mercoledì 29 luglio 2009
Una decisione approvata all'unanimità dal Comune di Indrod: il Papa cittadino onorario (Galeazzi e Pellissier)
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LE VACANZE DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (13-29 LUGLIO 2009)
IL VOTO IN CONSIGLIO. UNA DECISIONE APPROVATA ALL’UNANIMITA’
Il Papa cittadino onorario
Riconoscimento di Introd. Padre Lombardi: gradito segno di vicinanza
GIACOMO GALEAZZI
CRISTIAN PELLISSIER
Il Comune di Introd ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Benedetto XVI. «E’ una scelta votata dal Consiglio all’unanimità – spiega il vicesindaco Vittorio Anglesio -. E’ il terzo anno che Papa Benedetto ci sceglie per trascorrere le sue vacanze. Il nostro Comune ha ospitato per 10 anni anche Wojtyla, è un modo per esprimere la nostra riconoscenza».
La data è ancora incerta: «Abbiamo due opzioni, o mercoledì, prima della partenza del Papa, oppure in periodo natalizio». La seconda possibilità è la più probabile: ogni anno una delegazione dell’Amministrazione di Introd scende a Roma per gli auguri al pontefice e per rinnovargli l’invito per le vacanze estive.
«Consegneremo al Papa una pergamena e un libro prezioso sul quale sarà scritto che Benedetto XVI è cittadino onorario di Introd». Anche Giovanni Paolo II potrebbe essere insignito dell’onorificenza. «Non lo escludiamo, anche se il regolamento comunale non la prevede alla memoria». Il sindaco Osvaldo Naudin: «Il Papa ha detto di gradire molto la nostra ospitalità e da quanto abbiamo capito accetterà volentieri l’onorificenza».
Conferma padre Federico Lombardi, portavoce papale: «La cittadinanza onoraria è un gradito segno di vicinanza. Benedetto XVI è una persona molto gentile e sensibile a questi significativi gesti di attenzione, cordialità e accoglienza nei suoi confronti. All’Angelus di domenica ha pubblicamente ringraziato per l’ospitalità ricevuta.
Il Papa è liberissimo di scegliere dove fare le sue vacanze, è chiaro che nella scelta di Les Combes c’è anche un’intenzione di raccoglimento e di tranquillità particolare che consente di valorizzare i momenti di riflessione e di meditazione.
E che, fino all’infortunio, si traduceva anche nella scrittura e nel lavoro quotidiano al libro su Gesù».
© Copyright La Stampa (Aosta), 28 luglio 2009
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