sabato 28 febbraio 2009

Vaticano e Lefebvriani ai ferri corti? (Cesare)


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Vaticano e lefebvriani già ai ferri corti

di Gaia Cesare

Scuse rispedite al mittente.
La mossa del vescovo lefebvriano Richard Williamson - che giovedì in un messaggio diffuso dall’agenzia Zenit.org ha chiesto «perdono» al Papa e «ai parenti delle vittime che hanno subito ingiustizie durante il Terzo Reich» - non fa presa sul Vaticano.
La lettera diffusa dal prelato, noto per le sue tesi negazioniste, «non è indirizzata né al Santo Padre né alla Commissione Ecclesia Dei» - ha riferito il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi - e «non sembra rispettare le condizioni stabilite dalla segreteria di Stato».
L’ambiguità del messaggio del vescovo, che ha tentato la riconciliazione senza tuttavia mai pronunciare la parola «Olocausto», «Shoah» o «ebrei», sembra insomma essere stata smascherata.
E lo scetticismo che serpeggiava negli ambienti vaticani poco dopo la notizia della diffusione della nota ha trovato conferma nelle parole pronunciate ieri da padre Lombardi. La Santa Sede reputa insomma insufficiente la richiesta di perdono del vescovo rispetto alle condizioni poste dalla Segreteria di Stato, che il 4 febbraio aveva domandato a Williamson «di prendere in modo assolutamente inequivocabile e pubblico le distanze dalle sue posizioni riguardanti la Shoah». Lo stesso Lombardi ha aggiunto di ritenere «generica ed equivoca» la nota che pretendeva di mettere fine alle tensioni delle ultime settimane.
A distanza di quattro mesi dall’intervista in cui il vescovo inglese negava l’esistenza delle camere a gas, invece che placarsi le polemiche attorno a Williamson finiscono per acuirsi. A mettere altra carne al fuoco, dando la sensazione che i rapporti con la Santa Sede stiano precipitando, contribuiscono ora le dichiarazioni inequivocabili dei lefebvriani che, per bocca di monsignor Fellay, superiore della Fraternità ultratradizionalista, si sono detti «non pronti a riconoscere il Concilio Vaticano II», dichiarando anzi che ha prodotto solo «perdite».
Le dichiarazioni rilasciate al quotidiano svizzero Le Courier potrebbero compromettere definitivamente i rapporti con la Santa Sede, che ha reagito col silenzio assoluto all’intervista di Fellay, anche perché l’accettazione del Concilio Vaticano II è il nodo cruciale dei negoziati che dovrebbero portare alla riconciliazione tra ultratradizionalisti e Roma o, al contrario, sancire il fallimento della trattativa aperta con la revoca della scomunica.
Intanto - mentre anche il rabbino David Rosen, presidente del Comitato ebraico internazionale per le consultazioni interreligiose, definisce «non sufficienti» le parole di Williamson, parla di scuse «non vere» ma conferma l’incontro del prossimo 12 marzo con la Santa Sede - anche l’Unione europea entra nella querelle. Il commissario europeo alla Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot, ha avvertito il vescovo britannico «che nella maggior parte degli Stati membri il negazionismo può essere perseguito a norma di legge» e che «le giustizie nazionali sono competenti» per condannarlo. Barrot si è rammaricato che la decisione quadro sulla xenofobia e il razzismo del novembre 2008 non sia stata ancora recepita e dunque non sia ancora applicabile in alcuni Stati (il tempo concesso sono i due anni), ma ha ricordato che se certe affermazioni venissero fatte in Francia, Williamson sarebbe punito.
E la riprova che il lefebvriano possa finire nei guai per le frasi scioccanti pronunciate arriva da un altro intervento, quello del ministro tedesco Brigitte Zypries. Il responsabile della Giustizia ha detto che il suo Paese potrebbe emanare un mandato di arresto contro il vescovo, che ha espresso le sue convinzioni negazioniste pubblicamente e sul suolo tedesco, durante l’intervista alla televisione svedese, registrata in Germania.

© Copyright Il Giornale, 28 febbraio 2009 consultabile online anche qui.

Attenzione! Non si possono virgolettare le parole «non pronti a riconoscere il Concilio Vaticano II» perche' Mons. Fellay non le ha mai pronunciate!
E' possibile (probabile?) che non si arrivera' mai ad alcun accordo fra la Santa Sede e la Fraternita' San Pio X, ma non si possono mettere in bocca ad un vescovo affermazioni mai fatte
!
R.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Buona parte degli uomini di Chiesa(?) si impegna molto a ricercare le pagliuzze nell'occhio dei Lefèbvriani e molto poco con le proprie travi.
Speriamo che prima o poi cambi l'approccio.

