatore dei Legionari fino all'estremo.

E oggi di nuovo, a maggior ragione, solo il papa in persona potrà salvare il salvabile? È ciò che pensa un intellettuale cattolico famoso, grande estimatore dei Legionari di Cristo, l'americano George Weigel, membro dell'Ethics and Public Policy Center di Washington. L'ha scritto in una nota pubblicata il 9 febbraio sull'edizione on line di "First Things", la più "ratzingeriana" delle riviste di cultura cattolica degli Stati Uniti.
A giudizio di Weigel solo una personalità forte, che sia nominata direttamente dal papa e a lui solo risponda, potrà operare con buone speranze per una rigenerazione dei Legionari di Cristo e "per il bene dell'intera Chiesa cattolica".

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La curia romana ha perso ogni credibilita'.
Finche' non salteranno le poltrene e soprattutto i sederi che sono li' sopra appoggiati, nessuno si fidera' piu', io per prima!
E' necessario l'intervento diretto del Papa che, sono sicura, non manchera' di venire incontro ai Legionari di Cristo cosi' come non ha ignorato le grida di dolore delle vittime dei preti pedofili.
E' vergognoso che si sia difeso Maciel fino all'ultimo e che si sia dovuta attendere l'elezione di Benedetto XVI per mettere fine alla carriera di Maciel.
Ancora una volta grido, urlo: PULIZIA E SUBITO
!
R.

Vedi anche:

Violenze di preti su minori: bilancio della “purificazione” in corso

Fine della storia per il fondatore dei Legionari di Cristo

La prima sentenza del prefetto Levada fa tremare la Legione

Legionari di Cristo. Sempre più vicino il processo a padre Maciel

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Pagheranno mai gli intoccabili che in curia hanno difeso e coperto l'operato di padre Maciel?
Alessia

Anonimo ha detto...

Ringrazio ogni giorno Dio con tutto il cuore, l'anima e la mente, per il nostro Santo Padre.

Lui non fa distinzioni, nè omologazioni, non ha antipatie preconcette nè protettorati. Lui è sempre tutto e solo di Cristo e del Vangelo.
Dobbiamo sostenerlo in ogni modo nell'opera di sacrosanta pulizia che sta portando avanti con straordinario coraggio in questa Chiesa così sporca.
Un grazie al Signore anche per Raffella e il suo Blog, che ci consente di fare qualcosa di visibile a sostegno del nostro Santo Padre, affianco alle nostre preghiere.