mercoledì 2 dicembre 2009

Un Anno per i sacerdoti e non solo (Marta Lago)


ANNO SACERDOTALE (19 GIUGNO 2009-19 GIUGNO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG

Le iniziative organizzate dalla Congregazione per il Clero

Un Anno per i sacerdoti e non solo

di Marta Lago

Unisce necessità e riconoscimento.
L'Anno sacerdotale chiede infatti il rigoroso rinnovamento interiore di tutto il clero mondiale; ma rappresenta anche l'abbraccio e la gratitudine corale del Papa e della Chiesa per la fedeltà e la sofferenza di tanti preti di fronte alle incomprensioni e alle difficoltà che possono incontrare.
Un Anno che già raccoglie dei frutti e continua a prepararne di nuovi, come ha descritto lo scorso venerdì, in un incontro-colloquio con un gruppo di giornalisti, il segretario della Congregazione per il Clero, l'arcivescovo Mauro Piacenza. Con realismo e speranza, in un periodo storico non precisamente generoso con i sacerdoti. E anche a dispetto del peso che hanno, attraverso l'amplificazione dei media, figure sacerdotali "che in genere sono quelle del dissenso". Mentre i mezzi d'informazione - afferma il presule - generalmente hanno scarsa attenzione per le figure "del grande consenso, della grande comunione, che sono quelle della quasi totalità dei preti che fanno il loro dovere".
L'arcivescovo apre le porte del dicastero e manifesta la sua preoccupazione per la cultura attuale che tende a omologare il sacerdote e ad appiattirlo il più possibile allo spirito del mondo, il quale elude la solidità del riferimento morale e preferisce il soggettivismo. "C'è continuamente bisogno di remare contro nel senso evangelico del termine; facendo anche guerre, ma "guerre di santità". La muscolatura interiore di un prete - preghiera, vita interiore e motivazione profonde - deve essere in un cero senso da Rambo se vuole resistere lui e se vuole che la sua azione pastorale sia incisiva".
La Congregazione per il Clero moltiplica gli sforzi per promuovere questo rinnovamento interiore - "non una rivoluzione" - che permetta di ridare entusiasmo di fronte a tante nuove sfide. Riannodandosi a quel convincimento espresso da Paolo vi, secondo il quale il mondo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri. "Ciò che insegna il sacerdote - osserva monsignor Piacenza - acquista valore attraverso la propria testimonianza; è così che diventa credibile. E per essere credibile il prete deve essere profondamente credente".
L'Anno sacerdotale parla a tutta la comunità di fedeli, non soltanto ai sacerdoti. A questi spetta una pastorale, come "arte della comunicazione della salvezza e della grazia di Dio", che risponda alle necessità del presente, aiutando i laici a instillare forza morale nelle realtà terrene. Il fatto è che le grandi sfide del mondo contemporaneo chiamano in causa direttamente i laici, non i "preti politicanti, i preti che fanno comizi o i preti "star". Ognuno faccia il suo. E il sacerdote che fa il prete fino in fondo è il primo agente di promozione" dell'evangelizzazione nella società. "Questa è la grande sinfonia della comunione cattolica", sottolinea il presule.
Per questo il sacerdote è "dono" e "segno", non soltanto per la Chiesa, ma anche per la società civile, che può vedere in lui un riferimento utile "di pacificazione, di comprensione, di misericordia, di umanizzazione". Com'è d'aiuto, per lo stesso sacerdote e per gli altri, il segno esteriore della sua identità presbiteriale, che "in alcuni ambienti serve per essere insultati, ma anche per essere cercati". Un'identità che bisogna saper comprendere e apprendere, e che si definisce attraverso la configurazione a Cristo. È la ragione dell'obbedienza, del celibato, della povertà. Perché "il Buon pastore non riserva niente per sé. E il sacerdote, nonostante tutti i suoi difetti umani, è stato eletto da Cristo, non si è autoproposto"; egli deve essere "sempre il megafono del buon Dio che parla al suo popolo; il canale attraverso il quale circoli l'acqua in modo puro e arrivi così la salvezza che è Gesù Cristo".
