giovedì 10 dicembre 2009
Lettera del Papa al card. Bagnasco: "Dio, questione centrale per la nostra epoca" (Sir)
Vedi anche:
Il Papa al card. Bagnasco: "La questione di Dio è centrale anche per la nostra epoca, nella quale spesso si tende a ridurre l’uomo ad una sola dimensione, quella orizzontale, ritenendo irrilevante per la sua vita l’apertura al Trascendente" (Lettera)
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BENEDETTO XVI: LETTERA AL CARD. BAGNASCO, “DIO, QUESTIONE CENTRALE PER LA NOSTRA EPOCA”
Una “importante iniziativa, che affronta uno dei grandi temi che da sempre affascinano ed interrogano lo spirito umano”: così Papa Benedetto XVI ha definito il convegno “Dio oggi: con lui o senza di lui cambia tutto”, in corso a Roma, nel messaggio inviato al presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Angelo Bagnasco, e letto da mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei (testo integrale su Agensir.it).
Il Papa afferma subito che “la questione di Dio è centrale anche per la nostra epoca, nella quale spesso si tende a ridurre l’uomo ad una sola dimensione, quella ‘orizzontale’, ritenendo irrilevante per la sua vita l’apertura al Trascendente. La relazione con Dio, invece, è essenziale per il cammino dell’umanità e, come ho avuto modo di affermare più volte, la Chiesa e ogni cristiano hanno proprio il compito di rendere Dio presente in questo mondo, di cercare di aprire agli uomini l’accesso a Dio”. “In questa prospettiva – ha poi aggiunto Benedetto XVI - si pone l’evento internazionale di questi giorni.
L’ampiezza di approccio alla importante tematica, che caratterizza l’incontro, permetterà di tracciare un quadro ricco e articolato della questione di Dio, ma soprattutto sarà di stimolo per una più profonda riflessione sul posto che occupa Dio nella cultura e nella vita del nostro tempo”.
Riflettendo sulla natura e i contenuti del convegno internazionale che si apre oggi a Roma, Benedetto XVI ha poi affermato: “Da una parte (..) si intende mostrare le varie strade che conducono ad affermare la verità circa l’esistenza di Dio, quel Dio che l’umanità ha da sempre in qualche modo conosciuto, pur nei chiaroscuri della sua storia, e che si è rivelato con lo splendore del suo volto nell’alleanza con il popolo di Israele e, al di là di ogni misura e attesa, in modo pieno e definitivo, in Gesù Cristo. Questi – sottolinea il Papa - è il Figlio di Dio, il Vivente che entra nella vita e nella storia dell’uomo per illuminarle con la sua grazia, con la sua presenza”. “Dall’altra parte, si vuole mettere proprio in luce l’importanza essenziale che Dio ha per noi, per la nostra vita personale e sociale, per la comprensione di noi stessi e del mondo, per la speranza che illumina il nostro cammino, per la salvezza che ci attende oltre la morte”, ha aggiunto Benedetto XVI, sottolineando le diverse arti, scienze e discipline coinvolte nei lavori del convegno.
Nelle parti conclusive del suo messaggio al presidente della Cei, il Papa ha poi affermato: “In una situazione culturale e spirituale come quella che stiamo vivendo, dove cresce la tendenza a relegare Dio nella sfera privata, a considerarlo come irrilevante e superfluo, o a rifiutarlo esplicitamente, auspico di cuore che questo evento possa contribuire almeno a diradare quella penombra che rende precaria e timorosa per l’uomo del nostro tempo l’apertura verso Dio, sebbene Egli non cessi mai di bussare alla nostra porta”. “Le esperienze del passato, anche non lontano da noi, insegnano che quando Dio sparisce dall'orizzonte dell’uomo, l’umanità perde l’orientamento e rischia di compiere passi verso la distruzione di se stessa. La fede in Dio – conclude Benedetto XVI - apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa, che non delude; indica un solido fondamento su cui poter poggiare senza timore la vita; chiede di abbandonarsi con fiducia nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo”.
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