mercoledì 10 dicembre 2008
Il Papa : in Europa, radici cristiane vive (Mazza)
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Il Papa : in Europa, radici cristiane vive
Il messaggio inviato a Tauran e Ravasi: priorità il dialogo tra culture e religioni
DA ROMA
SALVATORE MAZZA
Nell’Unione Europea il dialogo tra le culture e tra le religioni «è una priorità». Nella realtà attuale infatti «la diversità va accolta come dato positivo», ma per questo «occorre fare in modo che le persone accettino non soltanto l’esistenza della cultura dell’altro, ma desiderino anche riceverne un arricchimento», in un dialogo che sia «sincero» ed evitando «cedimenti al relativismo e al sincretismo».
Lo ha scritto Benedetto XVI nel messaggio indirizzato al cardinale Jean-Louis Tauran e a monsignor Gianfranco Ravasi, presidenti, rispettivamente, dei Pontifici Consigli per il dialogo interreligioso e della cultura, e a tutti i partecipanti alla Giornata di studio promossa lo scorso 4 dicembre in Vaticano dai due dicasteri su « Culture e religioni in dialogo », nell’ambito dell’Anno europeo del dialogo interculturale. Nel testo, diffuso ieri dalla Sala Stampa della Santa Sede, Ratzinger ricorda innanzitutto come affondando «le sue radici sia nell’ingente e antico patrimonio di Atene e di Roma sia, e soprattutto, nel fecondo terreno del cristianesimo», l’Europa «ha avuto e ha tuttora un influsso culturale sull’insieme del genere umano, e non può fare a meno di sentirsi particolarmente responsabile non solo del suo futuro ma anche di quello dell’umanità intera». Per questo, dunque, il Pontefice rileva che «nel contesto odierno, in cui sempre più spesso i nostri contemporanei si pongono le domande essenziali sul senso della vita e sul suo valore», è «importante riflettere sulle antiche radici dalle quali è fluita linfa abbondante nel corso dei secoli. Il tema del dialogo interculturale e interreligioso, perciò, emerge come una priorità per l’Unione Europea e interessa in modo trasversale i settori della cultura e della comunicazione, dell’educazione e della scienza, delle migrazioni e delle minoranze, fino a raggiungere i settori della gioventù e del lavoro».
Per essere «autentico», tuttavia, tale dialogo secondo Benedetto XVI «deve evitare cedimenti al relativismo e al sincretismo, ed essere animato da sincero rispetto per gli altri e da generoso spirito di riconciliazione e di fraternità». «Viviamo in quello che si suole chiamare un 'mondo pluralistico' – afferma a questo punto il Papa – caratterizzato dalla rapidità delle comunicazioni, dalla mobilità dei popoli e dalla loro interdipendenza economica, politica e culturale.
Proprio in quest’ora, talvolta drammatica, anche se purtroppo molti europei sembrano ignorare le radici cristiane dell’Europa, esse sono vive, e dovrebbero tracciare il cammino e alimentare la speranza di milioni di cittadini che condividono i medesimi valori». Per i credenti, ciò significa l’essere «sempre pronti a promuovere iniziative di dialogo interculturale e interreligioso, al fine di stimolare la collaborazione su temi di interesse reciproco, come la dignità della persona umana, la ricerca del bene comune, la costruzione della pace, lo sviluppo». Di qui l’incoraggiamento del Pontefice a «quanti si dedicano alla costruzione di un’Europa accogliente, solidale e sempre più fedele alle sue radici», e l’esortazione ai credenti «affinché contribuiscano non solo a custodire gelosamente l’eredità culturale e spirituale che li contraddistingue e che fa parte integrante della loro storia, ma siano ancor più impegnati a ricercare vie nuove per affrontare in modo adeguato le grandi sfide che contrassegnano l’epoca post-moderna». Tra queste papa Ratzinger indica in particolare «la difesa della vita dell’uomo in ogni sua fase, la tutela di tutti i diritti della persona e della famiglia, la costruzione di un mondo giusto e solidale, il rispetto del creato, il dialogo interculturale e interreligioso».
© Copyright Avvenire, 10 dicembre 2008
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