venerdì 4 dicembre 2009

Feltri s'inchina a Boffo. E accusa chi gli passò carte false (Magister)

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2 commenti:

indignato ha detto...

Intanto il danno l'ha fatto e anche molto grave. Nn basta chiedere scusa dopo aver procurato tanta sofferenza a un collega e aver alimentato tanto disorientaento anche in chi stentava a credere. Troppo comodo e troppo semplice. Con la scusa della libertà di stampa si distruggono le persone e poi si torn inidetro. Che schifo e che vergogna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

sam ha detto...

Mi pare che l'indignazione sia un po' esagerata. Molto più equilibrato l'editoriale di Avvenire.
Ci sono delle cose comunque da considerare con razionalità:
- Il casellario giudiziario e la condanna per molestie telefoniche erano e sono fonti attendibili e notizie oggettive.
- Le falsità erano nella nota informativa e per accertarle era necessario fare un raffronto con le carte processuali, che erano e sono secretate.
- In qualche modo Feltri dev'essere riuscito ora a fare i riscontri con gli atti processuali secretati, il che significa che - tanto per cambiare - il segreto giudiziario è stato violato.
- Feltri ha dunque ammesso subito le sua responsabilità nel pubblicare una nota (non il casellario) rivelatasi ora inattendibile, ma ha fatto anche una domanda: non bastava rendere subito pubblici gli atti processuali che smentiscono - secondo quanto riferisce lo stesso Feltri - la nota informativa, invece di secretarli, dando così adito ad un ricorrersi di sospetti?
- Credo che il quesito meriti una risposta e che, su questo, anche Boffo e Avvenire dovrebbero assumersi la loro piccola responsabilità nella montatura mediatica del "Caso Boffo".

Perchè se Avvenire, giustamente, oggi richiama tutti al senso di responsabilità, io mi permetto di sottolineare che la responsabilità è sorella della trasparenza.
Se infatti Boffo avesse consentito lui stesso l'accesso agli atti giudiziari che lo riguardano e che smentiscono la nota-patacca, a noi tutti e non solo a lui sarebbe stato risparmiato un gran danno, perchè il suo caso è stato motivo di giudizi, umiliazioni e discussioni, non solo per lui, ma anche per tutti noi cattolici impegnati in un mondo senza Dio e perciò senza misericordia.