mercoledì 10 dicembre 2008

Benedetto XVI all’udienza generale: Cristo è l’inizio di una storia nuova per l’uomo (Radio Vaticana)


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Benedetto XVI all’udienza generale: Cristo è l’inizio di una storia nuova per l’uomo

Nessuno diventa cristiano da sé, ma solo nell’incontro con Gesù Cristo: è quanto sottolineato da Benedetto XVI all’udienza generale di stamani in Aula Paolo VI. Il Papa ha offerto ai fedeli una catechesi sull’insegnamento di San Paolo sulla novità portata da Gesù nella storia dell’uomo. Quindi, si è soffermato sul significato profondo del Battesimo e dell’Eucaristia e della Chiesa come Corpo mistico, tema centrale della dottrina paolina. Il servizio di Alessandro Gisotti:

L’abuso della libertà che va contro la verità e la volontà divina inquina le nostre realtà umane e in particolare le relazioni fondamentali: quella con Dio, quella tra l’uomo e la donna, quella tra l’uomo e la natura. Benedetto XVI ha iniziato la sua catechesi da questa costatazione ed ha subito sottolineato come tale “inquinamento” venga superato da Gesù Cristo. Con Lui, ci insegna San Paolo, la storia dell’uomo ha un nuovo inizio: “Con Lui che viene da Dio, comincia una nuova storia formata del suo sì al Padre, formata non dalla superbia di una falsa emancipazione, ma dall’amore e dalla verità”.

Ma come, si è chiesto il Pontefice, Gesù arriva nella mia vita, come la trasforma? La risposta fondamentale di San Paolo è attraverso lo Spirito Santo, che a Pentecoste ha creato la nuova umanità. Lo Spirito, che crea davvero una nuova unità, supera le divisioni servendosi di due elementi: l’annuncio della Parola e i Sacramenti, in particolare il Battesimo e l’Eucaristia. Il Pontefice ha così ribadito che la fede non è frutto del nostro pensiero, ma un dono di Dio:

“La fede non viene dalla lettura ma dall’ascolto. Non è una cosa solo interiore ma una relazione, suppone un incontro, suppone l’esistenza dell’altro che annuncia e crea comunione”.

Nessuno, è stata la sua riflessione, può farsi cristiano da sé. Solo Cristo può costituire la Chiesa. E dalla Chiesa riceviamo la fede. Ha quindi rivolto il suo pensiero al Battesimo. Questo Sacramento, ha avvertito, è più di un lavaggio. E’ morte e Risurrezione. D’altro canto, ha proseguito, anche la materia fa parte del Sacramento. Il Cristianesimo non è una cosa puramente spirituale giacché implica il corpo. E ancora, ha messo l’accento sulla radicale novità rappresentata dal cristianesimo:

“Divenire cristiani è più che un’operazione cosmetica che aggiungerebbe qualche cosa di bello ad una esistenza già più o meno completa. E’ un nuovo inizio e rinascita, morte e risurrezione”.

Ha quindi offerto la sua meditazione sull’Eucaristia in San Paolo. La promessa della Nuova Alleanza, ha detto, si realizza nel sacrificio d’amore di Gesù Cristo. Ma qual è dunque il significato profondo dell’Eucaristia?

“Celebrare l’Eucarestia significa che Cristo ci dà se stesso, il suo amore per conformarci a se stesso e per creare così il mondo nuovo”.

Si è quindi soffermato sulla dimensione della comunione nel Sacramento eucaristico. Cristo, ha affermato, si unisce con ognuno di noi, ma anche con chi è prossimo a me e così ci unisce tutti a Lui. Ecco perché, ha spiegato, un’Eucaristia senza solidarietà con gli altri è un’Eucaristia abusata. Da questa considerazione, ha aggiunto il Santo Padre, possiamo cogliere il senso della dottrina paolina della Chiesa come Corpo:

“La Chiesa non è solo una corporazione come lo Stato. E’ un corpo, non è organizzazione ma è un organismo”.

Il Papa ha infine rivolto il suo pensiero al matrimonio che, ha detto sarà autentico e ben vissuto, nella costante crescita umano-affettiva, se rimarrà sempre legato all’efficacia della Parola e al significato del Battesimo. Quanto alla “dimensione teologica” del matrimonio, in San Paolo, ha spiegato, c’è “una reciprocità che si configura in una dimensione verticale: la sottomissione vicendevole deve adottare il linguaggio dell’amore, che ha il suo modello nell’amore di Cristo verso la Chiesa”. Al momento dei saluti, parlando ai pellegrini di lingua italiana, il Papa ha affidato alla Beata Vergine di Loreto, di cui oggi facciamo memoria, i giovani, i malati e gli sposi novelli.

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