martedì 8 dicembre 2009

Ali Agca, da terrorista a star (Gulli). La Santa Sede non si lasci coinvolgere nella sceneggiata!


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Ali Agca, da terrorista a star
Una tv Usa gli offre 2 milioni


di Luciano Gulli

È ufficiale: nel mondo dell’informazione stiamo perdendo la trebisonda. La prova, nel caso ci fosse bisogno di un’altra prova, è nei due milioni di dollari che una televisione americana sarebbe pronta a versare ad Ali Agca, l’attentatore di Giovanni Paolo II, in cambio di un’intervista esclusiva. Intervista da realizzarsi ancora prima dello spirare di gennaio, giacché l’uscita dal carcere dell’assassino dalla faccia di cenere, come si sa da tempo, è prevista per il 18 di quel mese.
L’unico personaggio pubblico a protestare - soldi a palate e la ribalta della tv a un assassino? - è stato finora Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato. Ma coltiviamo una certa speranza che il parterre si allarghi, fino a coinvolgere gli stessi presunti fruitori di un’intervista di cui, anche sotto il profilo squisitamente storico cronachistico, nessuno sente la necessità. Ma siamo troppo vecchi del mestiere per non sapere che più clamore si solleva intorno all’avvenimento, più questo stesso diventerà necessario, appetibile, «atteso». Dunque coraggio: rassegniamoci.
Anche se, 28 anni dopo l’attentato di piazza San Pietro e la tromba d’aria di carte giudiziarie, rivelazioni e controrivelazioni che quella vicenda produsse, tra Kgb e piste bulgare, non si capisce bene quale altra verità possa saltar fuori dalla testa di un uomo mentalmente fracassato da quasi trent’anni di carcere.
Uomo di cinquantun anni, oltre metà dei quali trascorsi in una cella, l’ex «lupo grigio» Ali Agca è attualmente detenuto in Turchia per l’omicidio di Abdi Ipecki, giornalista e direttore del quotidiano liberale Milliyet, ammazzato il primo febbraio 1979. Dice Agca che la Turchia non gli piace più; e che il suo sogno, stando almeno a quel che se ne legge su Repubblica, che si è occupata di lui, è di tornare a Roma, la città che ne ha segnato il destino. E la prima cosa da uomo libero che il grande pentito vorrebbe fare sapete qual è? Ma sì, vuole andare in pellegrinaggio sulla tomba di Karol Wojtyla, che già nel 1983 lo incontrò in carcere e lo perdonò per l’attentato.
Fu a Roma, il 13 maggio 1981, che il nome di Ali Agca entrò nella storia. Ricorderete la sua mano che impugnava una pistola, protesa sulla testa dei fedeli, puntata contro la bianca figura di papa Wojtyla. E poi il papa accasciato, colpito da due colpi di pistola. Ali che cerca di scappare, la pistola che gli sfugge di mano, la cattura ancor prima che riesca a lasciare il colonnato. Una storia che era già vecchia come il cucco nel 2000, quando Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica, graziò l’attentatore dopo 19 anni di carcere.
Tradotto in Turchia, dove doveva scontare la condanna (all’ergastolo inizialmente, pena poi commutata in dieci anni), Ali Agca viene scarcerato il 12 gennaio 2006. Ma c’era stato un errore nel calcolo della pena. Otto giorni dopo eccolo di nuovo in gattabuia. Fino al 18 gennaio 2010, dice il pallottoliere turco; data in cui il lupo ormai assai ingrigito riguadagnerà definitivamente la libertà. E se le cose andranno nel verso giusto, anche una montagna di palanche.
Sempre che la protesta innescata da Gasparri sulla «degenerazione del sistema dell’informazione a livello mondiale» non si allarghi, e non è detto. «Arricchire i criminali è una vergogna - dice Gasparri -. È bene fare luce su questo scandalo affinché questa televisione, a qualsiasi nazione appartenga, venga boicottata in ogni modo. La degenerazione del mercato non può portare ad un orrore di questa portata. Terroristi e assassini devono tacere, non diventare ricche star». Questo, almeno, è quel che dovrebbe accadere in un mondo normale. Ma anche qui, non è detto.

© Copyright Il Giornale, 8 dicembre 2009 consultabile online anche qui.