Anonimo ha detto...

giornali e giornalisti fanno dell'erbe tutt'un fascio e mescolano opinioni storiche espresse da Williamson (anche se errate ed offensive sono pur sempre opinioni storiche) con la SanPio X stessa (che quelle opinioni ha espresso chiaramente di non averle mai condivise). Il Diavolo sguazza nel torbido e mi dispiace dire che certo giornalismo non fa altro che intorbidire le acque.
Mons. Fellay che cosa ha detto di così diverso da quanto sempre detto dalla San Pio X?
Nulla! ha semplicemente ripetuto le stesse cose. Come si fa ad arrivare a dire che le due parti sono ai ferri corti?
A me pare che siano certi ambienti (cattolici e non ) a volere e desiderare e, forse, anche ad operare, perché effettivamente ai ferri corti s'arrivi.
Ai lefebvriani si deve richiedere la totale accettazione del Vaticano II; nessuno che dica che agli ortodossi si deve chiedere la totale accettazione del Vaticano I, di Trento, del dogma del Purgatorio, dell'Assunzione di Maria, dell'indissolubilità del matrimonio, del numero settenario dei Sacramenti, del dogma del Purgatorio!

C'è qualcosa che non va!

La questione con i lefebvriani si risolverà propio quando verrà eliminato questo qualcosa che non va.
Punto.filomeno

Caterina63 ha detto...

Ringrazio Raffella (eccola la serietà) per aver specifiato che non si possono virgolettare quelle parole attribuite a mons. Fellay perchè non le ha mai pronunciate.... così si fa la disinformazione e si fa odiare la FSSPX...

Dal mio canto ho dato un cntributo in questo thread
http://paparatzinger2-blograffaella.blogspot.com/2009/02/lefebvriani-non-pronti-riconoscere.html

sempre qui nel Blog....

all'Anonimo (nel thread segnalato nel collegamento)che ha scritto che la FSSPX deve andare dal Papa e baciare, inchinandosi,l'Anello del Pescatore e che il resto è NULLA....gli rammento che L'HANNO GIA' FATTO da sempre....
la FSSPX RICONOSCE PIETRO, non sono sedevacantisti....questo fa vedere quanta confusione c'è fra i cattolici :-(

Quanto al definire un NULLA il problema legato alle interpretazioni del Concilio per le quali esiste non solo la divisione con la FSSPX ma anche spiega i cambiamenti apportati dallo stesso Bendetto XVI in campo liturgico, definire un NULLA tutto questo fa comprendere come molti cattolici NON conoscono affatto il problema e spesso si parla solo per parlare come fanno certi giornalisti....

E concordo con l'anonimo qui sopra che si sta facendo di tutt'erba un fascio...un conto è il problema sollevato da Williamson che non h nulla a che vedere con la dottrina cattolica e il Concilio, altra cosa è la posizione della FSSPX dalla cui voce di mons. Fellay NON SI E' MAI DISSOCIATA sulla questione interprtativa dei documenti del Concilio...

Non dimentichiamo le parole di Ratzinger ai vescoi cileni qundo, spiegando la situazione lefebvriana e circa il Concilio disse:

Così pure costoro sostengono che il Vaticano ha concesso il diritto di dissentire a Lefebvre, diritto che è stato rifiutato ostinatamente ai fautori di una tendenza progressista. In realtà, l'unico punto che è affermato nell'accordo, secondo Lumen Gentium 25, è il fatto limpido che non tutti i documenti del Concilio hanno la stessa autorità. Per il resto, è stato indicato esplicitamente, nel testo che è stato firmato, che le polemiche pubbliche devono essere evitate e che è richiesto un atteggiamento di rispetto positivo per le decisioni ufficiali e le dichiarazioni.

È stato concesso, in più, che la Fraternità San Pio X possa presentare alla Santa Sede - la quale si riserva l'esclusivo diritto di decisione - le sue difficoltà particolari rispetto alle interpretazioni delle riforme giuridiche e liturgiche.


(J.Ratzinger ai vescovi cileni 13.7.1988 )

Anonimo ha detto...

Il Papa sta distribuendo la Comunione in ginocchio.
I fedeli si inginocchiano fisicamente, non metaforicamente.
Vadano i Lefebvriani a prendere la comunione in ginocchio dal Papa (fisicamente, non come programma d'intenti o "riconoscono").
Allora il Papa riconoscerà (e anche noi) che sono in "comunione".
Fatti, non parole, parole, parole....

Anonimo ha detto...

vedano di fare la stessa cosaa anche i vescovi disubbidienti.

Anonimo ha detto...

Non sono "pagliuzze" ma aspetti fondamentali. E non è solo una questione personale tra i lefevriani ed il papa: per essere cattolici occorre la comunione con tutta la Chiesa e con l'intera Tradizione (compreso il Vaticano II ed il "Novus ordo"). Nessum gruppo particolare può pretendere di essere l'unico legittimo interprete della vera Tradizione contro il magiastero di quattro pontefici ed il "swensus fiodei" della grande maggioranza dei fedeli."Cattolico" significa "universale" (quindi non "particolare", settario).