martedì 28 luglio 2009

Il Papa: i nonni testimoni dei valori fondamentali (Mazza)


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Il Papa: i nonni testimoni dei valori fondamentali

DAL NOSTRO INVIATO A INTROD (AOSTA)

SALVATORE MAZZA

I nonni. Che l’età magari rende più fragili, ma il cui ruolo, a iniziare dal loro impegno educativo nei confronti dei nipoti, non è forse mai abbastanza considerato. E per que­sto Benedetto XVI ha voluto dedicare a tutti i nonni del mondo, nella festa dei santi Gioac­chino e Anna, la riflessione centrale dell’Ange­lus di domenica scorsa, a pochi giorni dalla conclusione del periodo di riposo che sta tra­scorrendo a Les Combes, «tra le belle monta­gne della Valle d’Aosta».
Ce n’erano veramente tanti, di nonni, tra le cin­quemila persone salite fino al Plan du Saint Pé­re per non mancare all’ultimo appuntamento pubblico con papa Ratzinger, che domani se­ra prima di cena sarà già a Castel Gandolfo. Complice una splendida giornata di sole, in macchina, in pullman, ma soprattutto a piedi, persone di tutte le età hanno iniziato a riem­pire fin dalla mattina presto il grande prato confinante col parco entro il cui recinto si tro­va lo chalet, che, dallo scorso 13 luglio, ospita il Pontefice, seguendo la Messa celebrata dal ve­scovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, in attesa del mezzogiorno.
Benedetto XVI, accolto dallo stesso Anfossi, dai vescovi di Ivrea, Arrigo Miglio, e di Ventimiglia­San Remo, Alberto Maria Careggio, nonché dal­l’arcivescovo di Torino, cardinale Severino Po­letto, s’è affacciato puntuale pochi minuti pri­ma di mezzogiorno dal palchetto coperto co- struito in legno sul confine del parco, accolto dagli applausi dei fedeli. Per prima cosa il Pa­pa ha voluto ringraziare quanti gli sono accanto «con discrezione e grande dedizione», duran­te queste «giornate segnate da vera distensio­ne, malgrado – ha aggiunto scherzando – il pic­colo infortunio che sapete e vedete», ha sotto­lineato levando in alto la mano fratturata.
Si è quindi soffermato sulla pagina del Vange­lo di Giovanni della moltiplicazione dei pani e dei pesci, osservando come «in questo Anno sa­cerdotale, specialmente noi sacerdoti possia­mo rispecchiarci in questo testo giovanneo, im­medesimandoci negli apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente? E leggendo di quell’anonimo ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos’è que­sto per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiu­tare Gesù nella sua missione? E la risposta la dà il Signore: proprio mettendo nelle sue mani 'sante e venerabili' il poco che essi sono, i sa­cerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!».
Subito dopo il pensiero ai nonni, il cui «com­pito educativo è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicu­rare un’adeguata presenza accanto ai figli, nel­l’età della crescita. Affido alla protezione di sant’Anna e san Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale be­nedizione ». Di qui l’invito a pregare per i non­ni «che nella famiglia sono i depositari e spes­so i testimoni dei valori fondamentali della vi­ta », una preghiera alla quale, nel saluti finali pronunciati anche in patois , il dialetto valdo­stano, Benedetto XVI ha voluto associare tutti gli anziani, e «specialmente quelli che potreb­bero trovarsi più soli e in difficoltà».
Il Papa, dopo il pranzo con Poletto e Anfossi, nella serata di domenica «ha fatto la solita bre­ve passeggiata – ha detto ieri il portavoce vati­cano, padre Federico Lombardi – concluden­do serenamente una domenica caratterizzata dal festoso incontro con i fedeli». Quella di ie­ri è stata una «giornata tranquilla», ha aggiun­to, «come si prevedere sarà anche la giornata di martedì (oggi, ndr)». Benedetto XVI lascerà Les Combes mercoledì, alle 17, dopo essersi congedato nella mattinata da tutte le persone – pompieri, poliziotti, carabinieri, volontari del­la protezione civile – che hanno collaborato al soggiorno del Pontefice.

© Copyright Avvenire, 27 luglio 2009

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