Fosse per me impedirei a questo signore di mettere piede in Italia, visto che chi ha tentato di uccidere un Pontefice (lasciandogli pesanti conseguenze per tutta la vita) non puo' essere ospite gradito nel nostro Paese.
Concordo con il senatore Gasparri: boicottare qualsiasi intervista rilasciata da questa persona.
Ricordiamoci dei suoi depistaggi e di tutte le bugie che ha raccontato.
Perche' ora dovrebbe essere diverso?
Sembra che abbia espresso il desiderio di visitare la tomba di Papa Wojtyla.
Gesto assolutamente inopportuno, ma che non sta a noi giudicare.
Se la gendarmeria vaticana consentira' a questa persona di accedere alla Basilica di San Pietro, in tutta riservatezza, io scuotero' la testa ma non faro' alcun commento.
Mi arrabbiero' come una belva, invece, se l'eventuale visita alla tomba del Santo Padre verra' accompagnata da una mandria di giornalisti e telecamere.
In quel caso non potro' accettare un'offesa del genere a Giovanni Paolo II.
Ovviamente spetta alle autorita' vaticane impedire l'ennesima sceneggiata perche' si tratterebbe solo di questo, non certo di un gesto di rispetto e di richiesta di perdono, che, in questo caso, potrebbe avvenire al riparo dei flash, in assoluta riservatezza.
La Basilica Vaticana e la necropoli in cui sono sepolti i Papi sembrano fortezze. Nessuno entra se non accuratamente controllato. Se vi mettera' piede l'attentatore di Giovanni Paolo II, accompagnato da reporter, sara' solo perche' le autorita' del Vaticano avranno consentito lo show
.
R.

5 commenti:

Marco ha detto...

Se è a posto con la giustizia non ci sono problemi... Non dimentichiamo poi che GPII l'ha perdonato. Quindi è totalmente libero di andare a visitare la sua tomba e di fare ciò che vuole. Sono meno d'accordo di fare uno show attorno alla sua persona. Impedirei dunque che venga ripreso da telecamere mentre va alla tomba di colui che l'ha perdonato. Semplicemente perchè quel gesto dovrà essere sobrio e umile. Marco

euge ha detto...

Cara Raffaella non posso che essere d'accordo con te e con il senatore Gasparri.
E' chiaro che questa è soltanto una trovata che ha veramente il sapore di un offesa verso la figura di Giovanni Paolo II. Sotto questa manovra così indegna, si sente lontano un miglio, il tentativo di strumentalizzare non solo la figura di un terrorista
" pentito spiritualmente" ma, anche la volontà di contiunuare a strumentalizzare la figura di un Pontefice che è stato strumentalizzato negli ultimi anni di vita in maniera indecente davanti al mondo e che continua ad essere strumentalizzato senza nessun ritegno, per scopi commerciali, basta vedere i negozietti di Borgo Pio per farsene un idea e per lo scopo primario, di boicottare la figura dell'attuale Pontefice.
E' ora che Giovanni Paolo II abbia il rispetto che merita; evitiamogli anche l'ulteriore pagliacciata dell'attentatore che va a pregare sulla sua tomba.
Che il Vaticano eviti di cedere a questa trappola giornalisticopubblicitaria.

sonny ha detto...

Concordo in toto con Raffaella e Euge. Quanta tenerezza nella foto che hai postato Raffaella, che bella....

euge ha detto...

Per sonny: si la fotografia è di una tenerezza disarmante.... peccato che tanti la sfruttino nella maniera sbagliata. Caro Marco ed il discorso sulla sicurezza dove lo lasciamo? Ti ricordo che per entrare alle tombe, i semplici fedeli si fanno ore di fila per essere sottopèosti a controllo dei metaldetector e molto spesso, quando arrivano giù davanti alla tomba, sono costretti a sfilare molto spesso senza neanche avere il tempo di fermarsi per un pensiero. Ora questo
" signore " anche se ha pagato ed è stato perdonato, rimane sempre un terrorista; questa realtà può anche non piacere ma, è così. Quindi, non sono d'accordo sul fatto che può andare e fare ciò che vuole soprattutto in Vaticano. Nel 1981 ha fatto già abbastanza danni. Danni che hanno segnato irrimediabilmente la salute di Giovanni PaoloII. No, mi dispiace non sono d'accordo. Il perdono è una cosa ma, questa messa in scena puzza di strumentalizzazione lontano un miglio. Come ripeto, Giovanni Paolo II è stato ed è strumentalizzato abbastanza. E' ora che lo lascino in pace. Non è così che si dimostra la devozione ad un Pontefice.

un passante ha detto...

cara raffaella, non vorrei apparirti irrispettoso, ma vorrei ricordarti che Agca è già stato perdonato da Giovanni Paolo II, anche mediaticamente (purtroppo, dal mio punto di vista), con tanto di telecamere già allora presenti all'incontro. Lo dico non per fare polemica ma perchè quelle immagini mi hanno sempre provocato disagio. La confessione, il perdono e tante cose che riguardano la fede dovrebbero restare nel confessionale, appunto. Purtroppo, nel privato è per troppo tempo rimasto solo ciò che riguardava la pedofilia. Spero nel futuro di poter vedere più condanne pubbliche di ciò che deve essere condannato e meno preghiere e raccoglimenti privati del singolo, che come tali, se sono fini all'interiorità della persona, non necessitano certo di divulgazione