Un modello eminente di questa formazione è il curato di Ars, che domina un anno al termine del quale il Papa lo proclamerà patrono di tutti i sacerdoti del mondo. Figura straordinaria perché, semplicemente, egli agì sempre come sacerdote. "Fece soltanto questo, e niente di meno che questo!", afferma l'arcivescovo Piacenza. San Giovanni Maria Vianney "si realizzò" nell'eucarestia e nella confessione, donandosi totalmente alla sua parrocchia, nella quale non si poteva dire che inizialmente ci fosse molto amore per Dio. Fu la sua missione a trasmetterlo, in mezzo al "vento del deserto sahariano" del secolarismo; la stessa difficoltà che oggi sperimenta la Chiesa. Ma il curato d'Ars "trasformò tutto attraverso la sua santificazione". È un forte richiamo e anche una grande consolazione per il sacerdote del XXI secolo, oberato di compiti. Già lo sottolineò il concilio Vaticano ii - spiega monsignor Piacenza - in linea con la tradizione che risplende nel curato di Ars: la chiamata a santificarsi non malgrado il ministero, ma attraverso lo stesso ministero sacerdotale. "La buona volontà, l'impegno, e lasciarsi guidare dal Divino Maestro" plasmò la cattedra d'insegnamento del curato di Ars, la cui pastorale fu eccezionale perché la apprese "amando il Signore, lasciandosi amare da Lui e non ponendo ostacoli all'azione dello Spirito Santo". Una lezione d'attualità, prosegue il segretario della Congregazione per il Clero: "Un santo è sempre un grande pastore", che "rivolge la sua preoccupazione a tutti" facendo il suo "apostolato incisivo".
Questi elementi delineano l'anima dell'Anno sacerdotale e l'urgenza di comunicarlo adeguatamente. Sono, inoltre, il motore delle iniziative del dicastero per il Clero. Per questo esso ha innanzitutto raccomandato nei cinque continenti l'adorazione eucaristica, possibilmente perpetua, per la santificazione dei sacerdoti. "La rispondenza è veramente al di sopra di quello che si penserebbe", conferma monsignor Piacenza. Inoltre, sull'esempio di santa Teresa de Lisieux, è stata proposta una forma di "maternità spirituale" per fare sì che i laici si uniscano agli sforzi e alle difficoltà apostoliche dei sacerdoti e per sensibilizzare i fedeli ad accogliere i propri pastori, veri padri d'ogni comunità. In rete con tutte le diocesi del mondo, la congregazione vaticana diffonde, attraverso internet (www.clerus.org e www.annussacerdotalis.org) lettere mensili del prefetto, il cardinale Cláudio Hummes, e dell'arcivescovo Piacenza, insieme a materiale di studio, di riflessione e a comunicazioni. Tra i documenti frutto dell'Anno sacerdotale c'è la prossima pubblicazione - sempre a cura del dicastero - di un vademecum per la confessione e la direzione spirituale.
A marzo si celebrerà - specialmente per i vescovi, primi formatori dei sacerdoti, e formatori in genere - il congresso teologico "Fedeltà di Cristo, fedeltà del Sacerdote" sugli aspetti umani, spirituali, teologici e pastorali che configurano la vita sacerdotale.
L'Anno sarà chiuso il prossimo 11 giugno, con la tre-giorni dell'Incontro internazionale dei sacerdoti. Porte spalancate anche a seminaristi, diaconi permanenti, religiosi e religiose e fedeli laici. Un appuntamento mondiale che, con l'appoggio tecnico-logistico dell'Opera romana pellegrinaggi (www.josp.com) si svolgerà nella basilica di San Paolo fuori le Mura - per sottolineare il dinamismo evangelizzatore e la conversione personale dell'apostolo delle Genti - e nella basilica di Santa Maria Maggiore - come un cenacolo per invocare lo Spirito Santo con Maria. E trovando spazio, tra l'altro, per la confessione, messaggio tangibile dell'importanza di questo sacramento per gli stessi sacerdoti e della necessaria disponibilità di sacerdoti per il suo esercizio. Alla vigilia - ha annunciato ancora l'arcivescovo Piacenza - piazza San Pietro ospiterà una veglia alla presenza di Benedetto XVI: orazione, colloquio, canto e festa lasceranno spazio a esperienze di prima mano che non ometteranno le persecuzioni per causa della fede e il "martirio della coerenza" che subiscono non pochi sacerdoti. La solennità del Sacro Cuore di Gesù si celebrerà ugualmente "con Pietro, in comunione ecclesiale" nella basilica vaticana, con l'eucarestia presieduta dal Papa. E la conclusione dell'Anno sacerdotale segnerà anche il punto di partenza del rinnovato impegno universale della vocazione sacerdotale.

(©L'Osservatore Romano - 2 dicembre 2009 )

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