martedì 10 marzo 2009

L'Adorazione eucaristica al centro della plenaria della Congregazione per il Culto Divino. Intervista al card. Cañizares Llovera (Radio Vaticana)


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L'Adorazione eucaristica al centro della plenaria della Congregazione per il Culto Divino

La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha aperto stamattina in Vaticano la propria plenaria, dedicandola all’approfondimento dell’Adorazione eucaristica. L'assemblea si concluderà venerdì prossimo. Sui compiti del dicastero ascoltiamo il cardinale prefetto, Antonio Cañizares Llovera, al microfono di Fabio Colagrande:

R. - Las tareas fundamentales de la Congregación...

I compiti fondamentali della Congregazione sono quelli di aiutare il Papa in tutto quello che concerne il culto divino: che tutta la Chiesa viva lo spirito della liturgia, che effettivamente elevi a Dio questo culto in spirito e verità, che si esprime nella liturgia e soprattutto nell’Eucaristia.

D. - Perché questa plenaria della Congregazione si occuperà dell’Adorazione eucaristica?

R. - La liturgia es sobretodo adoración…

La liturgia è soprattutto adorazione. La Chiesa è opera di Dio, è azione di Dio, è riconoscimento di ciò che Dio fa in favore degli uomini. E l’adorazione che esprime la liturgia, soprattutto l’Eucaristia, che è il centro dell’adorazione, è il riconoscimento di Dio, riconoscimento che tutto viene da Lui, riconoscimento che tutto ciò che ci appartiene deve trovare Lui. In questo momento di forte secolarizzazione - nel quale si tende a dimenticare Dio, a ritenerlo non importante nella vita dell’uomo - è necessario ribadire che prima di tutto viene l’adorazione, cioè che la prima cosa è Dio. Questo è ciò che cambierà veramente la vita dei cristiani e la vita della Chiesa.

D. - Nel pensiero di Benedetto XVI, la liturgia rappresenta un elemento fondamentale per la vita della Chiesa. Perché secondo lei?

R. - Porque precisamente Dios es el centro...

Perché precisamente Dio è il centro di tutto. E quando si dimentica Dio, la Chiesa si converte in un’istituzione umana. La forza che sta nella Chiesa è attività di Dio: è Dio che ci crea, ci salva, ci redime. E’ Dio che ci offre la sua vita, perché noi viviamo a partire da essa. Dio ci ama perché noi ridoniamo amore e lo doniamo anche ai fratelli.

D. - Una volta il Papa ha affermato: la liturgia cristiana non è il ricordo di avvenimenti passati, ma l’attualizzazione di realtà invisibili che agiscono nella vita di ognuno. Cosa significa?

R. - Significa que la liturgia...

Significa che la liturgia non ci racconta cose che sono successe nel passato, ma è la manifestazione, al giorno d’oggi, della salvezza di Dio attraverso Gesù Cristo. E’ il sacrificio di Cristo sul Calvario che si fa realmente presente ai nostri giorni, con tutta la sua forza salvifica e rinnovatrice dell’uomo. E’ l’amore di Dio, che si fa presente in mezzo a noi, perché noi viviamo di questo stesso amore di Dio.

(Traduzione di Anna Poce)

© Copyright Radio Vaticana

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Riusciremo ad avere un giorno una santa celebrazione eucaristica senza: battimani, danze, cartelloni sull'altare, girotondi al padre nostro, chitarre rumorose, bassi, tam tam ( con tutto il rispetto per il continente africano).
Insomma troneremo ad una sobria celebrazione e nello stesso tempo
solenne?

Fino a quando Signore , fino a quando Signore......

Anonimo ha detto...

Canizares ha lasciato anche un'intervista a "30 giorni" dove è più esplicito.Saluti, Eufemia
http://www.30giorni.it/it/articolo.asp?id=20403

Anonimo ha detto...

Per anonimo:
Sembra che purtroppo le danze non mancheranno durante una delle Messe che Benedetto celebrerà in Africa. :-(

Anch'io mi associo a te: Fino a quando Signore , fino a quando Signore!!!!!!!

euge ha detto...

Penso che dovremo ancora sopportare per parecchio tempo le messe ridotte ad una sorta di musicall accompagnate dalle pagliacciate dei girotondi al Padre nostro e via dicendo. per giunta, molti fedeli sono convinti che tutto questo scempio sia autorizzato dagli atti del Concilio Vaticano II. Forse i primi a crederci sono i celebranti questo è il vero guaio.
Bisognrebbe rimandare tutti i parroci in seminario a ricominciare da capo i loro studi.

Anonimo ha detto...

Eugenia concordo pienamente e sottoscrivo.
Ma mi domando questa gente ha mai studitao trattati sulla dottrina eucaristica? penso proprio di no. Certi vescovi, troppi, hanno messo le mani in testa a molta gente con superficialità, ed ecco i nuovi teologi rampanti, più rampanti che teologi, ovviamente.