martedì 14 luglio 2009

L’Africa ha fornito l’inchiostro dell’ultima straordinaria enciclica (Scelzo)


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ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

Su segnalazione del nostro Antonio leggiamo:

L’ ANGELUS DI DOMENICA AVVALORA L ’IPOTESI

L’Africa ha fornito l’inchiostro dell’ultima straordinaria enciclica

ANGELO SCELZO

È arrivata dopo una lunga attesa, ma la «Caritas in veritate», più passano i giorni e più sembra portare con sé il valore aggiunto di un’esperienza vissuta, di un cammino attraversato come banco di prova: viene in mente il pellegrinaggio di Benedetto XVI in Africa ed è difficile non pensare che proprio quella terra abbia fornito l’inchiostro per una prefazione sul campo, scritta faccia a faccia con una realtà il cui dato essenziale è chiaro da tempo: i conti che non tornano, anche in un’economia di mercato, riguardano prima di tutto l’uomo.
Il fatto che a firmare l’enciclica della globalizzazione e della postmodernità sia un papa -teologo, rende tutto ancora più significativo: è il fondamento della dottrina sociale della Chiesa a incrociarsi oggi, nel suo complesso e aggiornato nei suoi riferimenti storici, sul terreno delle grandi sfide che interessano l’umanità.
La Chiesa, con la Caritas in veritate ha mostrato, una volta di più, di avere le carte in regola per porsi al di là (e al di sopra) di ogni transito ideologico che, per lungo tempo e dalle diverse sponde – dal capitalismo al collettivismo o al globalismo – si è tenuto sempre alla larga dall’approdo di uno sviluppo fondato sulla persona, centro, a sua volta, di tutto l’agire sociale. Mai come in questo caso il sistema economico appare anche come il paradigma degli assetti politici: nessun sistema, senza andare incontro alla catastrofe (e all’autoestinzione) può mai pensare di mettere da parte i valori dell’uomo.
La caduta del muro di Berlino può forse essere richiamata a simbolo della mutazione-chiave di questi nostri tempi: il passaggio dalla questione sociale, fortemente richiamata dalla «Populorum progressio» alla questione antropologica che, in molti modi, sospinta soprattutto dallo sviluppo dei media, ha già preso fiato, ma è ancora in attesa di prendere anima. Nella visione di Papa Benedetto non esiste, oggi, un impegno più urgente, dal momento che esso chiama in causa, al livello più alto, le risorse della fede – che aiutano a scrutare meglio e più a fondo l’uomo – e quelle della cultura chiamata a prendere atto che «l’autentico sviluppo dell’uomo riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione». In questo senso, la Caritas in veritate è anche l’enciclica che ricapitola tutta questa prima parte del pontificato di Benedetto XVI: ripensando ai suoi viaggi – in Africa, ma non solo, se si richiamano gli insegnamenti e perfino le emozioni in Terra Santa – o agli incontri con i capi di Stato, i discorsi, per così dire, ordinari delle udienze generali o dalla finestra dell’Angelus domenicale, ci si accorge dei tanti brani che trovano collocazione in un documento, ma innanzitutto, in un piano compiuto. È un magistero tutto rivolto all’uomo ma orientato, in tutte le sue dimensioni, dalla parte di Dio.
Della Caritas in veritate il mondo aveva forse non meno bisogno della Chiesa: e il mondo globalizzato, in primo luogo, per il quale l’interdipendenza rischia di essere una catena più che un legame; l’asse intorno a cui ruotano più aggrovigliate che mai le ingiustizie di sempre. La voce di Papa Benedetto, e della Chiesa di questo primo scorcio del terzo millennio, si leva pacata e solenne al tempo stesso: come a ribadire che tali hanno da essere i toni di carità e verità, insieme.

© Copyright Avvenire, 14 luglio 2009

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cari amici, ricordiamo questa sera alle 23,00 di unirci in preghiera x il nostro Benedetto XVI. Diffondete, se vi è possibile, questa proposta: sosteniamo il Papa recitando, uniti spiritualmente da ogni dove,qualsiasi preghiera. Grazie!

Raffaella ha detto...

Grazie :-))
R.